Un robot che tira fuori le bibite dal distributore

ioduremetallique

Ci sono dispositivi e sistemi tecnologici ai quali, per varie ragioni, viene concesso un ragionevole margine di errore. Un pixel difettoso, perché il processo di produzione dei cristalli liquidi non è ancora un campo in cui tutto sia preciso e definito. Un software malevolo sfuggito all’antivirus, appena sguinzagliato sul web e dunque ancora fuori dal database dei rischi conosciuti. Un flipper che non reagisce alla pressione del tasto da parte del giocatore, con conseguenze anche gravi sul suo punteggio finale. E poi ci sono le cose davvero imperdonabili. Come quando in piena estate, con 30 gradi all’ombra, ci si trascina faticosamente verso il sollievo promesso da un distributore di lattine, miraggio rinfrescante di luci al neon e grafiche colorate; si sceglie con entusiasmo il fluido agognato, si estrae l’ultima moneta dal portafoglio e con sicurezza s’inserisce nella fessura, pieni di aspettativa per l’imminente idratazione. Allora si preme il fatale tasto rosso ma…Non succede quel che dovrebbe. Magari la lattina resta incastrata, oppure il meccanismo fa cilecca, per un qualche motivo la bevanda si ferma al di sopra del vano di accesso e…. Che fare allora? I più educati rinunciano a malincuore, dopo un colpetto o due al massimo, per andare sconsolatamente in cerca di un bar. Qualcuno si sfoga con impeto sull’iniquo meccanismo, smuovendolo da una parte all’altra, per far cadere ciò che dopotutto gli spetta di diritto. Ioduremetallique invece, studente d’ingegneria, tira fuori dallo zaino il suo assurdo braccio filocomandato robotizzato, nome in codice Roboarna, in grado di estrarre qualsiasi lattina ricalcitrante, neanche fosse un pisello nel suo baccello.

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Twitter, un grosso uccello che assilla i passanti

Gaillard Twitter

“Quel dannato pennuto azzurro cielo.” È notte tarda, in una città non meglio definita del sud della Francia. Il tepore primaverile diffonde un senso di tranquillità, che mai farebbe pensare a un qualcosa di sovrannaturale. La moglie dell’uomo sta cercando di consolarlo da diverse ore, ormai. “Estelle, non sono pazzo, capisci? C’è un uccello che mi segue. L’ho visto al centro commerciale, poi era lì, nel parcheggio. Quel delinquente…voleva rubarmi l’auto!” Estelle conosce bene suo marito, sa che è una persona con la testa sulle spalle. Il più delle volte. “Caro, vuoi spiegarmi questa pazzia? Gli uccelli non guidano la macchina!” Non ne può più di starlo a sentire. Dall’ora di cena stanno appostati in soggiorno, nel loro appartamento al piano terra, con le tende tirate per non vedere fuori. Mentre lui perde sempre di più il controllo di se stesso. “Era lì, era lì ti dico” Le mani nei capelli, la bocca contratta in una smorfia di sofferenza “Nessuno mi crede! L’uccello si nascondeva sul campo da golf, non mi ha fatto tirare!” E che diavolo, pensa lei. Quando mai si è visto un uccello gigante, con i piedi gialli, le piume azzurre e un ciuffo peloso sulla testa? Se solo avessi dato retta a mia madre. “Basta! Mi vuoi spiegare che…” Lui d’un tratto sembra trasalire, come se avesse sentito o visto qualcosa di tremendo. La giovane donna osserva attentamente il suo volto, segue la direzione dello sguardo. Verso e oltre la finestra della cucina, lasciata aperta per una svista. Nota qualcosa nel buio del cortile, che si avvicina silenziosamente. È un’ombra indistinta, dagli occhi tondi e penetranti. “Sigh!” Si volta di scatto. L’uomo di casa, nel frattempo, giace sconvolto sul divano. “Dannazione!” Colta da un’improvvisa ispirazione, Estelle apre l’armadio, tira fuori un pesante ferro 9 e preme l’interruttore accanto all’ingresso. Le luci si spengono. Abbassa la maniglia della porta, la spalanca con un calcio rabbioso e poi….

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Sarà meglio non provocare i ninja urbani di Montreal. Altrimenti…

Ninja Montreal

Se incontri un ninja per la strada, sfidalo! Ma sii preparato, perché costui potrebbe avere dei rinforzi. Del resto, in una delle più affollate metropoli canadesi questa sarebbe in teoria un’eventualità improbabile. I veri esperti delle shinobi-no-mono (tecniche furtive) agiscono con il favore delle tenebre, lontano dagli occhi indiscreti di potenziali testimoni. Non si siedono nel mezzo di una piazza in pieno giorno, esponendo un laconico cartello con su scritto “FIGHT ME”. Non offrono la mistica katana di gomma a chiunque abbia voglia di mettersi in discussione impugnandola damblé, mettendo così a rischio la fondamentale missione. I servitori segreti dei daimyō, i potenti signori del Giappone feudale, erano troppo preziosi, in un certo senso, per affrontare il nemico a viso aperto. Non così, invece, il gruppo psichedelico dei CrazyUrbanPeople. Il loro attacco a sorpresa infatti, nonostante i costumi appropriatamente misteriosi e il commento musicale da film epico, viene realizzato secondo le regole illogiche di un codice speciale: quello degli abitanti di YouTube, luogo digitalmente folle e profondamente irriverente. Un guerriero dei nostri giorni, anche se veste in giacca e cravatta, non deve accettare le contingenze della vita come indiscutibili imposizioni. Rifiutare la flessibilità, annullare il cambiamento: questa è la sconfitta. Perché se incontri un ninja, sei in pericolo. Se ne incontri 10, la vedo male… A meno che tu conosca la legge scientifica sulla conservazione del ninjutsu: “C’è un totale unico di forza guerriera, suddiviso in parti uguali per ciascuno dei due schieramenti avversi [indipendentemente dal numero dei ninja]”. Perciò impugna la spada, eroe solitario. La termodinamica è dalla tua parte.

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L’hovercraft pensato per chi gioca a golf

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C’è qualcosa di speciale in un golf cart. Il tradizionale veicolo usato per spostarsi tra una bandiera e l’altra dei verdeggianti links è in genere concepito per raggiungere una velocità di appena 20-25 Km/h, sfruttando dei piccoli motori elettrici o a quattro tempi. Eppure la sua candida livrea, le minuscole ruote, l’aspetto squadrato e tranquillo finiscono per ispirare in molti guidatori uno spontaneo senso dell’avventura. Si tratta dell’indistinguibile fascino di un mezzo diverso dal solito, lo stesso che caratterizza go-kart, furgoni dei gelati, Formula 1 e le recenti hatchback sportive di certi produttori tedeschi o giapponesi. Sarà ora, tutto sommato, di rinnovarlo… Perché non solo i dilettanti alle prime armi, ragazzi e ragazze neopantentati, ma anche gli esperti veterani di questo sport possano ritrovare, al volante della simpatica automobilina, il fascino di guidare, per una volta, oltre le regole del semplice buon senso. O del codice della strada. La soluzione fortunatamente c’è già, e l’ha pensata l’insigne Bubba Watson, golfista americano famoso per la potenza del suo drive. Ecco un video di presentazione con tanto di rendering in grafica computerizzata e la giusta dose di aria, gomma e turbine direzionabili. Solo non fate caso alla data di pubblicazione; si tratta del DUE aprile, quindi sarà meglio crederci al 100%. Per guidare, e tirare, là dove nessun giocatore aveva fatto prima.

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