Formidabile compendio di follie stradali russe

Auto Video Russia

Per le vie asfaltate della Russia c’è soltanto il ghiaccio. Gelido, che pervade il manto stradale rendendolo sdrucciolevole ed insicuro, e poi caldo, bollente come linfa vitale, che scorre nelle vene di chiunque abbia il coraggio di mettersi al volante in quei particolari luoghi automobilistici, territori estremi che Internet ha ormai reso leggendari. Non c’è una specifica, singola ragione. Semplicemente, è così. Strada russa=brivido fuori controllo. Non a caso, l’adrenalina scorre abbondante in questi quattro minuti di assurdi incidenti, raccolti dalla community Auto Video (Авто Видео) e ripubblicati su YouTube presso il canale di 1nikol111, durante i quali decine di passanti inconsapevoli, ed un cane, sfuggono per un pelo ad un decesso molto prematuro. La storia della viabilità internazionale ha purtroppo dimostrato come nessuno, dovunque, sia veramente esente dal pericolo di trasformarsi in pericoloso automobilista mannaro, immemore delle consuete regole del vivere civile. Anche persone come le altre, tranquille, caute e prudenti, trasfigurate dal suono del motore di una potente auto sportiva hanno assunto personalità irriconoscibili. L’unico modo di allontanare tale fenomeno è restare coscienti dei propri limiti, prestando la massima attenzione all’ambiente circostante. A meno di non volersi affidare completamente alla dea Fortuna. Un gesto di cui è molto facile pentirsi, persino in Russia.

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L’uomo dei razzi costruisce una bici

Colin Furze Bike

Non c’è niente di meglio, in una giornata nebbiosa, che montare in sella a un fragoroso pulsoreattore, per esplorare la brughiera inseguiti da una terribile scia di fiamme. Colin Furze è il giovane stuntman inglese, con un ricco background nel campo dell’idraulica, che detiene con orgoglio i record mondiali di: falò più grande, motociclo più lungo, carrozzina per bambini e scooter per disabili più veloci. Nella sua nuova folle bicicletta, messa insieme impiegando tecniche anticonvenzionali nel suo garage del Lincolnshire, si può individuare la più perfetta applicazione del progetto dell’inventore francese Victor De Karavodine, colui che ai primi del ‘900 ebbe l’idea di far sviluppare la combustione ad un gas volatile fra la presa d’aria e l’ugello di un trombone d’acciaio, privo di alcun tipo di valvola o altre parti soggette ad usura. Certo, il veicolo di Colin si presenta con tutte le tipiche limitazioni di un prototipo. La bombola del carburante deve essere tenuta in mano da un assistente, costretto a seguire di corsa la strana diavoleria metallurgica. Soltanto in un secondo momento il gruppo avrà l’idea di eseguire un test della velocità massima, caricando il pesante ma essenziale contenitore a bordo di un furgone, quello impiegato per giungere sul luogo dell’esperimento. Liberatosi del suo limitatore umano, l’esperto daredevil riesce così a raggiungere con facilità i 50 chilometri orari, con ottime prospettive di un’ulteriore accelerazione. Purtroppo, in quel preciso attimo di trionfo, il proprietario della pista per aeroplani in cui si sta svolgendo la scena li raggiunge in auto, lamentandosi del rumore. Un suono che si potrebbe descrivere come la flatulenza di un dragone, accuratamente sincronizzata sul fastidioso ritmo dei 50-60 Mhz.

