Bagno di cani con bomba di topi

Rat Baiting

In un deposito d’immondizia, nato dall’inedia dietro a un grigio capannone, si consumano le grida di un’atroce guerra per il trono d’Inghilterra. È la frenesia di una caccia senza quartiere, la corsa sanguinaria senza sosta fino alla vittoria. Lo scontro tra due modi di vedere il mondo: da una parte chi capisce, da quell’altra chi comprende e non perdona. Certo, è il Rattus rattus, mammifero roditore, colui che meglio si è adattato alla moderna società degli uomini e dei loro pari. Non la gallina, che depone poche uova, senza fisime particolari. Né la mucca generosa, piena di tranquillo appagamento. Ma l’essere scattante che si nutre degli scarti, con eterna gratitudine, e prolifera senza controllo fino a che…Un giorno ci sveglieremo, sulle prime luci di una nuova alba, sotto un mucchio di maligna spazzatura a farci da coperta; sarà il mondo, nauseabondo, ormai ridotto al guscio vuoto di una noce. E milioni di occhi rossi che ci fissano, dai pertugi e i buchi dell’incomparabile immondizia.
Convivenza, che cos’è? Il topo nero delle fogne è per sua natura relativamente piccolo, ma laido. E ladro. Per questo fin dagli anni inverecondi, è stato fatto oggetto di ogni sorta di malizia. Con trappola e veleno, con forca e manico di scopa, l’umana società lo ha mille volte schiantato, smucinato, totalmente sbriciolato; eppure, anno dopo anno, ritornavano le malattie. Peste bubbonica e felicità, gentilmente offerte da baffone, il coda-ritta vagabondo e le sue pulci beneamate. Si stima che tra il 1346-53, con il diffondersi del batterio della Morte Nera, siano periti tra i 75 e 200 milioni di esseri umani. Non c’è davvero da meravigliarsi. Mancavano le muffe di Alexander Fleming, nate per errore da colture tralasciate, ricche di propositi di guarigione. E i molto giusti, bravi cani, provenienti dagli incroci di generazioni.
Guardandoci addietro dall’alto del presente terzo millennio, in cui la tecnologia ci ha finalmente dato il predominio su quasi tutte le cose naturali, è facile guardare tali scene ed esclamare: “Poveri topi!” È l’anima di Mickey, Speedy Gonzales, Jerry e gli altri personaggi della nostra fantasia, dopo tutto, quella che vediamo assunta in cielo, per ogni mandibola di pitbull che riceve la sua sanguinaria gioia del momento. Eppure, pensa pure a questo: non c’è modo maggiormente naturale, di sconfiggere quel male. Quanti esseri innocenti, uccellini e piccoli scoiattoli, di passaggio per sbaglio, sono periti ingurgitando erroneamente del rodenticida…E quanti invece, inclusi gli uomini, hanno ricevuto il bacio della morte da un topino, preso in mano per curiosità! Esiste in teoria, nel remoto futuro, in mondo in cui topi, gatti e cani vivono in totale pace ed armonia. Ma tutto questo non è ora, non è adesso, quindi lascia l’osso e corri, corri e vai.

