Sarà meglio non provocare i ninja urbani di Montreal. Altrimenti…

Ninja Montreal

Se incontri un ninja per la strada, sfidalo! Ma sii preparato, perché costui potrebbe avere dei rinforzi. Del resto, in una delle più affollate metropoli canadesi questa sarebbe in teoria un’eventualità improbabile. I veri esperti delle shinobi-no-mono (tecniche furtive) agiscono con il favore delle tenebre, lontano dagli occhi indiscreti di potenziali testimoni. Non si siedono nel mezzo di una piazza in pieno giorno, esponendo un laconico cartello con su scritto “FIGHT ME”. Non offrono la mistica katana di gomma a chiunque abbia voglia di mettersi in discussione impugnandola damblé, mettendo così a rischio la fondamentale missione. I servitori segreti dei daimyō, i potenti signori del Giappone feudale, erano troppo preziosi, in un certo senso, per affrontare il nemico a viso aperto. Non così, invece, il gruppo psichedelico dei CrazyUrbanPeople. Il loro attacco a sorpresa infatti, nonostante i costumi appropriatamente misteriosi e il commento musicale da film epico, viene realizzato secondo le regole illogiche di un codice speciale: quello degli abitanti di YouTube, luogo digitalmente folle e profondamente irriverente. Un guerriero dei nostri giorni, anche se veste in giacca e cravatta, non deve accettare le contingenze della vita come indiscutibili imposizioni. Rifiutare la flessibilità, annullare il cambiamento: questa è la sconfitta. Perché se incontri un ninja, sei in pericolo. Se ne incontri 10, la vedo male… A meno che tu conosca la legge scientifica sulla conservazione del ninjutsu: “C’è un totale unico di forza guerriera, suddiviso in parti uguali per ciascuno dei due schieramenti avversi [indipendentemente dal numero dei ninja]”. Perciò impugna la spada, eroe solitario. La termodinamica è dalla tua parte.

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Il vero volto di Popo-chan, gufo trasformista

Transforming Owl 2

Tra gli animali resi famosi da Internet va sicuramente citato l’assiolo faccia bianca di nome Popo-chan. Piccolo rapace notturno di origini sudafricane, comparve nel 2010 sui teleschermi giapponesi in quello che sarebbe diventato uno dei video di YouTube più famosi e amati al mondo. Eternamente diffuso, tradotto in più lingue,  lo spezzone ce lo mostra mentre reagisce in modo singolare a due diversi gradi di minacce simulate, schierate sul braccio in rapida successione, con scopo dimostrativo, dalla sua addestratrice: un barbagianni e un altro gufo, molto più grande. Dietro l’aspetto benevolo e inoffensivo, difficile dimenticarlo, Popo nascondeva infatti l’anima di un trasformista d’eccezione. E due versioni alternative di se stesso. Questa è la storia dello Ptilopsis leucotis, l’unico volatile in grado di cambiare aspetto. Con una versione normale (simpatica), un’altra arrabbiata (terribile) e la forma finale, un concentrato d’intento assassino e sguardo magnetico, in grado di gettare nello sconforto anche il più determinato dei predatori.

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Gatti giganti, guardiani galattici del cassetto dei calzini

Kittens on the Beat

C’è un’intero repertorio di filmografia nuova, nata su YouTube e che si propaga a macchia d’olio attraverso i social network e il word-of-mouth digitale. Si nutre del lavoro straordinario di creativi degli effetti speciali, musicisti, montatori, registi giovani e talvolta privi di preparazione formale. I loro video non sono soltanto corti cinematografici nel senso tradizionale, né videoclip o spot pubblicitari di auto-promozione meramente fini a se stessi, ma in un certo senso la più pura divulgazione esteriore di una ricerca d’innovazione visuale, anzi no, di ciò che può essere universalmente definito come cool. Questa nuova opera dei CorridorDigital di Los Angeles, già autori di altri notevoli capolavori, è un concentrato stile haiku (俳句) di tutto ciò che possa considerarsi cool nel multicolore e stratificato mondo del Web. Micro-elfi robotici venuti dal futuro, elicotteri radiocomandati, la Lamborghini Aventador. Con una colonna sonora inevitabilmente composta di musica dubstep e la ciliegina finale sulla torta: la partecipazione dell’animale più amato sui giocosi lidi di Internet, ovvero felis silvestris catus, l’incostante e imprevedibile gatto domestico.

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La sfortunata fuga dell’improbabile uomo zebra

Tama Zoo Zebra

Gli impiegati del Tama-Zoo di Hino, a Tokyo, si addestrano con rigore militare e senso di responsabilità a fronteggiare ogni emergenza, anche le meno comuni. Come la necessità di ricatturare una zebra fuggita dal suo recinto, in seguito a un terremoto, che corre senza controllo per le strade minacciando di travolgere o scalciare gli scossi e impreparati visitatori. Ma poiché simulare con pieno realismo tale eventualità, di fatto, non potrebbe prescindere dal verificarsi di un qualcosa di non troppo distante dall’emergenza stessa (cosa potrebbero mai usare? Cavalli addestrati o…?) L’ultimo giovane guardiano assunto dal parco zoologico viene camuffato per l’occasione con un costume a strisce degno del personaggio dei cartoon Marty la Zebra, ricevendo il compito non facile di dar vita recitativa allo sfortunato animale. Ciò causa il verificarsi alcune imprecisioni: innanzitutto, la risultante creatura assomiglia più a un essere mannaro bipede lievemente ubriaco. Poi, problema non indifferente, incorre nel rischio di essere scambiata, per via del suo muso equino su corpo vagamente umano, per uno dei famosi disturbatori di matrice internettiana che, acquistata online l’iconica maschera in lattice da cavallo, talvolta costituiscono la frangia più scherzosa e innocua del movimento Anonymous.

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