C’è uno sciame di cursori che aspetta solo te

Do Not Touch

Un vecchio detto afferma che “su Internet nessuno può sapere che sei un cane”. Perché il pubblico del web vedrà di te soltanto quello che tu vuoi mostrare. Se non partecipiamo alla discussione, a meno di voler lasciare una chiara traccia, restiamo invisibili. In questo video interattivo, creato per Kilo, l’ultima canzone del gruppo olandese Light Light, c’è una tecnologia in grado di registrare ogni movimento fatto dal mouse di coloro che passano di lì, riproducendolo a beneficio dei futuri visitatori. Cosa ci rappresenta meglio nei computer, in fondo, se non la freccetta del nostro mouse? L’avatar non è soltanto lo strumento degli anonimi di professione, ma un concetto imprescindibile, caratterizzante. Da un’iniziativa come questa si possono trarre molte conclusioni. Alcuni seguono pedissequamente le missioni del testo fornito sullo schermo, come in un videogame. Altri si ribellano, oppure restano passivi. In almeno un paio di casi, a sorpresa, si generano situazioni di cooperazione spontanea, con chiare finalità artistiche o di ribellione. Posti tutti insieme all’interno di uno spazio definito, il riquadro di un movimentato video musicale, i membri casuali di una folla assumono, chiaramente, le caratteristiche di un gregge o di uno sciame. Questo è materiale degno di una tesi sociologica; qualcosa che riesce, giocosamente, a spiegare e definire una piccola parte del pensiero umano.  Se davvero esiste un cervello collettivo, che trascende l’individualità dell’ego, dovrà pur esserci una sua componente minima. Si dice che la distanza coperta dai neuroni, se disposti tutti in fila, sia pari a quella fra la Terra e la Luna. E se noi potessimo prendere le freccette di ogni utente al mondo, chissà dove arriverebbero…

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Il dinosauro di carta stampata che ringhia sull’iPad

Ken_Ottmann

Gli origami migliori sembrano colti in un momento di distrazione, pronti ad animarsi e compiere un gesto fluido e naturale. Talvolta accennano persino le movenze di un vero animale o velivolo a motore: la gru giapponese muove le ali, la rana può azzardare un salto o due, l’aeroplano ben costruito plana lieve per qualche metro o anche di più. Ma fino a qualche tempo fa non avremmo immaginato di vedere un cartaceo Tirannosaurus Rex intento a correre saltellando intorno e sopra ad un moderno tablet, ruggente e malinconico, arrabbiato forse per la sua passata estinzione…E quella che verrà. Perché il più famoso mostro del Cretaceo, in questo caso, è fatto di fogli di giornale, simbolo in cellulosa di un metodo divulgativo destinato forse, un giorno non troppo lontano, allo stesso destino delle grandi lucertole preistoriche. Questa animazione digitale è opera del grafico tedesco Ken Ottmann, che l’ha realizzata con lo scopo dichiarato di applicare le sue doti nei campi grafici del rigging, del motion blur e della profondità di campo. Ma la lunga parola tedesca che compare, quasi casualmente, sullo schermo dell’iPad rivela in effetti il significato metaforico della sua curiosa opera digitale.

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