L’hovercraft pensato per chi gioca a golf

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C’è qualcosa di speciale in un golf cart. Il tradizionale veicolo usato per spostarsi tra una bandiera e l’altra dei verdeggianti links è in genere concepito per raggiungere una velocità di appena 20-25 Km/h, sfruttando dei piccoli motori elettrici o a quattro tempi. Eppure la sua candida livrea, le minuscole ruote, l’aspetto squadrato e tranquillo finiscono per ispirare in molti guidatori uno spontaneo senso dell’avventura. Si tratta dell’indistinguibile fascino di un mezzo diverso dal solito, lo stesso che caratterizza go-kart, furgoni dei gelati, Formula 1 e le recenti hatchback sportive di certi produttori tedeschi o giapponesi. Sarà ora, tutto sommato, di rinnovarlo… Perché non solo i dilettanti alle prime armi, ragazzi e ragazze neopantentati, ma anche gli esperti veterani di questo sport possano ritrovare, al volante della simpatica automobilina, il fascino di guidare, per una volta, oltre le regole del semplice buon senso. O del codice della strada. La soluzione fortunatamente c’è già, e l’ha pensata l’insigne Bubba Watson, golfista americano famoso per la potenza del suo drive. Ecco un video di presentazione con tanto di rendering in grafica computerizzata e la giusta dose di aria, gomma e turbine direzionabili. Solo non fate caso alla data di pubblicazione; si tratta del DUE aprile, quindi sarà meglio crederci al 100%. Per guidare, e tirare, là dove nessun giocatore aveva fatto prima.

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Il vagone della metro in cui tutti chiedono l’elemosina

Panhandlers

Panhandlers è il termine inglese di uso comune, molto frequente negli Stati Uniti, con cui ci si riferisce a tutti coloro che avessero incontrato, per una qualsiasi ragione, la necessità di chiedere l’elemosina per strada. Letteralmente significa “[colui] che tiene un cesto” e si riferisce al classico recipiente, spesso sostituito da un cappello, messo dai bisognosi sul marciapiede come implicita richiesta di denaro, oppure da far passare tra la gente, cercando l’altruismo di un qualche sconosciuto in mezzo alla folla. Questa parola viene spesso tradotta, in Italia, con il termine mendicante. La maggiore concentrazione di panhandlers si trova, ovviamente, nelle grandi metropoli, in luoghi di alta visibilità come parchi, giardini, zone commerciali e nei treni della metropolitana. A New York City, in particolare, è statisticamente molto probabile incontrarne anche più d’uno nel corso di un singolo viaggio, specialmente se ci si muove nelle ore di punta; ma persino lì, una situazione come questa non l’aveva mai vista nessuno. Non è un caso: questo è l’ultimo scherzo di Gary Lee Mahmoud, un comico locale, messo in atto con lo scopo di far sorridere ma che riesce, se guardato con il giusto spirito, a dare anche un pò da pensare. Il titolo, già di per se un programma, è Panhandler Party.

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Una spia russa che assalta il forte dei pupazzi di neve

Russian Vs Snowmen

In questo video non tutto è ciò che sembra. Il potente e grosso mirino, da cui scrutiamo con l’eroico protagonista le postazioni belliche nemiche è in realtà parte di un’arma, per certi versi, inadatta: una piccola pistola, pensata per il combattimento ravvicinato. La carota arancione che spunta, stranamente, oltre un muro di granito non è un semplice ortaggio, ma il primo segno di un avversario insidioso. Si tratta del naso di un’effige: il pupazzo di neve, simbolo antropomorfo del gelo stesso. Eppure, questo fantoccio decisamente inerte e non troppo minaccioso, nel giro di qualche secondo finirà per farci anche un pò pena. Perché ad organizzare l’ardito assalto, portato avanti senza alcun risparmio di energie, c’è scottdw, filmmaker e autore musicale salito di recente nell’olimpo delle visite pluri-milionarie su YouTube, grazie ai suoi grandi successi virali Fruit Ninja to Dubstep e Flying Kittens to Hip Hop. Balzando fuori dalla foresta, l’agente segreto in pelliccia appropriatamente mimetizzata (candida come un’orso polare) sfodera, una dopo l’altra, le sue molte armi. Doppie pistole in stile Matrix, carabina, mitragliatrice, spada da samurai e granate. Tra un’eliminazione e l’altra, trova anche il tempo di pronunciare un torvo e ironico saluto, digrignando i denti. In russo, ovviamente, perché questo è il linguaggio più legato nell’immaginario comune, e nella memetica digitale, alla natura inospitale dell’inverno: “Dasvidania, tovarish!” E benvenuta a te, primavera!

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Come ammaliare uno struzzo

Ostrich Taming

Aveva ragione Wolfgang Amadeus Mozart: nulla è impossibile per chi possiede un flauto magico, senso d’iniziativa e il raro dono dell’orecchio musicale. Il suono di una languida melodia ammansisce le creature e ne placa gli animi. Guardate, abitanti della Tracia e dell’Illiria: come l’antica regina Arsinoe cavalcherò la bestia verso il tramonto, oltre la montagna del Destino! I miei colleghi viaggiatori dicevano che ero pazzo, perché ho sempre creduto nell’antica profezia. Ma fu mia l’idea di aprire il sarcofago ancestrale e trarne lo strumento leggendario. L’esercito del Signore Oscuro circonda ormai il Ducato, ci resta un’unica speranza…Occorre che un discendente della stirpe magica, sangue degli elfi oscuri, risalga il fiume Derebion in cerca della Spada della Concordia. Nessuno dei guerrieri sapeva cosa fare. Sono stato io, realizzando quanto scritto nei diari del monaco cenobita, a recarmi nel sacro recinto degli uccelli del deserto. La luce abbagliante del sole si riflette sul portale di pietra e ossidiana decorata, adorno delle ossa degli eroi; molti, ahimé, sono periti prima ancora d’iniziare questa ardua Cerca. Fra gli anziani del villaggio, testimoni del mio sconsiderato gesto, cala il silenzio. Mi porgono le briglie speciali create per la mia missione, ma non pensano davvero che farò ritorno. Che ne sanno, in fondo? L’antro del mostro è una voragine scavata tra le sabbie del bush, più nera di un’eclissi millenaria. Facendomi luce con la torcia oleosa, discendo una sconnessa scalinata. Il suono tintinnante della mia armatura, riecheggiando tra lontane pareti, rafforza l’atmosfera surreale…

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