L’Habanera scostumata di August Schramm

Habanera

August si presenta all’inizio come un individuo noioso e del tutto privo di fascino. In abito sobrio ma niente affatto elegante, sullo sfondo di una carta da parati anonima e accompagnato da un mangianastri antiquato, inizia ad intonare il brano più famoso della Carmen, la passionale Habanera di Bizet. Poi, gradualmente, il mondo inizia a cambiare intorno a lui: lo stacco netto, se non altro, è dato dal comparire sulla scena di uno scoordinato robot-ballerino, ma c’è dell’altro. Perché l’anziano pianista indossa un bavaglio sadomaso? Da dove spunta l’orchestra completa di addetto alle percussioni discinto e dal volto mascherato? Per ciascun suono elettronico introdotto nell’arrangiamento musicale, destinato a trasformarsi nel ritmo moderno del genere techno/dubstep, le immagini a schermo si spostano verso il lato più sconsiderato e illogico della gamma intellettiva. Poi cala la notte, momento della trasgressione: non più interprete, August diventa lui la Carmen, donna affascinante e circondata di spasimanti in tenuta suggestiva, che tentano in qualche modo di guadagnarsi il suo favore…

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Hai da accendere? Non la digerisco, quando è spenta

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Quanti compiti professionali o lavori casalinghi e opere creative si potrebbero ultimare mentre si sta fumando? Nel tempo necessario a consumare uno, due, tre pacchetti, messi a frutto da qualcuno non più tanto come piacere occasionale ma dilazionati nel tempo per cadenzare e reiterare le pause contemplative a disposizione nel corso di una singola giornata, si potrebbe forse realizzare qualcosa di maggiormente utile e duraturo. Fumare costa. Dal punto di vista economico, con la crisi e tutto il resto, ma anche e soprattutto in termini di tranquillità mentale, viste le conseguenze (largamente comprovate) che tale abitudine può avere sulla salute propria e degli altri. Senza considerare poi che, a conti fatti, il tempo è denaro. Per continuare ad apprezzare il gusto pernicioso dell’adorata, ardente nicotina, bisognerebbe forse inventarsi ed applicare un modo di compensare il grave deficit passivo di produttività. Questo ragazzo cinese, membro della gigantesca community video orientale 56.com, ha deciso quindi di sbrigarsi. Accende la sigaretta, fuma la sigaretta, accende la seconda sigaretta, dov’è la prima? Fuma e infila, fuma e infila. Dopo due minuti ha 5 sigarette, poi 10, poi 15, poi finisce lo spazio. Allora inizia a mangiarle.

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Le assurdità visuali dello slit-scan fotografico

slitscan

Ogni fantasia paranormale inizia dalla più totale consuetudine. Le ore passano tranquille, il sole risplende vigile nel cielo e gli insetti ronzano pacati nell’aria immota di una giornata senza alcun tratto d’inquietudine. Il protagonista della storia passeggia per le strade o legge un libro di fotografia in stato di parziale distrazione, quando d’un tratto avviene l’imprevisto. Qualcosa di strano, ma non troppo….Un senso di deja-vu, il richiamo distante di una voce quasi dimenticata o il movimento appena percepito di un fosfene stranamente malizioso.
La luce danza ribelle tra le forme e realizza strane geometrie, il ritmo si dilata, il movimento delle cose diventa indistinto e fluido allo stesso tempo finché, ad un certo punto, il sottile velo della coscienza razionale si solleva e viene messo un attimo da parte, solo per qualche tragico minuto. Se questo fosse un romanzo e Trevor Alyn l’esploratore di uno strano mondo lovecraftiano, la sua ripresa fotografica costituirebbe l’ultimo racconto di una mente destinata forse a perdersi nella follia. Ma non solo lo strumento che utilizza è un semplice cellulare, la sua tecnica ha persino un nome: slit-scan. Prepariatevi ad un viaggio nel possibile, tra alberi roteanti e uomini serpente, ma ricordate: l’autobus strisciante non conosce la via di casa…

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L’incursione notturna dell’orribile spettro di Natale

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Lo squamoso Melanocetus, orrido predatore degli abissi oceanici, per nutrire la sua insaziabile fame userà stanotte un artificio scellerato. Digrignando le fauci, nascosto in silenzio tra ombre oscure e fondali polverosi, sceglierà con attenzione il momento per accendere la luce arcana dell’irresistibile illicio, l’antenna bioluminescente che appartiene da millenni al suo retaggio evolutivo, perfidia vivente e insuperata di ogni remota profondità marina. La grottesca rana pescatrice, dunque, attende immobile l’ambita preda. Ma ad un tratto coi suoi occhi sporgenti simili a fari, adattati perfettamente all’assenza di luce naturale, il mostro scorge in anticipo un ignaro pesce vipera, vittima perfetta per la sua trappola più volte collaudata. Un punto brillante si agita nelle tenebre: l’antenna si è trasformata in invitante e inatteso pasto per il pesce inconsapevole, quasi come si trattasse di un piccolo e gustoso regalo di Natale. Con speranzosa aspettativa la creatura credulona si avvicina…Ma su di essa si chiuderanno invece, ghigliottine chitinose, mascella e mandibola del più tremendo incubo natante in tutto l’universo pelagico.

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