Il tornio tonante, magnifico strumento fatto a mano

Wood Treadle

Può definirsi semplicemente ipnotico. Guardatelo, mentre si applica nel suo campo: QuesticoChris, maestro d’ascia digitale, realizza il suo complesso macchinario con un’abilità tale da farla sembrare un’operazione semplice, nonostante il numero elevato di passaggi. Prende le misure col piglio sicuro che viene dall’esperienza, usa strumenti per lo più manuali e risparmia all’estremo sui chiodi, perché ogni pezzo già s’incastra di suo, alla perfezione. Le varie componenti di questo grosso arnese costituirebbero, anche singolarmente, una selezione invidiabile per qualsiasi museo della meccanica: la trasmissione proviene da un’antica macchina per la soia. Il corpo centrale è di un tornio Dunlop del 1946, vero modernariato. E poi c’è la grande ruota metallica, il volano di una macchina agricola dei primi del ‘900. Proprio il ritrovamento fortuito di quest’ultima sarebbe, secondo l’autore, la causa scatenante del suo progetto. Che nasce dalla voglia usarla come parte fondamentale in una versione moderna, reinterpretata da lui, del macchinario comunemente definito Treadle Lathe. Ovvero il tornio per eccellenza, quello a pedali, che può ancora trovare impiego nelle lavorazioni simmetriche di forma circolare. Chris, in questo caso, interpreta il ruolo di un tecnico che riesegue un progetto classico, persino medioevale, ma sarebbe difficile negarli in via di principio lo status di artista creativo. Lui stesso afferma, in apertura, di “essere stato colpito dall’idea, come fosse un fulmine”. E se non è ispirazione questa…

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L’unica ruota panoramica a propulsione muscolare

Ferris Wheel

Il Giardino dei Cinque Sensi è un parco pubblico di oltre 20 acri sito nella regione di Delhi, in India. Inaugurato nel 2003, su progetto dell’architetto Pradeep Sachdeva, costituisce un punto di incontro per la popolazione locale, di svago per i bambini e occasionalmente anche d’intrattenimento artistico e culturale, grazie alle numerose statue e sculture a tema religioso. A queste moderne curiosità architettoniche, parzialmente ispirate ai leggendari giardini degli imperatori Moghul, in tempi recenti se n’è aggiunta anche un’altra, alquanto prosaica ma davvero singolare. Potrebbe, in effetti, definirsi più unica che rara: si tratta della prima ruota panoramica senza alcun tipo di motore, spinta dalla sola forza muscolare umana. Si paga il giro, si sale in cabina e poi non resta che aspettare l’intervento degli addetti al funzionamento, individui decisamente allenati e non privi di un certo equilibrio e resistenza. Due di loro, collocandosi in prossimità del mozzo centrale, inizieranno un’operazione che potrebbe definirsi affine a quella del proverbiale criceto, reggendosi ai raggi della ruota, mentre un terzo darà direttive da terra, o in alternativa agirà da contrappeso in una delle pseudo-cabine che compongono la bizzarra invenzione. Questa giostra è il chiaro prodotto della più sublime arte di arrangiarsi, ma anche la dimostrazione che nulla è impossibile, per chi ha davvero bisogno di mettersi in gioco.

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Il touchscreen che non puoi toccare, un’idea Fujitsu

Fujitsu touch

Per la serie: la mela che non puoi mangiare, l’auto che non puoi guidare. Questa interfaccia di comando sviluppata dai Fujitsu Laboratories, una volta immessa sul mercato, potrebbe cambiare il modo stesso in cui interagiamo coi computer. Si tratta di un proiettore con webcam e sensore di movimento che, cooperando con un particolare software, identifica gli oggetti, le figure e interpreta i gesti umani. Lo scopo è quello di arricchire un qualcosa di stampato, collocandolo sull’apposito piedistallo per renderlo interattivo. Le guide turistiche vengono aggiornate con dati in tempo reale. I libri gestiscono riferimenti ipertestuali e annotazioni. Sarà anche possibile estrarre degli elementi selezionandoli con il dito, ritrovando i brani che ci interessano direttamente nel PC o cellulare. In poche parole, tutto ciò che è scritto o illustrato potrà, finalmente, cambiare o adattarsi in base alle nostre esigenze.
Il campo dell’informazione, specialmente per quanto concerne i suoi aspetti digitali, si evolve in modo piuttosto prevedibile. Si comincia con uno strumento dall’impostazione utile, ma che risulta poco utilizzabile per via di limitazioni di fondo. Magari un laptop troppo lento, che ha poca autonomia o maneggevolezza. Poi, gradualmente, grazie al perfezionamento ingegneristico e al progresso tecnologico, l’approccio costruttivo diventa più efficiente, migliora la performance di funzionamento e riesce a trovare una sua collocazione; a quel punto, d’un tratto è innovativo, rivoluzionario. Non importa che ciascuno dei suoi elementi costituenti, se preso singolarmente, esistesse già da anni… Ciò non colpisce l’opinione pubblica né condiziona la resa commerciale. Se prima ce l’avevano in pochi, era come se non esistesse. Ora finalmente ce l’ho pur’io, ce l’abbiamo tutti. Ed è fantastico. Riempie le prime pagine dei giornali,  non se ne può fare a meno. Così è stato per i touchscreen capacitivi, punto di svolta fondamentale nella concezione moderna dei computer, tablet e smartphone. Il passo successivo potrebbe arrivare da un momento all’altro.

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Il giroscopio che rivoluzionerà l’industria cinematografica

Movi

La soluzione digitale ad un inconveniente meccanico: questo è il MōVI, un sistema di stabilizzazione a tre assi recentemente immesso sul mercato dalla Freefly Systems di Los Angeles, azienda tecnologica che si rivolge agli operatori e registi di ogni livello, dagli amatori ai professionisti. Il concetto di questo prodotto non è nuovo: si tratta di un dispositivo di bilanciamento, come una sorta di cavalletto ma da tenere in mano, in grado di facilitare la complessa operazione della steadycam, ovvero la ripresa di scene con inquadrature in movimento. Parafrasando il commento esplicativo della presentazione su Vimeo, chiunque abbia mai utilizzato una macchina da presa ha una chiara idea delle difficoltà che si hanno nell’ottenere un’immagine priva di vibrazioni. Per non parlare, poi, degli innumerevoli video, generalmente diffusi su YouTube ed altre piattaforme, realizzati con l’ausilio di semplici cellulari, precariamente stretti fra le mani di chiunque assista a una scena fuori dal comune: senza scendere nei particolari, diciamo che il mal di mare è sempre in agguato. L’aspetto interessante di questo meccanismo, pensato per risolvere l’equivalente professionale di tale problema, è l’alto contenuto tecnologico: piuttosto che sfruttare la semplice forza di gravità, MōVI si avvale delle misurazioni esatte di un avanzato giroscopio a tre assi, due accelerometri e di un aggancio motorizzato per la videocamera, che può essere comandato a distanza. Per lasciare l’operatore libero di muoversi e prestare attenzione all’ambiente circostante, mentre il suo “co-pilota” inquadra la scena mediante l’impiego di un joystick. Niente più inciampi, quindi. Il limite, per una volta, sarà solo la fantasia del regista.

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