Creare un ponte pedonale di 38 metri attraverso il fiume Miljacka nella città di Sarajevo sarebbe, in teoria, un’impresa semplice. Ma quando il progetto prevede di farlo in prossimità di un luogo estremamente colto, come l’Accademia di Belle Arti di Obala Maka Dizdara 3, sita all’interno di una storica chiesa evangelica risalente al 1889, limitarsi alla più classica striscia di cemento sarebbe per certi versi il più imperdonabile spreco di talento. Lo stesso deve aver pensato l’amministrazione cittadina, quando nel 2007 annunciò il concorso di progettazione del ponte, coinvolgendo tra gli altri i migliori studenti di design iscritti alla prestigiosa istituzione. A vincere l’opportunità di creare questo nuovo e caratteristico punto di riferimento, da aggiungersi ai già molti dell’antica e affascinante capitale della Bosnia-Erzegovina, sono stati Adnan Alagic, Amila Hrustic e Bojan Kanlic, grazie alla loro originale idea intitolata Festina Lente (affrettarsi lentamente). Si tratta di un aerodinamico e simbolico loop-de-loop, simile a un nastro che, suggerendo a livello teorico l’idea di tale movimento fisicamente irrealizzabile, invita coloro che lo attraversano a riflettere sul rapporto tra sacro e profano. Il ponte, trasformato dopo ben 5 anni in realtà fisica fatta di solido acciaio e splendente alluminio, è stato aperto al pubblico lo scorso 22 agosto, in un tripudio di LED notturni e vivaci proiezioni animate.
ingegneria
La macchina rotolafunghi che ne processa 14 tonnellate l’ora
L’Agaricus bisporus, comunemente detto fungo champignon o prataiolo, è una pietanza molto diffusa che viene raccolta ed apprezzata in oltre 70 paesi al mondo. La sua coltivazione é praticata a partire dal XVI secolo, tradizionalmente all’interno di grotte e caverne, mediante l’impiego di letti fertili a base di limo, torba, paglia fermentata e, naturalmente, l’inevitabile letame. A differenza di ogni altro tipo di erba, pianta o arbusto, infatti, il particolare apparato vegetativo dei funghi (detto micelio) permette loro di sopravvivere e produrre spore anche nella quasi totale assenza di luce solare, situazione in cui anzi sono soliti trovarsi perfettamente a loro agio. I prataioli crescono quando le condizioni sono favorevoli, che sia giorno o notte, ma forse non è un caso che si vadano a cogliere generalmente di mattina. E non tutti i funghi, dopo il brusco risveglio, finiscono in ceste di vimini direttamente destinate alle nostre tavole imbandite; per alcuni di loro il processo avviene in modo decisamente più graduale. Come, ad esempio, scivolando e sobbalzando sugli arzigogolati nastri trasportatori di questo impressionante macchinario, di proprietà dell’azienda agricola olandese Van Asseldonk champignons Boekel, in grado di dividerli, selezionarli e tagliarli tutti alla stessa lunghezza prima di eseguire, persino, l’inserimento nelle classiche cassette in plastica da supermarket.
Demolendo torri di raffreddamento in bullet time
“Non avere paura. L’isola è piena di rumori, di suoni e dolci arie che danno gioia e non fanno male.” così si aprivano a fine luglio i giochi olimpici di questo 2012, citando un brano shakespeariano sul colonialismo e l’industrializzazione. Perché a seguire, tra i fuochi d’artificio e le fiamme scenografiche, sorgevano dal suolo dello stadio le alte ciminiere delle fabbriche, antico emblema di rinnovamento così strettamente legato alla storia e al paesaggio dell’intera Gran Bretagna. Elemento architettonico che, purtroppo o per fortuna, ogni giorno che passa diventerà sempre più insolito e superfluo. Con la progressiva crescita dei paesi emergenti, infatti, fautori di una nuova e più moderna Rivoluzione Industriale, fatta di transistor e servomeccanismi, il governo e le aziende inglesi hanno intrapreso da circa un anno il mega-progetto finalizzato alla demolizione di tutte le vecchie e ormai inutili centrali elettriche a petrolio e carbone, disattivate da tempo, annientando con esse ogni singolo esemplare della loro struttura più caratteristica e riconoscibile: la torre di raffreddamento iperboloide (quella della centrale atomica di Springfield, per intenderci). Di certo le dolci arie della nuova Inghilterra, dotata di un più sincero e profondo senso di attenzione per la natura, danno gioia e non fanno male. Tranne che alle arcaiche ciminiere, vittime inconsapevoli del cambiamento.
Sinfonie d’asfalto: la strada canterina che conduce al monte Fuji
Chi non scala il Monte Fuji almeno una volta nella vita è uno stolto, recita la prima parte di un proverbio giapponese. Un detto che si può tranquillamente intendere in senso letterale, perché la più famosa delle tre montagne sacre è un luogo affascinante in cui natura e tradizione s’incontrano a formare panorami memorabili, del tutto unici al mondo. O forse invece, come spesso capita nei detti popolari, il significato vero va cercato nella valenza più profonda di tale concetto: si potrebbe intendere che il senso comune, l’abitudine, possano portarci solo fino a un certo punto e qualche volta ci sia il bisogno di superare se stessi, stupirsi, metterci alla prova e cambiare le regole fondamentali del nostro quotidiano. Come fece probabilmente l’ingegnere stradale Shizuo Shinoda, inventore del più lungo strumento musicale al mondo, una striscia d’asfalto costruita con accorgimenti particolari che, guidandoci sopra alla giusta velocità, riprodurrà con efficacia l’intera sequenza di un’articolata e riconoscibile melodia.