Le assurdità visuali dello slit-scan fotografico

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Ogni fantasia paranormale inizia dalla più totale consuetudine. Le ore passano tranquille, il sole risplende vigile nel cielo e gli insetti ronzano pacati nell’aria immota di una giornata senza alcun tratto d’inquietudine. Il protagonista della storia passeggia per le strade o legge un libro di fotografia in stato di parziale distrazione, quando d’un tratto avviene l’imprevisto. Qualcosa di strano, ma non troppo….Un senso di deja-vu, il richiamo distante di una voce quasi dimenticata o il movimento appena percepito di un fosfene stranamente malizioso.
La luce danza ribelle tra le forme e realizza strane geometrie, il ritmo si dilata, il movimento delle cose diventa indistinto e fluido allo stesso tempo finché, ad un certo punto, il sottile velo della coscienza razionale si solleva e viene messo un attimo da parte, solo per qualche tragico minuto. Se questo fosse un romanzo e Trevor Alyn l’esploratore di uno strano mondo lovecraftiano, la sua ripresa fotografica costituirebbe l’ultimo racconto di una mente destinata forse a perdersi nella follia. Ma non solo lo strumento che utilizza è un semplice cellulare, la sua tecnica ha persino un nome: slit-scan. Prepariatevi ad un viaggio nel possibile, tra alberi roteanti e uomini serpente, ma ricordate: l’autobus strisciante non conosce la via di casa…

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Ecco un iPhone ninja che si prepara alla battaglia

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Shuriken, il coltello da lancio. Kusarigama, la falce a catena. Ninjatō, la spada acuminata. Nel mondo dei guerrieri segreti più letali del Giappone, a volte il freddo acciaio non è più abbastanza. Attraversato il fossato, scalate le mura, l’assassino ha sconfitto le imponenti guardie del corpo e affronta con fermezza il signore del feudo di Bushu. Le due spade riflettono oblique la luce lattiginosa della luna, mentre un petalo di ciliegio, trasportato dal vento, s’insinua lieve tra i contendenti di un confronto inevitabile e lungamente atteso. Ma d’un tratto gli sguardi magnetici dei guerrieri vengono distratti da un suono improvviso: è lo squillare di un iPhone, il cellulare più diffuso durante l’epoca del Sengoku Jidai. Una goccia di sudore cala sulla fronte accigliata del despota shogunale… Possibile si tratti proprio del suo? Egli non ricorda in quale tasca del kimono abbia riposto il fatale gadget telematico, né può sapere se il suo nemico utilizzi la stessa suoneria. In quel momento, avendo riconosciuto con scaltrezza l’occasione di trionfare, con un gesto rapido l’astuto ninja rivela la più imprevista delle armi segrete: CLUNK, un gesto fluido, la spada lunga viene gettata a terra e in un guizzo meccanico al suo posto si palesa improvvisamente il telefonino Apple di ultima generazione. Impossibile! Il signore di Bushu osserva con ammirazione l’incredibile dispositivo, senza sapere che in realtà per lui è già troppo tardi. In un’agile e fulminea rotazione l’assassino ha infatti estratto con la mano sinistra un crudele pugnale, che in un battito di ciglia supera la sua guardia momentaneamente incerta e lo colpisce al petto. Un getto vermiglio colora brevemente il grigiore delle tenebre, mentre il diabolico ninja rinfodera i suoi strumenti e si prepara a ritornare nell’oscurità che l’aveva generato…

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