Polka e balli da rave party, improbabile miscela

Polka Rave

Sul canale YouTube di Olli Gee, chitarrista del gruppo Death Metal tedesco Fleshcrawlc’è un video davvero singolare. Si tratta di un montaggio realizzato a partire da alcune sequenze di electronic body music, con suggestivi ballerini che spontaneamente si esibiscono per le strade, nei parchi e nei centri commerciali. La loro tecnica, nel contesto di quel particolare genere così strettamente legato agli eccessi delle grandi feste giovanili, sarebbe ineccepibile. Peccato che qualcuno, con una certa irriverenza e un chiaro intento di spiazzare gli spettatori, abbia deciso di cambiare musica. Anzi, meno male! Perché questo genio non ci ha messo quattro note come tutte le altre. Questa è vera Polka, baby! Nettare auricolare, il sacro nirvana sensoriale del Midwest nordamericano. Dal ripetuto umpapà, insistente e sbarazzino, prodotto inconfondibile della tuba/flicorno bombardona, s’identifica chiaramente il contesto: il brano è un pezzo di polka dutchmen, ovvero olandese, sotto-genere da cui traspare tutt’ora la voglia di ballare e divertirsi degli antichi popoli della terra di Bohemia.  Un suono così universale, tanto essenziale e distintivo, che si associa perfettamente, persino, alla gestualità ritmica e sincopata di questi futuribili cyberkids cybergoths, campioni dell’anticonformismo post-moderno. Neanche la croce gigante sull’abito pseudo-talare, un paramento degno del prescelto Neo, o le maschere anti-gas con lunghi dread verde/fluo sono elementi sufficienti a neutralizzare questo strano incontro di civilità: Bitte schön! Se io fossi uno di questi involontari protagonisti, non me ne sentirei affatto sminuito. Perdersi nel mare poetico della Polka è ultra-divertente, cribbio!

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Galvanizzata dal suono dell’Electro swing

Josy Carver

Josy Carver è la ragazza 21enne di Melbourne che, come altri giovani artisti, ha deciso di mostrare le sue doti al pubblico di Internet. Del resto, basta guardarsi intorno, online c’è spazio per ogni tipo di attività creativa. Chi disegna, chi scatta fotografie…Qualcuno assembla e dipinge modellini, altri esibiscono le proprie sculture in materiali di recupero. Lei, più diretta e incisiva di molti, si limita a ballare, così, dove capita. Un rapido sguardo al suo canale di YouTube, con oltre 7.000 iscritti e decine di video, basta per fare l’esperienza completa delle sue molte performance, messe in atto in ogni tipo di località, a seconda del luogo in cui gli è parso, di volta in volta, d’aver percepito l’energia dinamica dello swing; la ritroviamo dunque a scatenarsi in casa, per le strade, in spiaggia, persino nel bel mezzo di un cimitero a New Orleans. E fra tutti i suoi video il più interessante, per una serie di fattori, potrebbe dirsi questo, in cui si cimenta sulle note dell’austriaco Parov Stelar, musicista di primo piano nel campo dell’Electro Swing. Tale corrente innovativa e allo stesso tempo nostalgica, nata da un fascino riscoperto per le sonorità anni ’20, costituisce il ponte ideale fra il jazz prebellico, Fred Astaire e l’elettronica dei DJ informatici armati di sintetizzatore, attraverso cui le invenzioni melodiche più rilevanti sono diventate, ormai, una questione di bytes e onde sonore digitalizzate. Difficile esprimere tutto ciò attraverso un singolo shufflin, così essenziale e minimalista. Ma qui ci siamo andati, per certi versi, davvero molto vicini.

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