Dieci cavalli che vengono dal 1909, lungamente sommersi dalle acque dell’Australia rurale, rinascono, roboanti, grazie all’apporto di un corposo bricco d’olio, il cosiddetto succo della roccia. Petroleum puro, carburante primordiale. Siamo qui riuniti, dunque, per versarlo in un Motore. Di altri tempi, eccome! Sbuffante, sempre uguale nel suo canto, faceva la sua parte, quando ancora c’erano i nonni dei nostri genitori, per deviare un fiume verso la piazza del mercato, in un luogo niente affatto definito (dove siamo, in effetti, non si sa). Oggi, ripescato, attentamente restaurato, questo arnese torna in moto fra le verdi paratie di un capannone. Il suo proprietario anonimo ha fornito, per quest’occasione memorabile, un grosso pistone di ricambio, rimpiazzando quello che mancava. Ci infatti spiegato, nella descrizione, di come tale componente fosse stato sabotato, tramite l’apporto di una generosa dote d’esplosivo. Così, metallo fulgido che splende al sole, in notevole contrasto con il resto dell’oggetto, quel cuore trova nuova vita, dopo il silenzio delle decadi trascorse. In una macchina davvero, senz’altro, assolutamente….Antica.
L’archeologia è una scienza interessante. Raccogliendo le testimonianze delle civiltà venute prima, si occupa di comprenderne le regole ed i metodi, le procedure. Scoperchiando tombe egizie o necropoli dimenticate, si ritrovano le cose più diverse. Dall’utilizzo spesso misterioso. In ambito artistico o nel campo della religione, tuttavia, poco cambia, neanche al giro degli eoni: un implemento sacro, pure se desueto, non lo resterà per sempre. Basta il desiderio, per tornare a venerarlo. Se invece un giorno, ancora da venire, un visitatore d’extramondo irrompesse nel deposito di una compagnia dei nostri giorni, ritrovando computer, modem, stampanti e telefax… Forse non li capirebbe. I meriti della tecnologia, da sempre, sono transitori. Se trasmetti dati con la forza della mente, o governi il movimento delle micro-particelle, che te ne fai dell’informatica? Viaggiatore delle stelle, come puoi comprendere tu questo fascino, del canto di un tenore arrugginito?