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La ruota gira, la barca sale per 24 metri

Falkirk wheel
Via

Il profeta di Brahan, personaggio mitologico della cultura gaelica scozzese, possedeva una pietra magica con un buco in mezzo, detta Adder stone o pietra delle streghe. Secondo una leggenda riportata dal folkrorista Alexander Mackenzie, guardandoci dentro poteva scorgere visioni del futuro. Nel 1620, a seguito di una di tali esperienze, egli pronunciò di fronte al suo intero popolo queste strane parole: “In verità vi dico, un giorno le barche navigheranno tutto intorno alla collina di Tomnahurich”. Cosa intendesse in realtà lo sapeva solo lui, anche perché tale rilievo boscoso, nei dintorni della città di Inverness, era in pieno entroterra e noto soprattutto come abitazione di fate, troll ed altre strane creature. Però con il senno di poi, quest’uomo bizzarro ci aveva visto davvero giusto. Perché a partire dal 1800 per attraversare le Lowlands della Scozia si fa uso di un tipo particolare di strada, scavata nel terreno e riempita d’acqua: il canale navigabile, un vero prodotto dell’ingegneria moderna. Sfortunatamente, praticamente in contemporanea con il completamento di tale costosa, efficiente rete di collegamento statale, le imprese private scelsero d’investire i loro capitali su di un’alternativa più convenzionale e assai meno affascinante, la stessa dei loro vicini meridionali dell’Inghilterra. E fu così che il popolo scozzese conobbe la ferrovia, lasciando che i suoi splendidi viali d’acqua cadessero in disuso. Nell’ultimo secolo, ben poche imbarcazioni hanno visitato l’affascinante canale di Crinan, il rurale Monkland o il vasto Caledonian, la via che taglia il paese da costa a costa attraverso 60 miglia di villaggi, lochs e viste su panorami mozzafiato. E proprio nessuno aveva percorso, fino al 2002, l’interezza dell’antica via navigabile costituita dai due canali di  Forth and Clyde e quello di Union per il semplice fatto che attualmente, a causa della demolizione di alcuni vecchi bacini a tenuta stagna, nel punto in cui s’incontrano c’è un trascurabile dislivello di 24 metri, l’equivalente di un palazzo di 8 piani. La situazione sembrava impossibile da risolvere, finché qualcuno non pensò di chiamare l’architetto di Edinburgo Tony Kettle, che dopo un’attenta analisi suggerì di costruirci, neanche a dirlo, una grossissima ruota. E che ruota! Guardate un pò qui.

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L’unica moto con una sola ruota

Ryno

Il futuro degli spostamenti veicolari appare incerto. Tra l’esaurimento dei carburanti fossili, la crisi economica e l’incapacità di rinnovarsi di un’industria molto conformista, ovvero quella dei mezzi di trasporto, la familiare automobile sembra ormai destinata a fare la fine di un vetusto dinosauro tecnologico. Fino a 20 anni fa, tutti erano sicuri di una cosa: a partire dal 2000 non avremmo più avuto bisogno dell’invenzione preistorica che più colpisce la nostra fantasia, la ruota. Auto volanti, con bizzarri congegni antigravitazionali, turbine o colossali magneti, ci avrebbero condotto da casa al lavoro passando per i cieli tersi di un pianeta pulito, limpido e silenzioso, alimentate da micro-pile a fusione, fantastici pannelli solari o i pensieri positivi di un’utopia socio-economica appagata e del tutto priva di conflitti. La realtà, come spesso capita, è che i cambiamenti richiedono sempre una fase di transizione, variabilmente lunga e travagliata. E noi quel momento lo stiamo attraversando, forse, con il numero sbagliato di pneumatici. Per tutti quelli che vogliono viaggiare in solitario sulle strade, ma la moto non la sanno portare, e nello stesso tempo disdegnano la costosa soluzione delle quattro ruote, oggi esiste un’alternativa intelligente: RYNO, l’uniciclo a motore elettrico che sembra quasi un Segway, ma permette di restare seduti mentre ci si sposta da un luogo all’altro, in tutta comodità. Al ritmo tranquillo di 40 Km/h, perché la fretta non sempre risolve i problemi della vita. E poi, a quel punto, si potrebbe fare il passo successivo e comprarsi un realistico costume da orso bruno. Tanto per passare inosservati…

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