Il geco satanico, draghetto del Madagascar

Uroplatus phantasticus
Foto originale: Piotr Naskrecki

Coefficiente Pokèmon: superiore ai 9 decimi, premio speciale per l’aria diavolesca. E basta aggiungerci due alucce da pipistrello, come fatto dall’anonimo autore di questo singolare Photoshop, per rendersi conto di tutto il suo potenziale straordinario. Potrebbe comparire in un videogame di ambientazione fantasy o tra le illustrazioni di una campagna di D&D già così com’è, di suo. Eppure esiste veramente. Questa particolare specie appartenente al genere degli Uroplatus, comunemente detta “geco satanico dalla coda a foglia” è una lucertola arrampicatrice che vive tra le foreste del Madagascar, mimetizzata tra gli alberi. Le sue principali risorse evolutive sono, neanche a dirlo, la forma e il colore. Quando perfettamente immobile, infatti, si trasforma nella perfetta imitazione di una foglia secca, persino un pò mangiucchiata dai parassiti. Per questo passa intere giornate appeso a testa in giù, in attesa del momento giusto per balzare all’attacco. Se minacciato, si appiattisce sulla corteccia per nascondere la sua ombra e spalanca la bocca dall’interno rosso fuoco, con la precisa finalità di spaventare gli eventuali predatori. Il naturalista belga George Albert Boulenger (1858 – 1937) fu talmente colpito dall’avvistamento improvviso di questo animale che arrivò a considerarlo un prodotto della sua fantasia, attribuendogli il suffisso latino di phantasticus (immaginario).

Leggi tutto

Salamandra Robotica II, un progetto del politecnico di Losanna

Salamandra Robotica 00

Serpeggia, serpeggia, quadrupede… Condotta con l’ausilio di meccanismi elettrici e una fedele ricostruzione del sistema nervoso animale da cui è stata ispirata. Gialla e nera, silenziosa, completamente artificiale. Chi non vorrebbe averne una a casa? Da sempre tutti amano le graziose, gioviali, dannatamente adorabili salamandre. Creature urodeli che assomigliano alla comune lucertola, ma dall’aspetto variopinto e brillante, in grado così di apparire nocive o velenose agli occhi di un potenziale predatore. Le abbiamo ammirate per la loro lingua estroflessibile, usata per catturare piccoli invertebrati o molluschi. In molti hanno apprezzato le sostanze, alcaloidi o lievemente tossiche, che secernono dalle ghiandole paratoidi per mantenersi ben idratate ed avere un cattivo sapore, come i rospi. L’affascinante moto ipnotico strisciante, ideale per muoversi sia sulla terra che in acqua… Tutte doti acquisite attraverso secoli o millenni di evoluzione, teoricamente precluse, quindi, a noi ponderosi discendenti dei primati bipedi della preistoria. A meno di costruire un apposito robot. Abbiamo avuto il cane robot. Il gatto robot. Il merlo, il verme, il topo, la mosca, la trota (robot). Ciascuno dominatore di un preciso, singolo, ambiente: l’acqua, il suolo oppure l’aria, eppure nessuno che ne occupasse diversi, almeno mantenendo la stessa scioltezza di movimenti. Fino ad ora.

Leggi tutto

Un solo bruco, molte forme: vipera, falena, falco e sfinge

Hemeroplanes Triptolemus
Via

Il bruco verde della falena falco sudamericana (Hawk Moth), appartanente alla famiglia delle sphingidae, ha una strategia di difesa che potrebbe ricordare una favola di Esopo o dei fratelli Grimm. Strisciando nel sottobosco o sugli alberi delle foreste boliviane, accumula spensierato le sostanze nutritive di cui avrà bisogno per crearsi un bozzolo, al fine di trasformarsi un giorno in lepidottero alato. Ma se un qualche incauto predatore dovesse disturbarlo prima del momento della verità, nel giro di un istante può mettere in atto un terribile travestimento, originale e scenografico, che il più delle volte basta a salvargli la vita. Ritraendo il capo, gonfia il torace e ruota il corpo di 180 gradi, sollevandosi sulle goffe zampette posteriori per assumere l’aspetto di un serpente pronto all’attacco. Questa è la forma finale dell’Hemeroplanes triptolemus, l’unico bruco al mondo in grado di diventare vipera velenosa. I grandi occhi sono in realtà macchie nere disposte ad arte, mentre le “scaglie” pieghe sulla superficie del suo dorso; ma per un vorace piccolo uccello, l’aspetto complessivo è più che sufficiente a togliere l’appetito. C’è un’antica storia che parla di animali striscianti e del ruolo fondamentale avuto dal frutto della conoscenza alle origini dell’uomo, usata spesso per affrontare i temi complessi della fiducia reciproca e dell’inganno: ma se il falso serpente della Genesi fosse stato uno di questi tranquilli bruchi, probabilmente, le cose sarebbero andate molto meglio. Perché la mela se la sarebbe mangiata lui. E poi…

Leggi tutto

Il passero africano, grande costruttore di alveari

Weaver Nest 0

Questi piccoli uccelli sudafricani, della stessa famiglia dei passeri, hanno la capacità innata di costruire case-alveare su larga scala. Non a caso, il nido del Philetairus socius (Tessitore Socievole) si riconosce da lontano: ha le stesse dimensioni e l’aspetto di un gigantesco covone di fieno, sospeso a metri da terra, disposto ad arte sulla cima di un albero alto e spoglio.  L’ideale, per loro, è un tronco senza appigli o rami bassi, come quello dell’acacia, dell’aloe o della capparea (l’albero del pastore) ma, come tutti gli altri esseri sociali, sono anche dotati di una certa intelligenza e capacità di adattarsi. A loro basta, in fondo, trovarsi al di fuori della portata di serpenti ed altri mangiatori di uova, i predatori naturali dell’arido ambiente sub-sahariano. Lo sa bene Dillon Marsh, il fotografo sudafricano che ha raccontato, in un’affascinante serie di fotografie, la più curiosa delle loro abitudini. Metter su casa, fra tutti i posti immaginabili… In cima ai pali del telefono. Se queste fossero tane di vespe o termiti, ci sarebbe ben poco da sorridere. Ma basta avvicinarsi per scoprire l’adorabile verità: centinaia di graziosi piccoli uccelli che vivono in colonia, come fossero i membri operosi di un soave e armonioso formicaio. Si ritiene che il progressivo ampliamento dell’infrastruttura telematica, giunta in quei luoghi insieme alla modernizzazione, abbia addirittura favorito l’aumento della loro popolazione, oggi più numerosa che mai.

Leggi tutto