I dipinti oscuri e misteriosi di Zdzisław Beksiński

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Difficile non rimanere colpiti da questa serie di scene e personaggi fantastici creati dal pittore, scultore e fotografo polacco Zdzisław Beksiński (24 Febbraio 1929 – 21 Febbraio 2005). I suoi dipinti talvolta sottilmente inquietanti, altre semplicemente mostruosi per composizione ed aspetto sono largamente conosciuti nel mondo dell’arte pura, mentre gli estimatori delle illustrazioni fantasy e fantascientifiche preferiscono il più delle volte approfondire autori come H. R. Giger, Boris Vallejo e Frank Frazetta, vicini per scelta alle opere moderne del cinema e della letteratura. Nonostante le vicende tragiche della sua vita personale, questo artista viene descritto come un individuo gentile, aperto e non privo di un certo umorismo; egli affermava che i suoi lavori fossero spesso fraintesi, avendo in realtà un intento satirico, provocatorio e persino ottimista. Di certo ha saputo offrire uno sguardo singolare e di alto livello pittorico sul suo immaginario criptico e fantasioso.

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In questo video New York diventa una città deserta

Siamo abituati a vedere la famosa metropoli americana come scenografia rovinata dei grandi film post-apocalittici ma ad abitarla c’è sempre qualcuno – persino nel caso del Pianeta delle Scimmie.  I sopravvissuti futuribili, tenaci ed impavidi, occupano le rovine dei loro antenati coltivando l’insalata dove un tempo sorgevano grattacieli e centri commerciali. Città che invece continuano ad esistere senza i loro costruttori, perfettamente integre ed immutate, non le avevamo mai viste.

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Le geometrie della natura raccontate da uno scultore coreano

Lo studio dell’universo naturale insegna come l’infinitamente piccolo possa sembrare perfetto: atomi e molecole ci appaiono come sfere del tutto regolari, mentre la fisica quantistica traccia il movimento delle particelle su linee rette e simmetrie inconcepibili nella loro totale precisione. Eppure tutto ciò che è materialmente grezzo risulta imprevedibile e disordinato: il legno non ancora lavorato è scomposto, il metallo ruvido e tagliente. Ma siamo davvero sicuri che l’unico modo per tornare alla geometria delle origini siano processi industriali ormai privi di alcun fascino artigianale?

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La battaglia dei robot alti 30 cm

In questa RC Robot Gachi Battle c’è di tutto: scatole trasformabili che camminano, rapido gioco di gambe,  samurai dal peso di un paio di chili al massimo e la più sublime esecuzione di un’ura nage da questo lato dei campionati mondiali di jūdō. La passione del Giappone per la robotica (mecha) incontra ancora una volta lo stile e l’estetica kawaii dei manga, creando dei guerrieri tascabili tanto efficienti quanto simpatici nella loro apparente goffagine. Benchè ciascuno di questi lottatori sappia eseguire un gesto o due al massimo, la tecnologia coinvolta appare piuttosto avanzata e solo raramente si ricorre all’arbitro in cravattino per risolvere la tenzone.

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