“Non avere paura. L’isola è piena di rumori, di suoni e dolci arie che danno gioia e non fanno male.” così si aprivano a fine luglio i giochi olimpici di questo 2012, citando un brano shakespeariano sul colonialismo e l’industrializzazione. Perché a seguire, tra i fuochi d’artificio e le fiamme scenografiche, sorgevano dal suolo dello stadio le alte ciminiere delle fabbriche, antico emblema di rinnovamento così strettamente legato alla storia e al paesaggio dell’intera Gran Bretagna. Elemento architettonico che, purtroppo o per fortuna, ogni giorno che passa diventerà sempre più insolito e superfluo. Con la progressiva crescita dei paesi emergenti, infatti, fautori di una nuova e più moderna Rivoluzione Industriale, fatta di transistor e servomeccanismi, il governo e le aziende inglesi hanno intrapreso da circa un anno il mega-progetto finalizzato alla demolizione di tutte le vecchie e ormai inutili centrali elettriche a petrolio e carbone, disattivate da tempo, annientando con esse ogni singolo esemplare della loro struttura più caratteristica e riconoscibile: la torre di raffreddamento iperboloide (quella della centrale atomica di Springfield, per intenderci). Di certo le dolci arie della nuova Inghilterra, dotata di un più sincero e profondo senso di attenzione per la natura, danno gioia e non fanno male. Tranne che alle arcaiche ciminiere, vittime inconsapevoli del cambiamento.
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La grande giostra dei 6 cuccioli con ciotola di latte
Questi graziosi cuccioli di Scottish Terrier, appartenenti all’utente di YouTube Bgann, sono qui ripresi mentre s’impegnano nel bere in poco tempo da una ciotola di latte, dotata per sua concezione progettuale di una parte metallica rialzata al centro. Ma ecco che, dopo pochi istanti, nel loro impegno collettivo a risucchiare il delizioso fluido nutriente, gli affamati cagnolini si ritrovano catturati in una sorta di carosello roteante: come i pianeti di un piccolo sistema stellare, o neutroni e protoni intorno al nucleo di un’atomo d’idrogeno, pelose api ronzanti su di una rotonda margherita, seguono col muso baffuto il bianco canale senza fine. La loro danza gioiosa e spensierata, trasformatasi per caso in tale sistema inerziale motorizzato, crea dunque l’occasione di osservare la tendenza sistemica naturale al crearsi di meccanismi efficienti ed armoniosi. Dopo un paio di giri i cuccioli, infatti, non solo ci hanno ammaliato con la loro tenerezza, ma hanno portato a compimento l’agognato pasto con una vorace e stupefacente rapidità. Ciò che gira torna sempre allo stesso punto, ma non per questo lascia il mondo così come l’aveva trovato da principio.
La cavalla che sa come aprire ogni tipo di porta
Si chiama Mariska ed è una cavalla attualmente incinta di razza frisone, che vive nella fattoria Misty Meadows in Michigan, insieme a tre suoi simili, due gatti, quattro polli e i suoi due padroni Sandy e Don Bonem. É uno di quegli animali che, per qualche motivo, sviluppano prerogative insolite, generalmente appannaggio dei soli esseri umani. Infatti Mariska apre le cose. Gira le maniglie, alza i saliscendi, rimuove i chiavistelli, spinge le porte scorrevoli con il muso, solleva i coperchi dei frigoriferi…Nulla, a conti fatti, sembra porre un limite alla sua indole smaliziata e velatamente sovversiva. Gli abitanti delle città sono abituati ad attribuire doti di furbizia e versatilità agli animali che li circondano, soprattutto cani e gatti, ma raramente si pensa alla naturale scaltrezza che caratterizza gli erbivori, come l’equino. Una creatura che nei secoli ci ha assecondato, trasportato e assistito in molteplici situazioni e che solo in epoca recente si è finalmente liberata, grazie all’invenzione dell’automobile, dei suoi compiti più umili e noiosi. I cavalli moderni, trasformati in eroici corridori, attori del cinema e persino artisti dell’evasione, forse inizieranno finalmente a mostrarci quell’intelligenza distintiva che fino ad oggi non avevamo mai notato.
Come i previdenti delfini raccontati dall’autore inglese Douglas Adams, che furono i primi a lasciare il pianeta Terra nel momento della catastrofe aliena pronunciando le famose parole: “Addio, e grazie per tutto il pesce!” Chissà che non finisca invece per trattarsi dell’avena?
Illusione anamorfica: fantasia o suggestiva realtà?
Se la mano è più veloce dell’occhio meglio allora sarà meglio non parlare della telecamera. Persino i prestigiatori dilettanti, grazie all’invenzione della TV, possono dare sfoggio d’incredibili doti manipolative e capacità illusionistiche d’eccezione, facendo misteriosamente svanire le loro avvenenti collaboratrici e gli orologi o portafogli del pubblico con l’abilità di validi e potenti stregoni. Perché se il punto di vista è fisso e registrato, tutto diviene soggettivo: ciò che guardi è solo quello che vogliono farti vedere, non puoi più fidarti di niente e di nessuno. Tranne che di di Djanii threedee, il mago della fotografia anamorfica, in grado di dare corpo e forma materiale alle immagini tridimensionali che dispone sul proprio tavolo.