Nell’ambito dei mezzi di trasporto, sembra a volte che non ci sia un buon compromesso tra rumorosità ed impatto ambientale. Automobili, motociclette, treni e autobus rovineranno una piacevole scampagnata sovrastando i suoni della natura, mentre spostarsi su ruote nell’assoluto silenzio potrebbe togliere un certo mordente e fascino all’occasione. Come un avventuroso sportivo che dovesse lanciarsi dalle Alpi Bernesi in parapendio per poter sentire il verso del condor in lontananza restando deluso, perchè oggi l’altero pennuto era giù a valle, il ciclista solitario potrebbe desiderare occasionalmente un accompagnamento sonoro memorabile o peculiare. Rispondendo ad un problema che non sapevamo di avere, ma facendolo con una certa grazia ed eleganza, il concept studio Original Content London ci propone oggi questo Trotify, un complesso strumento ligneo da montare sulla bicicletta che accompagnerà ogni nostra pedalata con un sonoro e continuo “clop, clop” indistinguibile da quello tipico del nobile equino. Ricordiamoci ogni tanto di nitrire.
Gli zombie non fanno sport
In questa fantastica pubblicità creata per il marchio di attrezzatura sportiva norvegese XXL l’apocalisse zombie inizia dalla Florida e gli abitanti della capitale si ritrovano inseguiti da famelici morti viventi. Ma come tutti sanno l’orrida creatura originaria del vodou haitiano, ormai trasformata in anti-eroe popolare da molteplici film e serie televisive, ha un fondamentale punto debole: l’andatura torpida e scomposta dovuta a muscoli aggravati e rigor mortis. Ben diversi invece i giovani sportivi della patria dei celebri Miami Dolphins: ecco allora racchette, mazze da golf, frisbee e canne da pesca diventare armi improvvisate di un’improbabile battaglia. Proprio quando tuttavia il confronto principale sta per iniziare all’interno di uno stadio, con tanto di arbitro e cheerleaders, interviene la dissolvenza in nero per un finale ad effetto.
PS Vita game review: Sine Mora
Sine Mora è uno sparatutto a progressione laterale nello stile dei classici da sala giochi ma basato su concetti e dinamiche fortemente originali, proposto su PS Vita al costo di soli 10 euro. C’è un momento, nel quinto livello, in cui l’aereo del vecchio soldato/bisonte Ronotra Koss deve affrontare una gigantesca fortezza volante dell’esercito Layil: il suo piccolo aereo stile diesel-punk, armato fino ai denti, si inoltra in un labirinto metallico a pianta circolare punteggiato da torrette automatiche e nuclei lampeggianti. Il giocatore deve allora manovrare accuratamente il rapido velivolo di Koss mentre l’ambiente cambia, passaggi e vie di fuga spariscono ai lati dello schermo e barriere energetiche si aprono e chiudono ad intermittenza. Il contrasto tra la velocità del protagonista e l’inesorabile rotazione di questo enorme boss di fine livello è la dimostrazione perfetta del ritmo di questo gioco, così singolarmente altalenante fra attimi di pace apparente e manovre improvvise tra centinaia di proiettili e nemici colorati. Sine Mora, l’ultima creazione dell’eclettico designer giapponese Goichi Suda (a.k.a. Suda51) si propone di analizzare il concetto della manipolazione del tempo nei videogiochi e nel farlo ridefinisce profondamente le regole di un genere tra i più ortodossi e regolari.
La grande casa stregata della vedova Winchester
La luce tenue delle candele allungava le ombre nella gelida stanza di un famoso stregone a Boston. L’anno è il 1884: la ricca vedova Winchester siede al tavolo di mogano di fronte a un individuo in paramenti surreali sperando, finalmente, di essere vicina alla risposta lungamente agognata. Interi mazzi di carte disposti in arzigogolati ventagli circondano l’alfabeto a caratteri gotici di una scatola Oujia, metodo innovativo e rinomato per contattare i defunti. Ad un certo momento il medium, dopo aver a lungo manovrato i suoi apparati arcani, improvvisamente alza lo sguardo, trasale, contorce l’espressione luciferina e aggrotta le folte sopracciglia: lo spirito guida ha parlato, le porte dell’aldilà si sono aperte per qualcuno…o qualcosa. “Recati ad Ovest” enuncia chiaramente l’interlocutore, con voce suadente e al tempo stesso cavernosa “una volta giunta lì inizia a costruire una grande dimora. In questo luogo trova rifugio, poichè le molte persone uccise dai fucili che sono la tua fortuna stanno per reclamare atroce vendetta”. La donna, 45enne ormai senza nessuno al mondo, si protende speranzosa, convinta di aver riconosciuto in quelle parole il suo compianto marito “Il giorno in cui la casa sarà ultimata, tu morirai“. E’ possibile che allora un tuono distante abbia sottolineato la drammaticità del momento ma in merito a questo, ahimè, non ci è dato sapere.