Come ammaliare uno struzzo

Ostrich Taming

Aveva ragione Wolfgang Amadeus Mozart: nulla è impossibile per chi possiede un flauto magico, senso d’iniziativa e il raro dono dell’orecchio musicale. Il suono di una languida melodia ammansisce le creature e ne placa gli animi. Guardate, abitanti della Tracia e dell’Illiria: come l’antica regina Arsinoe cavalcherò la bestia verso il tramonto, oltre la montagna del Destino! I miei colleghi viaggiatori dicevano che ero pazzo, perché ho sempre creduto nell’antica profezia. Ma fu mia l’idea di aprire il sarcofago ancestrale e trarne lo strumento leggendario. L’esercito del Signore Oscuro circonda ormai il Ducato, ci resta un’unica speranza…Occorre che un discendente della stirpe magica, sangue degli elfi oscuri, risalga il fiume Derebion in cerca della Spada della Concordia. Nessuno dei guerrieri sapeva cosa fare. Sono stato io, realizzando quanto scritto nei diari del monaco cenobita, a recarmi nel sacro recinto degli uccelli del deserto. La luce abbagliante del sole si riflette sul portale di pietra e ossidiana decorata, adorno delle ossa degli eroi; molti, ahimé, sono periti prima ancora d’iniziare questa ardua Cerca. Fra gli anziani del villaggio, testimoni del mio sconsiderato gesto, cala il silenzio. Mi porgono le briglie speciali create per la mia missione, ma non pensano davvero che farò ritorno. Che ne sanno, in fondo? L’antro del mostro è una voragine scavata tra le sabbie del bush, più nera di un’eclissi millenaria. Facendomi luce con la torcia oleosa, discendo una sconnessa scalinata. Il suono tintinnante della mia armatura, riecheggiando tra lontane pareti, rafforza l’atmosfera surreale…

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Il passero africano, grande costruttore di alveari

Weaver Nest 0

Questi piccoli uccelli sudafricani, della stessa famiglia dei passeri, hanno la capacità innata di costruire case-alveare su larga scala. Non a caso, il nido del Philetairus socius (Tessitore Socievole) si riconosce da lontano: ha le stesse dimensioni e l’aspetto di un gigantesco covone di fieno, sospeso a metri da terra, disposto ad arte sulla cima di un albero alto e spoglio.  L’ideale, per loro, è un tronco senza appigli o rami bassi, come quello dell’acacia, dell’aloe o della capparea (l’albero del pastore) ma, come tutti gli altri esseri sociali, sono anche dotati di una certa intelligenza e capacità di adattarsi. A loro basta, in fondo, trovarsi al di fuori della portata di serpenti ed altri mangiatori di uova, i predatori naturali dell’arido ambiente sub-sahariano. Lo sa bene Dillon Marsh, il fotografo sudafricano che ha raccontato, in un’affascinante serie di fotografie, la più curiosa delle loro abitudini. Metter su casa, fra tutti i posti immaginabili… In cima ai pali del telefono. Se queste fossero tane di vespe o termiti, ci sarebbe ben poco da sorridere. Ma basta avvicinarsi per scoprire l’adorabile verità: centinaia di graziosi piccoli uccelli che vivono in colonia, come fossero i membri operosi di un soave e armonioso formicaio. Si ritiene che il progressivo ampliamento dell’infrastruttura telematica, giunta in quei luoghi insieme alla modernizzazione, abbia addirittura favorito l’aumento della loro popolazione, oggi più numerosa che mai.

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Il vero volto di Popo-chan, gufo trasformista

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Tra gli animali resi famosi da Internet va sicuramente citato l’assiolo faccia bianca di nome Popo-chan. Piccolo rapace notturno di origini sudafricane, comparve nel 2010 sui teleschermi giapponesi in quello che sarebbe diventato uno dei video di YouTube più famosi e amati al mondo. Eternamente diffuso, tradotto in più lingue,  lo spezzone ce lo mostra mentre reagisce in modo singolare a due diversi gradi di minacce simulate, schierate sul braccio in rapida successione, con scopo dimostrativo, dalla sua addestratrice: un barbagianni e un altro gufo, molto più grande. Dietro l’aspetto benevolo e inoffensivo, difficile dimenticarlo, Popo nascondeva infatti l’anima di un trasformista d’eccezione. E due versioni alternative di se stesso. Questa è la storia dello Ptilopsis leucotis, l’unico volatile in grado di cambiare aspetto. Con una versione normale (simpatica), un’altra arrabbiata (terribile) e la forma finale, un concentrato d’intento assassino e sguardo magnetico, in grado di gettare nello sconforto anche il più determinato dei predatori.

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Lo Scarabeo Tartaruga d’oro, re degli insetti

Golden beetle 3
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Nell’Epoca Antica, lo scarabeo dominava il mondo. Protettore del sommo faraone, accompagnava la sua anima nell’aldilà. Come talismano, in terracotta smaltata o metalli e pietre preziose, allontanava la sventura. Il sole sorgeva ogni giorno grazie alla più sacra esponente della sua specie: la dea del mattino, Khepri, usava infatti le sue zampe d’insetto per far rotolare il disco di Ra fuori dall’oltretomba, come succede, in senso certamente più prosaico, con la sfera di sterco e uova eternamente trasportata in giro dai suoi cugini terrestri, i coleotteri scarabaeus sacer. Tali creature, grazie alla loro ricca storia iconografica, rientrano ancora tra le tipologie più famose e celebrate fra tutti gli insetti. E questo nonostante lo scarabeo più bello del mondo, strano a dirsi, sia anche estremamente poco conosciuto.

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