Il tunnel di Osaka che passa attraverso un grattacielo

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Via

Guidando sulla seconda superstrada più famosa del Giappone, potrebbe capitare di scorgere all’orizzonte questo palazzo alto 16 piani, dalla forma particolare e interessante. Impegnati nel compito tutt’altro che intuitivo di guidare tenendo la sinistra, difficilmente gli presteremmo una particolare attenzione: la concezione urbanistica di Osaka ha del resto uno sviluppo particolarmente verticale, che non prevede l’uso di ampi spazi tra sopraelevate e le mura insonorizzate di uffici e appartamenti. A 500 metri di distanza penseremmo allora che, sicuramente, più avanti ci sarà una svolta per girarci attorno. A 250, poco prima di una curva a S intorno al suo fratello maggiore, saremo certi di stare per passarci talmente vicini da poter salutare i suoi occupanti. Poi, d’improvviso, l’allarmante realizzazione: per qualche inconcepibile motivo, la strada sta puntando dritta contro l’edificio. Dentro l’edificio. Il fatto è che, a partire dal 1992, tra il quarto e l’ottavo piano del palazzo c’è un buco, e le macchine ci passano attraverso. Questo è il Gate Tower Building, detto “l’alveare”, un grattacielo con il tunnel incorporato. Come le sequoie del parco nazionale di Yosemite.

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L’unico modo per trasportare una tartaruga azzannatrice

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Era nella sua natura di pollo. Perché aveva visto una polla. Per qualcuno si potrebbe definire storicamente inevitabile, altri s’illudono che fosse proprio quello l’obiettivo dell’überpollo… Ma ci sono animali che, dal canto loro, raramente attraversano la strada. La tartaruga azzannatrice per esempio, graziosa e amichevole abitante della parte orientale degli Stati Uniti e del Canada, tende a lasciarci spesso le sue (molto) metaforiche penne, con ovvi disturbi al traffico e causando l’occasionale e problematico incidente d’auto. I motivi sono diversi: innanzitutto, come le sue simili e vicine biologiche, non raggiunge la rapidità di spostamento della proverbiale lepre; poi c’è il piccolo problema del nome che gli hanno dato, in grado di suscitare immagini poco gradevoli di mani stritolate e dita umane stranamente poco numerose. Ma soprattutto va considerato il fatto che in effetti, lo spostamento a braccio di un compatto corazzato unghiuto dalla potente mascella e il morso rapidissimo, simile a quello di un serpente, è tecnicamente non proprio facilissimo da implementare. Meno male che in aiuto ci viene questo annuncio di pubblica utilità, realizzato dallo zoo di Toronto, in cui l’esperto s’impegna a trasportare coscienziosamente l’infastidito ma adorabile mostriciattolo da un lato all’altro della pericolosa striscia d’asfalto.

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Il dinosauro di carta stampata che ringhia sull’iPad

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Gli origami migliori sembrano colti in un momento di distrazione, pronti ad animarsi e compiere un gesto fluido e naturale. Talvolta accennano persino le movenze di un vero animale o velivolo a motore: la gru giapponese muove le ali, la rana può azzardare un salto o due, l’aeroplano ben costruito plana lieve per qualche metro o anche di più. Ma fino a qualche tempo fa non avremmo immaginato di vedere un cartaceo Tirannosaurus Rex intento a correre saltellando intorno e sopra ad un moderno tablet, ruggente e malinconico, arrabbiato forse per la sua passata estinzione…E quella che verrà. Perché il più famoso mostro del Cretaceo, in questo caso, è fatto di fogli di giornale, simbolo in cellulosa di un metodo divulgativo destinato forse, un giorno non troppo lontano, allo stesso destino delle grandi lucertole preistoriche. Questa animazione digitale è opera del grafico tedesco Ken Ottmann, che l’ha realizzata con lo scopo dichiarato di applicare le sue doti nei campi grafici del rigging, del motion blur e della profondità di campo. Ma la lunga parola tedesca che compare, quasi casualmente, sullo schermo dell’iPad rivela in effetti il significato metaforico della sua curiosa opera digitale.

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Hai da accendere? Non la digerisco, quando è spenta

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Quanti compiti professionali o lavori casalinghi e opere creative si potrebbero ultimare mentre si sta fumando? Nel tempo necessario a consumare uno, due, tre pacchetti, messi a frutto da qualcuno non più tanto come piacere occasionale ma dilazionati nel tempo per cadenzare e reiterare le pause contemplative a disposizione nel corso di una singola giornata, si potrebbe forse realizzare qualcosa di maggiormente utile e duraturo. Fumare costa. Dal punto di vista economico, con la crisi e tutto il resto, ma anche e soprattutto in termini di tranquillità mentale, viste le conseguenze (largamente comprovate) che tale abitudine può avere sulla salute propria e degli altri. Senza considerare poi che, a conti fatti, il tempo è denaro. Per continuare ad apprezzare il gusto pernicioso dell’adorata, ardente nicotina, bisognerebbe forse inventarsi ed applicare un modo di compensare il grave deficit passivo di produttività. Questo ragazzo cinese, membro della gigantesca community video orientale 56.com, ha deciso quindi di sbrigarsi. Accende la sigaretta, fuma la sigaretta, accende la seconda sigaretta, dov’è la prima? Fuma e infila, fuma e infila. Dopo due minuti ha 5 sigarette, poi 10, poi 15, poi finisce lo spazio. Allora inizia a mangiarle.

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