Lo scoiattolo che aveva un cane…

Scoiattolo con cane

…Per nascondergli una ghianda in mezzo al pelo! Ricchezza non vuol dire avere molte cose, ma sapersi accontentare. Fra le steppe del khanato, in mezzo ai monti svizzeri e fra le dune di aridi deserti, Wally, lo scoiattolo del Nuovo Mondo, con Jax, grosso cane da pastore delle Alpi, entrambi viaggiatori di fantastiche avventure, abitanti di una casa umana, ben sapranno di avere quella cosa, solamente: la bacca sgranocchiabile dell’albero di quercia. Cibo loro, tesoro di una vita. Mille volte il piccolino la nasconderà, ripensando ai buchi cortecciosi della sua infanzia, dentro al luogo più sicuro che conosce. La montagna, l’albero, il suo compagno insonnolito. E quanto grandemente lo aggroviglia, l’enorme materasso, quale parapiglia,  sulla scura pelliccia cànide invernale, da lui frugata con ostinazione, per mettercela dentro, farcela restare. Ma la ghianda ricadrà, sempre. Quale ostile gravità. Questa è vera crudeltà. Che buffa situazione in questo breve video… La scena viene dal canale YouTube di Shannon Apple, fortunata proprietaria di entrambi gli assortiti eroi. La quale vive quotidianamente, o almeno così pare, dentro al mondo di un cartoon.
Cominciamo con il peso massimo, quello, tutto sommato, meno inusuale. Il bovaro del bernese, antenato molossoide del Rottweiler e del San Bernardo, cane dagli splendidi occhi neri. Dotato, come da ancestrale pedigree, di tre insegne fortunate: il ferro di cavallo disegnato sopra il muso, la croce svizzera sul petto e un punto bianco, dietro al collo, normalmente detto “il bacio”. Fiero comandante delle greggi in mezzo ai monti, naturale difensore dei bambini e pure portatore, secondo vecchi resoconti, di carretti agresti col raccolto. Con un folto manto, caldissimo e inadatto, purtroppo, a contenere delle ghiande. Il suo placido contegno, la sua pace, si riflette in una gradevole espressione di tranquillità. Lo Zen del quadrupede satollo. Però tradizione vuole, nell’immaginario narrativo, che a ogni forte corrisponda un furbo. Ah, lo scoiattolo! Quante storie. L’unico animale così carino, al tempo stesso tanto detestato. Che devasta mangiatoie per uccelli, rovina i giardini e mastica i cavi rovinando costosissimi generatori. Niente lo ferma, quando vuole raggiungere qualcosa. Penetra nei muri e i sottotetti, per mangiare il vostro cibo. Ed alla fine, nonostante tutto, lo amerete.

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Polli cocainomani sloveni

RollingHedgehog

Gallina golosa, ti ho dato i semi e tu ti sei sniffata la farina. Questo, pressapoco, potrebbero dire il bucolico Andrej con la moglie Ana, entrambi originari della città di Lubjljana, rivolgendosi agli occupanti del pollaio, ormai degenerato. Lo stato morale dei giovani pennuti d’oggi…Esci la mattina per andare a far la spesa, con il tuo Apecar fiammante, non sai cosa trovi al tuo ritorno. Forse spinte alla follia dal canto rompiscatole della tremenda tortora di sottofondo, piuttosto che traviate da una TV sempre più pacchiana e dozzinale, magari pure dalla cattiva compagnia di un gallo nero, quelle cinque scapestrate, hanno assunto delle sostanze che stupiscono. Stupidi stupefacenti, da risucchiare con un singolo fiato di becco beccaccino. Sotto lo sguardo accusatore di un’anatra di strada, perenne guastafeste dell’azienda. Niente d’illegale, s’intende, visto che siamo nel mondo fantastico del viral marketing internettiano. Ma quante uova potenziali mai covate, quanti sogni infranti di bei voti e un brillante futuro all’accedemia del pollame!  Gli uccelli seguono la strada della semplice evidenza. Per questo assumono i vizi del contesto. Galline che si drogano? È la fine della vecchia fattoria (oh!) L’inizio di una nuova era. I nostri figli non potranno che invidare le frittate, i dolci e tutto ciò che viene fatto con il frutto tondo del pulcino. O forse era l’opposto, a dire il vero non si è mai capito.
Il breve video, divertente nella sua spontaneità rurale, costituisce l’ultima iniziativa pubblicitaria del portale Rolling Hedgehog (il Porcospino Rotolante.com) l’iniziativa fruttifera di due ragazzi sloveni stanchi di vivere in città, che si sono messi a coltivare la terra per l’auto-sostentamento, producendo anche conserve ed oggetti artigianali da rivendere sul web. Chiunque fra noi ancora graviti ai margini del mercato del lavoro, in questo 2014 travagliato, non può che invidiare tale soluzione. Sfruttare la terra, piuttosto che essere sfruttati, in attesa di un impiego fantomatico che non alla fine non arriva mai. Lontani sono i tempi della mentalità medievale. Dalla gleba, oramai, può venire solo il bene, oltre al pane. Tutto il resto è frutto della mente.