Leggi tutto

La cosa peggiore da trovare tra il pescato

Sea Lion fishermen

L’equipaggio russo di un’imbarcazione sta per fare un’orrida scoperta, anzi due. Che ogni pesce scheletrato ha le sue spine. E che i pinnipedi con la criniera non dormono quando hanno fame. Come diceva Esopo, l’antico narratore. La zuppa di mare è quel piatto tipico della tradizione povera, che traeva la genesi, originariamente, delle indesiderate rimanenze di giornata. Il rude navigante, tolto il cappello e l’impermeabile, dopo una mattina fra le onde e un pomeriggio tra la gente, qualche volta ritornava a casa, stanco, dalla sua famiglia. Con vongole, seppie, gallinelle nella sacca intelata. Con rombi e scampi e qualche coda di rospo nel taschino, tanto per far da truce ciliegina. Cosa fare, dunque, se non mettere tutto in padella, assieme all’olio e al condimento vegetale… Per un’altra serata semplice, soddisfacente, nutritiva (sebbene alquanto ripetitiva, nei periodi sfortunati!) E c’era un po’ di tutto: il buono, col cattivo, separato solamente all’occorrenza, dalla moglie o dai figlioli sempre attenti, con forchette, con bacchette, con le mani. Un “fare” universale. Oggi, tale tradizione è stata trasformata, come molte altre, nella precisa scelta di chi va al supermercato, compra bestie surgelate, già domate, provenienti, addirittura, da ordinati allevamenti posti sulle coste del Mediterraneo. È ormai difficile trovare, dentro a un piatto di una tale zuppa, occhi galleggianti, pezzi di mandibola o tenere interiora incommestibili, pezzi di coriacee pinne e aculei velenosi. Se capita, sarà un errore. La tragedia che rovina l’occasione. Eppure il mare resta, come sempre lo era stato, imprevedibile. E nel primo contatto, inconoscibile!
Dove si svolga esattamente questa scena, non è chiaro. Il video si è materializzato su YouTube, verso la metà di ieri, in quindici copie parallele, titolate in russo, inglese ed altre lingue. Una cosa è certa: siamo tra le genti di quel paese, il più vasto della Terra, che si estende dall’Europa Orientale fino alle propaggini costiere di Nippon, terra di kanji e samurai. Quelli che dal canto loro le balene, vittime innocenti, le arpionavano da una distanza di sicurezza. Ma la Russia è differente: sul ponte del natante tanto incauto, si ode un grido all’improvviso: “Allarme!” Nella rete a strascico, faticosamente riportata a bordo, non c’è un tonno, né un cetaceo. Non c’è neanche, meno male, un povero delfino sfortunato. Ma…Qualcosa di..Selvaggio. Come se i pesci, stanchi di soffrire, si fossero riuniti sotto il segno del destino. Per evocare, sotto il segno della fine, una creatura che li possa vendicare, liberare dall’occulta schiavitù: “Troll di mare a bordo, salvatevi se potete!”

Leggi tutto

Sanguisuga Succhiatrice Vs. Verme Vagabondo

Sanguisuga rossa gigante

Ah, si. La sanguisuga rossa gigante del monte Kinabalu. Tutti ne parlano, nessuno l’ha mai vista. Dove vive la sanguisuga rossa gigante del monte Kinabalu? Ma non è ovvio…Presso le pendici rocciose del sentiero Mempening, sul più alto massiccio dello stato di Sabah, tra i 2500 e 3000 metri dal livello del mare, dove scava qualche piccola buchetta nel profondo humus dell’ombroso sottobosco. Resta giorni, settimane o mesi lì, dormiente. Finché non cambia la direzione delle correnti aeree del pianeta Terra, per l’effetto del monsone, causando piogge, piogge a profusione. Quasi che l’Oceano Indiano stesso, all’improvviso, avesse scelto di riprendersi le compiante terre emerse! Siamo in Borneo, dopotutto. E allora scorre, a fiumiciattoli e torrenti, l’acqua dalla cima più alta di quell’alto rilievo, detta Low (che vuol dire basso, a ma sarà una coincidenza). E bagna i fusti delle piante carnivore Nepenthes, tazze della perdizione. E interrompe i voli di perlustrazione delle aquile serpente. E scaccia via la donnola malese. E invade, soprattutto, la sala principale di una mistica caverna, detta Paka, che si trova, guarda caso, sul sentiero Mepening, nello stato di Sabah, verso i 3000 metri di quel monte Kinabalu (dove vivono le sanguisughe rosse) giusto a pochi passi da…
Ci sono due tipi di esistenze, a questo mondo: con-una-sola-bocca, oppure-due. La tipica sanguisuga ematofaga, che ha ben poco a che vedere con il mostruoso predatore in oggetto al video, ha due aperture, entrambe utili a succhiare. Una volta saldamente assicurata, per i denti acuminati della prima, alla vostra caviglia o all’avambraccio pieno di entusiasmo, presto o tardi, cautamente, si attaccherà anche all’altra estremità. Per assimilare, come una zanzara, anzi ancora più spietata, il doppio dei fluidi, in metà del tempo. Estremamente conveniente! Anche alcune caverne, dal canto loro, dispongono di meccanismi come questo. Così l’acqua, quando piove, entra da una parte e dopo scorre via. Non si allaga nulla, niente fugge per diffondersi nel mondo, impreparato. Ma la caverna Paka del monte Kinabalu, ha-una-sola-bocca, ahimé. E una volta piena, inizia a vomitare, acqua, acqua, e una quantità incommensurabile di vermi…

