Danza ancora una volta, ragno pavone, il tuo ritmo è poesia

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Uccelli dal canto celestiale, ricoperti di un piumaggio variopinto, che si inseguono nei limpidi cieli primaverili alla ricerca di una degna compagnia. Solo i più colorati, i più bravi nel canto e affascinanti nelle movenze riusciranno infine a conquistare il diritto a riprodursi, come imposto attraverso i secoli da quegli stessi meccanismi evolutivi in grado di renderli piacevoli e attraenti. Innumerevoli aspiranti poeti e cantòri hanno visto in queste dinamiche la metafora stessa del concetto di amore, reinterpretando con metriche umane le danze di corteggiamento del pavone, dell’uccello del paradiso, dello svasso maggiore… Ma tutt’altra storia sono i ragni. Creature piccole e pericolose, ingordi divoratori della fantasia popolare, i cui rituali d’accoppiamento arrivano a prevedere l’uccisione del partner nel momento stesso in cui la sua utilità giunge ad esaurimento. Chi mai troverà eleganza e distinzione nell’incontro tra due amanti appartenenti a tali genìe, mostri sottodimensionati con otto zampe irsute e appuntiti cheliceri velenosi? Forse è solo nel caso del Maratus volans, ragno pavone dell’Australia orientale, che qualcuno sarà pronto a fare un’eccezione.

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I ponti arborei viventi di Cherrapunji, in Meghalaya

Lo stato di Meghalaya, nel nord-est dell’India, è una regione montana quasi completamente ricoperta di foreste subtropicali. Il suo nome significa “Dimora delle Nuvole” e vi si trovano alcuni dei luoghi più sacri alla religione induista, preservati da secoli ed abitati da una grande varietà di piante ed animali rari. Ma forse l’usanza più caratteristica del suo popolo è questa particolare forma di bio-architettura praticata dalla comunità di Cherrapunji (Terra delle Arance) il luogo più piovoso della terra. Vivendo a 2 chilometri di altitudine sul livello del mare e con fino a 25 metri di pioggia in un anno, concentrati per lo più nella stagione dei monsoni, gli abitanti del paese devono affrontare piene fluviali ed inondazioni particolarmente distruttive: si dice che nessun ponte convenzionale potesse resistere per più di qualche mese alla furia di queste acque.

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La crudele leggenda dei 30 calabroni samurai

Una tranquilla mattina d’estate: il gradevole tepore rilassa gli animi inquieti, il richiamo degli uccelli sottolinea l’atmosfera distesa della regione di Fukuoka in agosto. Le api operose di un alveare artificiale fanno la loro parte nell’assicurarsi un altro giorno di protezione. Ronzando preparano ordinatamente l’ambìto miele, sostanza che le associa per la sua utilità al costruttore Uomo. Ma un pericolo mortale è in agguato… Nel frattempo, infatti, un’intera compagnia di Calabroni Giganti Giapponesi affila le mandibole come un branco di Grendel famelici e dispiegando le ali si prepara al massacro.

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