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Il primo bagno del gufetto

Kuu-chan

Nessuno ha mai addomesticato degli uccelli come questi. Attenti percorritori delle notti americane, sempre in cerca di una preda, i gufi della specie megascops kennicottii hanno lo spirito libero tipico di ogni rapace. Becchi ricurvi. Zampe prensili con unghie acuminate, per ghermire meglio topi, insetti o mani umane. E il temperamento di un Gremlin che abbia mangiato appena dopo mezzanotte. Persino il giapponese anonimo, proprietario del canale Kuu owl, nonché dell’omonima creatura, la definisce a malincuore “una bimba un po’ cattiva”. Che però “Si sta abituando” …Poco a poco, senza troppi rischi per il suo padrone. Questo, in effetti, è il notevole vantaggio: come gli altri appartenenti della sua famiglia, la graziosa Kuu, anche una volta adulta, misurerà all’incirca 20 cm d’altezza.  Forse appena un paio in più. È una strigide mignon, per così dire, fin da quando uscì dall’uovo, lo scorso aprile (questo video risale alla fine di settembre). Ma che la piccola screech owl sia poco comprensiva dell’ambiente umano non importa, quando sa apprezzare così a fondo le comodità. Messa nella ciotola, come un cagnolino e come un gatto, la rapace si abbandona al gusto di lavarsi, dimentica dei boschi e delle scorrerie. A differenza degli altri animali domestici, però, invece che restringersi per l’acqua, un’immagine ridicola, s’ingrossa sempre più, aumentando conseguentemente il fascino. Le sue piume gonfie diventano un cappotto, una palla soffice da accarezzare. Con quegli occhi giganti, ricorda vagamente il pupazzetto Furby. Non fa venire voglia, anche a voi, di portare a casa un gufo? Ecco, non fatelo.
Famoso è il caso dei barbagianni e degli altri titonidi d’Inghilterra, adottati sull’onda del successo di Harry Potter, ben presto tristemente abbandonati. Un gufo, qualunque sia la provenienza, non è certo come un pappagallo. Tanto per cominciare, mangia solo carne; proprio come avviene in casa di un serpente, Kuu-chan si è probabilmente vista riservare dello spazio in frigo, uno scomparto pieno di roditori surgelati. Ingoiandoli interi, ma digerendoli soltanto in parte, rigurgiterà in giro peli ed ossa, amalgamati in palle appiccicose. La cosa potrebbe anche darvi fastidio, per dire.

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Lo strillo penetrante della rana mangiatutto

Budgetts Frog

Quel dito, che dito. Gli occhietti della bestia, affioranti dall’acqua paludosa, lo seguivano con attenzione. Uno scatto fulmineo verso destra! Lei, rapida batrace, si ritrasse con fare minaccioso. Non pareva veramente spaventata, piuttosto, dimostrava un chiaro languorino. Gli uccelli tropicali e i molti insetti del Gran Chaco, schegge colorate d’ineffabile natura, cantavano la loro melodia. Spiccavano degli esseri umani tra le fronde, con due bianchissimi elmetti coloniali. Chinati su…Qualcosa. L’acqua si agitava, increspata da un leggero movimento. Si ode una profonda voce, dall’ineccepibile inflessione british: “Scommetto 2 sterline che non osi farlo” Mesi di viaggio, per terra e mare, li avevano portati a questo punto. L’esperto esploratore John Graham Kerr, laureato di Edimburgo, con il suo assistente, ancora un ragazzo, dentro agli occhi l’entusiasmo puro per la scienza. “Io non ce lo metto, quella morde” Rispose il primo. “Fallo e gli darò il tuo nome”. Gobble-gobble, fece la rana. “Allora O-K, mio stimatissimo collega”. D’un tratto i grilli tacquero, come fossero meditabondi.
Lo zoologo inglese John Samuel Budgett, nato 13 anni dopo la pubblicazione de L’origine delle specie di Charles Darwin, visse in un’epoca di grandi scoperte e classificazioni. Ben volendo fare la sua parte, viaggiò fino in Gambia e risalì l’interminabile fiume Niger, alla ricerca del mitico polipteriforme, un pesciolino primitivo, cardine fondamentale per la mappatura dell’evoluzione. A causa delle molte peregrinazioni, tra cui la spedizione in Sudamerica di Kerr, contrasse la malaria in gioventù. Nonostante questo, da patriota convinto quale era, contribuì all’addestramento dei soldati da inviare presso il secondo fronte Boero. Morì a soli 32 anni, lasciandoci parecchie cose. La più buffa, probabilmente, è proprio questa qui. Misura circa 13 cm.
La creatura verde oliva della palude boliviana si erse sulle zampe posteriori, balzando goffamente fuori dallo stagno. Bella cicciottella, era, con la bocca larga quanto il corpo. La spalancò feroce. La sua mascella superiore, come quella di un serpente, si presentava con parecchi denti sottilissimi ed aguzzi. In opposizione a questi, sulla mandibola, due zanne puntute da ippopotamo, rivolte verso l’alto. La tecnica del dito non fallisce mai. “Oh, crickey!” Fece Budgett, tirando indietro il braccio. “Uno, due, tre, quattro…Ci sono ancora tutti.” Kerr pareva ipnotizzato: “Credo che stia per…” Fu in quel momento memorabile, che la ranocchia per la prima volta urlò.

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