Baby Kung-Fu: un vero drago si riconosce dalla tenera età

Nel nuovo video del filmmaker di Montreal Patrick Boivin, esperto utilizzatore di 3D Studio Max e delle tecniche di stop-motion, suo figlio poco più che neonato combatte contro un simpatico drago di peluche. La scena vuole essere un tributo a Bruce Lee ed ai due Kill Bill di Tarantino, un pò per l’iconica tuta da ginnastica gialla ed un pò per le movenze da guerriero addestrato del giovane protagonista. L’autore è già noto per un video dalle tematiche simili, in cui la sorella maggiore di questo Dragon Baby interpretava il supereroe Iron Man, indossando una fantastica versione in scala dell’armatura volante dei fumetti americani, famosa in tutto il mondo anche grazie all’interpretazione cinematografica di Robert Downey Jr.

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Il video sulla sicurezza aerea con i personaggi del Signore degli Anelli

In occasione dell’imminente uscita del primo film della nuova trilogia, la Air New Zealand ha deciso di reclutare il cast della serie al completo per realizzare questo divertente video di istruzioni pre-volo. Mentre un buffo Gandalf fa da pilota, in cabina passeggeri una ricca selezione di hobbit, orchi, Nazgûl ed elfi si trovano alle prese con concetti per loro nuovi come cinture di sicurezza e maschere per l’ossigeno. Tra le comparse anche il regista, Sir Peter Jackson, invisibile grazie all’uso dell’Unico anello e persino Gollum, la creatura orribile e corrotta dal male che ormai sta simpatica praticamente a tutti, come fosse una sorta di perverso Mickey Mouse.  Basti vedere la statua colossale che gli è stata dedicata nell’areoporto di Wellington, in Nuova Zelanda.

Cuochi sushi e piovre giganti combattono per il destino di Los Angeles

Nelle fogne della megalopoli si aggirano presenze inquietanti e terribili. Il kaiju, mostro gigante giapponese, è nella tradizione una creatura sovrannaturale: dinosauro radioattivo, insetto alieno, drago a tre teste… ma cosa succederebbe se fosse il semplice cibo a ribellarsi? E soprattutto, se il luogo del disastro, per una volta, non fosse Tokyo ma una città degli Stati Uniti d’America? Prova a rispondere il regista 33enne Daniel Blank, con questo straordinario trailer proof of concept dai molti effetti speciali che riprende lo stile degli action movies USA anni ’80, ma anche dei moderni manga (Toriko) e videogames (Monster Hunter). I nostri eroi perfettamente assortiti tra giovane guerriero, veterano tatuato, anziano disilluso, recluta suo malgrado, lottatore di sumo e saggio mistico senza l’uso della vista (non può mancare) useranno le loro rispettive abilità per sventare la minaccia degli abissi con armi improvvisate e strumenti da cucina sovradimensionati: “grande pesce, grande coltello”. L’autore ha già annunciato l’imminente campagna di finanziamenti Kickstarter per la realizzazione del film. A seguire la pagina Facebook del progetto:

https://www.facebook.com/monsterrollmovie

Speriamo di vederlo presto nelle sale!

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PS3 game review: Heavy Rain

origami

Heavy Rain è un thriller cinematografico i cui autori hanno compiuto scelte difficili, proprio come vengono chiamati a fare i suoi protagonisti e “giocatori”. In quanto creazione interattiva, la sua chiave di volta è l’assenza di un controllo autorale dotato di visione d’insieme, presupposto comune a tutte le espressioni proprie della settima arte. In questo racconto drammatico quanto sinistro, che ruota attorno ad una serie di rapimenti ed infanticidi, le vicende di quattro memorabili personaggi vengono animate attraverso una commistione di moderno game design e tecniche di stampo hollywoodiano: in sostanza, si tratta di decidere volta per volta l’andamento degli eventi di un film, unicamente limitati dalla propria abilità con il joypad in alcuni dei frangenti più pericolosi. Viene proposto un numero variabile di esiti possibili per ciascuna scena, mentre lo stesso tono del racconto e la sua conclusione sono oggettivamente incerti, non ancora decisi fino agli ultimi minuti delle sue oltre 10 ore.  Il risultato finale non solo esula dal genere di videogioco generalmente associato al contesto investigativo (l’avventura grafica) ma trova modi così innovativi ed efficaci per coinvolgere chi vi partecipa da potersi quasi definire precursore di un nuovo media espressivo, impensabile senza la partecipazione dei moderni attori virtuali. Il successo di Avatar di James Cameron ha mostrato al mondo come, attraverso il realismo fornito dalle nuove tecnologie, il grande pubblico possa dimenticare l’intangibilità di buona parte del cast di un film di pura fantascienza. Heavy Rain invece si pone di rappresentare il quotidiano, lo squallido e l’inquietante, con tecniche e metodologie che sarebbero state del tutto accessibili ad una tradizionale produzione cinematografica. Ma c’è un’importante differenza con quest’ultima classe di realizzazioni: nel preciso momento in cui l’assassino incombe dietro alla vittima, quando lo sceneggiatore tradizionale vorrebbe farci dire “voltati, è dietro di te!” qui si deve premere il tasto corrispondente o perire. E non importa se il nostro alter-ego di quel momento riuscirà a sopravvivere o meno, il game over non verrà concesso fino alla soluzione del caso.

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