Il camionista che doveva scaricare, ma nessuno lo aiutava

Scaffolding

Il bambù è una pianta straordinaria. Non solo cresce più velocemente di ogni altra al mondo, ma è anche tra le più flessibili e resistenti. Nei tipici film d’arti marziali, l’eroe lo sfrutta per proiettarsi da un lato all’altro della foresta, tra feroci dragoni e pugnali volanti. Nelle città moderne, invece, lo usano per farne impalcature. Perché caricarsi l’acciaio quando si può disporre di tali steli, molto meno pesanti, legati saldamente con semplice e sicuro filo al nylon? L’impiego delle impalcature di bambù, probabilmente su influenza occidentale, è stato bandito in vaste aree della Cina per i palazzi superiori a sei piani. Ma continua a trovare un largo impiego nelle Filippine, a Hong Kong e nell’isola di Formosa, l’odierna e affascinante Taiwan. Proprio in quei luoghi, forse a Taipei, troviamo questo camionista pieno di risorse, che dovendone consegnare un lotto in tempi brevi applica con stile le dinamiche inerziali, nonché la coppia generosa del suo piccolo ma scattante autocarro. Un colpo di frizione o due sono quanto basta a concludere la missione. Si dice che questa pianta sia uno dei quattro aristocratici confucianiinsieme all’orchidea, il pesco e il crisantemo, e di certo qui non la vediamo trattata con particolare rispetto o deferenza. Ma d’altra parte, un lavoro portato a termine con ingegno nobilita, inevitabilmente, l’uomo. E la pianta. Un pò meno, magari, le sospensioni.

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Trovato l’anello mancante fra pattini e skateboard

Freeline

I mezzi di trasporto più convenzionali comportano significativi sprechi: perché usare grossi autoveicoli quando si può andare in motorino? Perché spendere soldi in benzina se ci sono le biciclette? Per non parlare delle ingenti risorse impiegate nel costruire pneumatici, manubrio e sellino. Sarebbe più economico un monopattino. O ancora meglio, se si appartiene a quel gruppo elitario di persone che siano anche dotate di un ottimo equilibrio, spostarsi usando l’essenziale e semplicissima tavola da skateboard. Ma nel mondo moderno, in cui la cultura dell’ecologia assume ogni giorno un maggiore grado d’importanza, persino il legno è prezioso. Sarebbe meglio ridurne l’utilizzo. In fondo, ciò che conta sono solamente le ruote.  C’è una compagnia americana, nata grazie alla visione dell’amante degli sport estremi Ryan Farrelly, che ha immesso da qualche anno sul mercato un nuovo approccio al problema umano degli spostamenti su strada; un sistema improbabile, difficile da usare, certamente non alla portata di ogni tipo di utilizzatore. I Freeline Skates nascono come ausilio alla rischiosa pratica del downhill urbano, ovvero la rapida discesa di strade asfaltate mediante l’impiego di alcuni tra i più potenzialmente instabili fra tutti i veicoli del mondo sportivo: la tavola da skate, il longboard e i pattini in linea.  E nonostante la loro stranezza, questi nuovi dispositivi sarebbero anche più agili e flessibili di ogni alternativa tradizionale. Qualità che sono riuscite a trasformarli, insieme alla loro originalità, nello strumento preferito dal professionista Mattie Tyce, protagonista di questo video acrobatico freestyle.

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Sgommando al millimetro con macchine telecomandate

RC Drifting

Per quanto siano abili e preparati, non tutti gli assi del volante possono fare drifting. Servono anche un certo istinto e la mentalità allenata di chi è portato all’improvvisazione. Una dote che traspare facilmente dall’originale approccio della community DRIFT44 verso questo sport, qui reinterpretato con rigore ma in scala assai più ridotta: usando tavoli, cortili, davanzali e scalinate questi ragazzi proiettano le loro automobili radiocomandate a velocità proporzionatamente elevate, effettuando figure e parcheggi al limite del possibile.
Mentre si sbanda sulle curve di un sinuoso circuito improvvisato, calibrando i giri del motore con attenzione per mantenere il prezioso sovrasterzo, basta poco per finire fuori gara. La spettacolarità di questo tipo di competizioni nasce proprio dal senso di precarietà che sono in grado di trasmettere agli spettatori. La fisica inerziale che governa un’auto lanciata di traverso, liberata temporaneamente dalla sua naturale trazione, è un fattore ipotetico e incostante, sempre pronto a sottrarre ogni parvenza di controllo dalle mani del pilota. Benché non venga corso alcun reale rischio nel corso di questa esibizione, ciò non toglie alcun merito alle abilità coinvolte, nonché alla creatività mostrata nelle assurde situazioni proposte e nel montaggio dal ritmo sincopato e coinvolgente. Il video, trovato sul canale di YouTube VidzCreative, mostra in sequenza la serie più riuscita dei loro molti esperimenti.

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Una gomma a terra non fermerà gli stuntmen sauditi

GlMood

Questo gruppo di stuntmen dell’Arabia Saudita, avviati in tutta tranquillità verso una scampagnata in jeep, fondamentalmente non stavano facendo nulla di trascendentale. Conversando amabilmente, si erano sdraiati al sole e fumavano un pò il grosso e sfavillante narghilé. Naturalmente, le ultime due attività avrebbero la fondamentale caratteristica di esprimersi al meglio non tanto negli spazi chiusi e stretti di un’automobile in movimento, quanto a lato della strada o comunque all’aperto. Qualora si abbia invece una tremenda fretta, e non volendo assolutamente rinunciare al proprio comfort di viaggiatori, idealmente si dovrebbe per lo meno disporre di un’auto cabriolet. Beh, a guardare il loro video ci sarebbe un’altra soluzione… Basta avere un buon senso dell’equilibrio e una lunga strada diritta innanzi a se. Guidando su due ruote tutto diventa possibile, persino aprire lo sportello del lato passeggero e ritrovarsi d’improvviso i privilegiati possessori del balcone su ruote più veloce e tendenzialmente instabile al mondo. Giunti a quel punto, anche dovendo cambiare una gomma, perché fermarsi?

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