Leggi tutto

Odi et Amo, miserabile iPhone 6

iPhone 6 shoot

Se un idolo sta corrompendo l’innocenza della tua anima immortale, non pensarci troppo a lungo. Prendi quel totemico tentatore, mettilo per terra, schiaccialo col tacco dello stivale. Se il feticcio è fatto di alluminio liquidmetal, vetro infrangibile, processori intelligenti e circuiti di mille valvole, non limitarti a così poco. Usa gli strumenti che il buon Dio ci ha regalato: come il fucile da cecchino semi-automatico calibro 50 Barrett M82, con mirino termico di precisione, molto efficace contro obiettivi quali stazioni radar, camion, aerei e elicotteri parcheggiati. Nonché il principale avversario di Guglielmo Tell: la mela.
Morte, distruzione, annientamento. La luce genera le zone oscure in cui spariscono gli umani preconcetti. Più forte è la luce, più si allungano le ombre. Così diceva il primo dei Quattro: se il tuo occhio destro di conduce verso il peccato, cavalo quanto prima, gettalo via lontano. Se la mano destra è colpevole di un brutto gesto [prendi un’ascia] dagli un colpo, forse un paio all’occorrenza, poi buttacela sopra, di traverso. È meglio rinunciare a qualche piccola parte di te, piuttosto che finire tutto quanto tra le fiamme eterne della Dannazione! Sottinteso: pensaci bene, prima di desiderare la donna d’altri… Era una metafora, o così si usa pensare. Sono, in effetti, ben pochi i credenti della corrente principale che si siano mutilati, fatti a pezzi, tagliuzzati, tolti la grazia della percezione tridimensionale. Ma il mondo è vasto e variegato, quanto gli aspetti plurimi della divinità. E sette misteriose, tetre eresie Orientali, hanno praticato attraverso i secoli altrettante forme di crudele abnegazione di se stessi. Finché non si giunse, attraverso vari tentativi, alla soluzione (quasi) non-violenta del problema: il capro espiatorio.
Amorevolmente accudito attraverso i mesi di una tranquilla gioventù, il cucciolo prezioso di un villaggio, piccolo batuffolo peloso, possibilmente nero o a macchie marezzate. Il primo, tra gli animali dell’ancestrale fattoria, ad essere oggetto di una sincera forma di affetto e considerazione. Non per la carne, ma per ciò che era in se stesso, quello poteva fare a beneficio della collettività. Finché un giorno, all’improvviso, il contadino si fingeva atterrito e senza fiato: sotto i suoi occhi increduli, l’amabile bestia si era mostruosamente trasformata. Ecco che spuntano due corna dalla cara testolina; un chiaro e turpe segno del Demonio. Strana coincidenza, ottimo segno del destino. Già sfilano le statue di santi ed eroi per le strade, accompagnate da candele, toghe bianche, flautisti e suonatori di tamburi. Festa grande nella piazza! Perché è giunto il tempo, l’ora lungamente attesa. Da domani, tabula rasa. Nessun peccatore calcherà più questo selciato, attirando sguardi non piacevoli da Chi ci guarda da lontano – a far da parafulmine, quel piccolo di capra indemoniata. Già il sacerdote con l’alta mitra rossa, dalle pieghe del mantello sta estraendo uno strumento acuminato. Nel silenzio carico di aspettativa, si ode l’orrido belato della fine…

Leggi tutto