Il motion capture è un ambito dalle profonde implicazioni filosofiche che si pone al servizio dell’arte drammaturgica, modificando il ruolo dell’attore grazie all’impiego della tecnologia. Oltre il tramite dell’immaginazione, scavalcando i presupposti autorali di un testo recitativo, permette la traduzione di gesti analogici in sequenze ordinate, l’estrapolazione dei sentimenti attraverso lunghe tabelle di numeri e assiomi logaritmici. E poi, trasferiti questi valori all’interno di un contesto digitale, favorisce la simulazione realistica dei personaggi di una storia, non sempre umani. Anche per tale motivo le più recenti evoluzioni in questo campo, giorno dopo giorno, sembrano avvicinarci sempre di più a forme espressive relativamente nuove, quali l’animazione computerizzata e il videogame. Evoluzioni davvero significative, come il prototipo dimostrato in questo video dagli egiziani della Snappers Systems, ultima espressione di un’immagine web ancora non del tutto definita. Yasser El-Sherbiny, fondatore della compagnia, assume a comando una vasta gamma di espressioni; oltre l’invalicabile muro di uno schermo a cristalli liquidi, il suo doppelgänger, opera dell’artista Galal Mohey, le riproduce senza nessuna misura d’esitazione. E talmente fluida è la sequenza, così precisa e naturale, che dopo qualche minuto non si capisce più chi stia imitando l’altro.
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The Apple of Zelda: l’eroe alla conquista del mondo Mac
Chiunque abbia lavorato in un contesto aziendale sa quanto possa diventare lunga la strada da un computer alla stampante. In una giornata ricca di impegni, la coda dei documenti assume l’aspetto di un’Odissea futuribile e complessa… L’agognato fascicolo virtuale, coraggioso e intraprendente, si inoltra fra i bytes di spooler iper-saturi e concorre in velocità contro le scansioni rivali dei colleghi, centinaia di pagine a colori che si frappongono fra lui e il mondo cartaceo cui noi l’avevamo destinato. Se poi il nostro foglio ha sopra un disegnino della principessa Zelda, ci sarà un altro grosso problema da superare: il malefico Ganondorf, re dei Gerudo.
L’Assassina violinista che correva armata nella foresta
La suonatrice di violino e cosplayer Lindsey Stirling ha pubblicato da pochi giorni un nuovo video musicale in cui interpreta la versione femminile di Connor Kenway (alias Ratonhnhaké:ton) il protagonista per metà mohawk del nuovo videogioco Assassin’s Creed. Passata dalle assolate spiagge della California ai freddi boschi della frontiera americana, armata di strumento musicale, ascia tomahawk griffata e letale pistola a miccia, nel corso di tre minuti piuttosto intensi la ragazza canta, balla, suona con evidente passione ed infine riesce persino ad eludere l’occhio attento delle tremendamente scaltre giubbe rosse: una soluzione alquanto nonviolenta per tale critica situazione, in cui l’originale ispiratore della scena avrebbe semplicemente provveduto a far tacere il nemico inglese da quel momento fino all’eternità. La traccia musicale è acquistabile su iTunes a questo indirizzo. Ecco il video che Lindsey aveva realizzato il mese scorso, in cui danzava nei boschi eseguendo un ottimo medley della colonna sonora di Zelda.
I 50 glitch di Skate 3 che cambiano ogni legge della fisica
Chi è Helix Snake? Uno stregone folle che tenta a suo modo di apprendere l’arte della tavola di legno d’acero con le quattro ruote? Una creazione imprevista quanto indesiderata del sistema meta-informatico The Matrix? Oppure semplicemente un nerd allucinato che ha giocato per milioni di ore al videogioco Skate 3, trovando infine ogni suo possibile difetto di programmazione? Qualunque sia il metodo, l’effetto finale è qualcosa di mai visto prima. Nel corso di quelli che forse sono i 10 minuti più strani di YouTube (lo so, potrebbe trattarsi di un’iperbole) l’avatar coronato di questo individuo vola, rimbalza, passa attraverso il pavimento, proietta in aria cumuli di oggetti voluminosi, si teletrasporta attraverso e dentro i muri e si “suicida” in dozzine di modi estremamente coloriti e bizzarri. C’è qualcosa di profondamente comico nel realismo della grafica moderna, ormai perfettamente in linea con la teoria della uncanny valley, che finisce per scontrarsi con i limiti logici di quanto previsto dai suoi creatori. Osservare il malfunzionamento di questo tipo di videogiochi è come assistere ad un cabaret cosmico su scala ridotta, buffo e surreale nella sua totale coerenza a se stesso.