La felicità è un pranzo a base di riso e kimchi

Sa chaeeobja

La gioia e contagiosa, come del resto può dirsi anche la fame. In questo video che si sta diffondendo  a macchia d’olio, neanche fosse il nuovo singolo di un big dell’industria musicale, un giovane coreano diventa l’antonomasia del mangiatore solitario, pienamente appagato dal suo cibo. La scena si svolge di fronte al PC, con il protagonista che dimostra con orgoglio le straordinarie qualità del lauto pasto appena giunto per corrispondenza, rivolgendosi con strane movenze alla sua webcam. Sembrerebbe, in effetti, essere impegnato in una complessa video-chat. E gradualmente i commensali virtualizzati lo incoraggiano nel suo delirio, forse con una punta d’invidia piuttosto che riconoscendo il suo pontenziale di intrattenitore, finendo per creare una situazione estremamente insolita, quasi surreale. Fra moine e gridolini infantili, risate sguaiate e sguardi improvvisamente seri e tremendamente concentrati, specie durante le complesse operazioni di apertura dei piatti in un luogo che non sarebbe a questo deputato, ovvero la scrivania, costui pone le basi di quel che potrebbe trasformarsi in un futuro classico del web, affine per certi versi a The Numa Numa Guy (Gary Brolsma) un altro insolito comunicatore del quale tutti ancora si chiedono se davvero fosse quello che sembrava, per lo meno al momento in cui iniziò la sua strada verso la fama. In un mondo in cui, tra gli eventi di YouTube, la diffusione via streaming di segmenti televisivi e altre trovate pubblicitarie si sta ormai cercando di monetizzare ogni angolo del web, questo nuovo fenomeno del pasto informatico spicca per almeno due motivi. Intanto viene dalla Corea, un paese che ci affascina  per le implicazioni esotiche della sua cultura popolare moderna, sempre più sfrenata e originale. E poi, soprattutto, appare con le caratteristiche di una vera contingenza del momento. Un breve sguardo nella vita dell’uomo che amava mangiare di fronte al suo computer. E buon pro gli faccia.

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Senza maglietta per colpa di un orango

Caloy Orangutan

Visitando lo zoo, ci si dimentica spesso di una grande verità: guardare gli animali è un’attività reciproca, durante la quale si viene a nostra volta osservati attentamente, da ogni lato e prospettiva. L’elefante nel suo recinto, opportunista curioso, controlla se abbiamo una nocciolina tastando con la proboscide serpentina. La gazzella, il kudu e l’antilope, erbivori ungulati, diffidenti dei gesti o movimenti bruschi, cercano in qualche modo di adattarsi alle attenzioni del grande pubblico, gettando occhiate frenetiche in tutte le direzioni. Tigri e leoni, nobiltà lese, mantengono la propria fierezza grazie all’affettata ostentazione di un distacco riflessivo, magari aspettando il momento d’imporre la propria volontà. E le scimmie? Loro sanno qual’è il loro posto. Per una specie di animali che ha oltre il 99% del DNA in comune con gli umani, capire il mondo di oggi è un vero gioco da ragazzi. Carlo, l’orango del Borneo che tutti chiamano Caloy, vive a Davao, terza città più grande delle Filippine. La sua gabbia si trova nel Crocodile Park, famoso zoo-cum-rettilario della zona. Vivere la maggior parte della vita dietro le sbarre è già piuttosto dura, senza calcolare il comprensibile fastidio di chi è fatto oggetto di continue attenzioni, non sempre desiderate. Così, un giorno come gli altri, l’amichevole creatura decise che era giunta l’ora di fare il primo passo verso il cambiamento. Un nuovo look.

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Svista cinese: il ponte così basso che ci sbattono la testa

Low bridge Nanning

Pensando alle grandi città della Cina, è facile fermarsi all’immagine stereotipata di Pechino ricoperta dal cemento e dallo smog, sovrappopolata, iper-trafficata, assediata dai monsoni e spesso vittima di estese tempeste di polvere. Eppure, nello stesso paese ci sono enormi centri abitati che spiccano per vivibilità, in cui parchi e viali alberati caratterizzano l’offerta civica di ogni quartiere. Una di queste è la città di Nanning, sita a 100 km dal confine del Vietnam, luogo in cui vivono più di 6 milioni e mezzo di abitanti tra università, musei e vaste zone residenziali e commerciali. L’amministrazione pubblica, in particolare, può vantare una coscienza ecologica estremamente rinomata, con servizi di manutenzione e nettezza urbana dagli standard qualitativi molto alti.
Ma negli ultimi giorni un seme della discordia sta generando tra i locali parecchi disagi e qualche (letterale) mal di testa. Sono persino iniziate le prime manifestazioni pubbliche di sdegno: ecco un video tratto dalla TV locale, caricato online presso il portale LiveLeak.

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Due gatti multilingue che fanno la conta

cats singing
Versione francese

L’utente di YouTube hkbecky, amante degli animali, gira per casa in attesa del ripetersi di uno straordinario evento. I suoi due coabitanti felini infatti, talvolta, scelgono d’intavolare un’animata discussione che ha la caratteristica di apparire strana e surreale. Per Goo e Yat Jai, privi di una forma di linguaggio scritto o parlato, i movimenti diventano comunicazione. Gli sguardi contengono parole, i colpi di zampa sono preposizioni: non c’è malizia in questo scontro verbale, ma non manca il conflitto. La padrona entra nel soggiorno e finisce per trovarli lì, sul tavolo del computer. Dopo un attimo di sorpresa e smarrimento, preme con decisione il tasto record della videocamera. Quali segreti verranno trasmessi attraverso i semplici gesti dei suoi beniamini pelosi? Quali verità? Per sua fortuna, la presenza di una terza incomoda non disturba l’eccezionale incontro. I minuti passano come fossero ore, sotto il peso dell’importanza scientifica di quel momento. Hkbecky, completata l’importante rilevazione, si siede entusiasta al PC, va su YouTube, crea un canale e rende pubblico l’exploit. Il mondo, semplicemente, deve sapere (link al video originale). A quel punto, qualcuno decide che, dopotutto, la perfezione può essere migliorata.

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