Il serpente nato da una sola pennellata

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Tra esattamente undici giorni, con la fine dell’anno lunare, il drago cinese che ci ha accompagnato per l’intero 2012 tornerà alla sua dimora celeste, lasciandoci in balìa della sua controparte meno insolita e maestosa: il serpente. Data la recente fine degli anni dotati di doppio zero nel loro nome, non ci sará più possibile indossare la versione brevettata degli occhiali da veglione con numero incorporato, popolari soprattutto tra il 2000 e il 2009 grazie alla forma delle cifre centrali, perfettamente corrispondenti alla posizione dei nostri simmetrici occhi umani. Ecco allora questa proposta alternativa di allegoria geometrica per tale ricorrenza, meno commerciale ma altrettanto creativa, proveniente dal canale di YouTube cyLtt taka, dedicato alla raccolta di notizie provenienti dalla Cina. Nel corso dell’affascinante video, della durata di appena due minuti, assisteremo alla più rapida creazione immaginabile di un proporzionato e nitido serpente pittorico, portato a compimento con un solo sinuoso tratto di pennello, appositamente inchiostrato solo ai margini della parte a contatto con il foglio. Lingua, testa, scaglie e coda appuntita. Il tutto con un fine ben preciso: la scrittura in forma d’animale dei tratti componenti il numero 2013.

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La statua linguacciuta che ha saputo sbalordire la Cina

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Come ben sanno gli abitanti di Roma e tutti coloro che siano passati di recente per la stazione Termini, raffigurare in forma di statua un’importante figura religiosa può portare a significative e giustificate controversie. La mente d’artista infatti, per sua natura incline a ricercare soluzioni innovative e fantasiose, talvolta sceglie di veicolare i suoi messaggi attraverso immagini strane e sorprendenti. Ed è forse questo il motivo per cui, grazie all’opera del (troppo) criticato Oliviero Rinaldi, un papa finisce per vestirsi di un imponente quanto malaccetto manto stilizzato a guisa di campana. Ma chi avesse creduto che tale giustapposizione fosse il massimo dell’assurdo dovrà oggi ricredersi: da qualche giorno infatti, nella lontana e popolosa città cinese di Suzhou una statua lignea in un parco raffigura il saggio Lao-Tzu, sacro fondatore del taoismo filosofico, mentre sgrana gli occhi e mostra l’enorme lingua sporgente con indifferenza piuttosto noncurante, suscitando molte proteste e lasciando basiti gli abitanti della zona.

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Il poema inedito di Tolkien che concluderà a maggio il Ciclo arturiano

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Così come i film di Peter Jackson continueranno il loro movimento a ritroso attraverso la linea temporale del Signore degli Anelli, la pubblicazione delle opere di J.R.R. Tolkien avviene ormai da generazioni con un’ordine invertito rispetto a quando furono scritte. Linguista e accademico oltre che scrittore e poeta, massimo specialista mondiale su Beowulf e filologo prima ancora di diventare inventore d’idiomi e mondi fantastici, il celebre autore inglese fu anche un importante studioso del ricco e variegato corpus narrativo collegato al ciclo di Re Artù. E intorno a questo argomento, è noto ormai da tempo, egli scrisse anche un sofisticato poema epico, di oltre 200 pagine, dedicato alle vicende vissute dal sovrano verso la fine del suo regno. Di tale opera, intitolata The Fall of King Arthur (La caduta di Re Artù) lo scrittore fece menzione per l’ultima volta in una sua lettera del 1955, ma purtroppo la lasciò incompiuta al momento della morte.  Ma d’improvviso, con un colpo di scena letterario degno del Nome della Rosa, non tutto appare più perduto: lo scorso ottobre infatti la casa editrice HarperCollins ha rivelato su Internet di aver ricevuto da Christopher Tolkien, figlio dell’autore, i manoscritti originali del poema e di stare lavorando con lui al fine di portarlo finalmente in libreria. Pochi giorni fa, con tempistica decisamente azzeccata, le due parti hanno infine deciso di rilasciare al grande pubblico i primi, affascinanti versi del libro.

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La danza folkloristica dell’airone bianco giapponese

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La danza degli aironi bianchi, detta Sagimai (鷺舞) è un’affascinante tradizione culturale, in origine parte delle festività shintoiste praticate presso il tempio di Yasaka, a Kyoto, dove antichi dipinti la raffigurano a partire dal XVI secolo. Parte della lunga serie di rituali che si tenevano annualmente in questo importante centro religioso, costituisce la rappresentazione di una leggenda importata dalla Cina, romantica e al tempo stesso un pò malinconica, in cui l’elegante uccello diviene il simbolo dell’amore impossibile tra una dea e un comune essere umano.  La più famosa versione moderna di questa danza, qui ripresa da un inviato del portale Photoguide.jp, viene occasionalmente messa in atto ad Asakusa, uno dei quartieri più caratteristici di Tokyo.

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