Il camionista che doveva scaricare, ma nessuno lo aiutava

Scaffolding

Il bambù è una pianta straordinaria. Non solo cresce più velocemente di ogni altra al mondo, ma è anche tra le più flessibili e resistenti. Nei tipici film d’arti marziali, l’eroe lo sfrutta per proiettarsi da un lato all’altro della foresta, tra feroci dragoni e pugnali volanti. Nelle città moderne, invece, lo usano per farne impalcature. Perché caricarsi l’acciaio quando si può disporre di tali steli, molto meno pesanti, legati saldamente con semplice e sicuro filo al nylon? L’impiego delle impalcature di bambù, probabilmente su influenza occidentale, è stato bandito in vaste aree della Cina per i palazzi superiori a sei piani. Ma continua a trovare un largo impiego nelle Filippine, a Hong Kong e nell’isola di Formosa, l’odierna e affascinante Taiwan. Proprio in quei luoghi, forse a Taipei, troviamo questo camionista pieno di risorse, che dovendone consegnare un lotto in tempi brevi applica con stile le dinamiche inerziali, nonché la coppia generosa del suo piccolo ma scattante autocarro. Un colpo di frizione o due sono quanto basta a concludere la missione. Si dice che questa pianta sia uno dei quattro aristocratici confucianiinsieme all’orchidea, il pesco e il crisantemo, e di certo qui non la vediamo trattata con particolare rispetto o deferenza. Ma d’altra parte, un lavoro portato a termine con ingegno nobilita, inevitabilmente, l’uomo. E la pianta. Un pò meno, magari, le sospensioni.

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La nascita industriale di un condom

Trojan Condoms

Il profilattico, o condom, non è un bene che venga spesso contemplato. Nel momento del bisogno, coinvolti dalle circostanze, lo si scarta gettando l’involucro da parte, per meglio perseguire l’obiettivo contingente. Ma dietro la sua creazione c’è un mondo di apparecchiature all’avanguardia e test di sicurezza, non dissimili da quelli effettuati per un fuoco d’artificio o un missile spaziale. Le aziende che abbiano saputo costruire la propria fortuna attraverso tale ineffabile strumento, più di ogni altra, devono riuscire ad occupare uno spazio in bilico tra il solenne e il quotidiano, avvicinando l’etica produttiva dell’industria farmaceutica alla fantasia del senso comune, oltre le convenzioni e il vecchio pregiudizio. Non importa quanto costino l’impianto e le materie prime: se la mia compagnia produce un centinaio di pezzi al minuto, e io riesco a venderli, la crisi dal mio punto di vista sarà concettualmente inesistente. Qui si riconferma, a mio parere, l’importanza del marketing. Un processo che alla Trojan Condoms, almeno a giudicare da questo nuovo e interessante video promozionale, sanno mettere a frutto con passione.

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La tenda gonfiabile in cemento liofilizzato

Concrete Canvas

Nel momento del bisogno, in seguito a catastrofi naturali o per via di crolli edilizi, si presenta spesso l’esigenza di costruire abitazioni provvisorie in tempi relativamente brevi. La scelta, in tali casi, può ricadere su due categorie di soluzioni: l’impiego di semplici tende, sempre pronte all’uso ma non particolarmente efficaci contro la furia degli elementi, oppure il trasporto sul luogo di prefabbricati costruiti su misura, costosi, ingombranti e difficili o macchinosi da assemblare. A meno di avere a disposizione una Concrete Canvas, l’invenzione inglese che può risolvere, allo stesso tempo, ciascuno di questi significativi problemi. Un rifugio composto di uno speciale materiale, simile alla tela, in qualche modo imbevuto delle sostanze necessarie a trasformarsi in solido cemento.
Si scarica a terra il pacco a tenuta stagna, si attacca la pompa e si aggiunge la giusta quantità d’acqua. Una volta bagnato, il materiale completerà la trasformazione nel giro di 5 ore circa. Tempo durante il quale gli incaricati dovranno limitarsi a riempirlo d’aria impiegando un compressore, osservando a distanza di sicurezza la sua crescita automatica, in grado di raggiungere, per alcuni modelli, la notevole dimensione di 50 mq. Una volta nella forma finale, il rifugio sarà abitabile dopo appena 24 ore. Tra i principali vantaggi offerti da queste strutture, oltre alla loro resistenza,  vanno citati un isolamento termico superiore e la perfetta resistenza al fuoco. Un grosso camion semiarticolato potrebbe caricarne facilmente più di un centinaio: praticamente, una città.

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Un bracciale che sostituirà la tastiera e il mouse

Myo

Superato lo scoglio del calcolo, raggiunto da tempo l’ideale realismo grafico, realizzata la perfetta comunicazione viviamo ormai nell’epoca delle interfacce. PC, tablet e cellulari potrebbero risolvere ogni tipo di problema, eppure mancano di un reale senso empatico. Non esiste al mondo un dispositivo in grado di capirti e interpretare le domande poste in base al contesto, come il computer di bordo di un’astronave di Star Trek, risolvendo con senso d’iniziativa le questioni della nostra vita quotidiana. Almeno non senza che sia prima tu a comprendere il suo complesso e stratificato funzionamento, trovando il modo giusto di esprimere il tuo bisogno.
Limite che non sembrerebbe avere, in linea di principio, il sistema dotato del bracciale MYO. Indossandolo semplicemente sul tricipite, come un iPod da podista, dovremmo avere una precisa lettura in wireless dell’attività elettrica muscolare, finalizzata all’interpretazione digitale dei nostri gesti più spontanei e naturali. Si tratta del prodotto di una nuova startup tecnologica, attualmente in fase di prenotazione per la cifra di 149 dollari. Che promette di far succedere le cose a schermo muovendo le dita della mano, ma in funzione degli stessi impulsi partiti dal nostro cervello. Ovvero con una rapidità praticamente subliminale e, almeno in teoria, affidabilità senza precedenti.

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