Le creature meccaniche dello scultore Bob Potts

BobPotts1

Mosche steampunk giganti, navi cosmiche, motociclette alate e pesci scheletrici metallizzati. Le creazioni animate, aliene e surreali dello scultore newyorkese Bob Potts trascendono un qualsiasi tentativo d’immediata comprensione, risultando più simili a straordinari esercizi di stile nel campo dell’industrial design. Eppure, contravvenendo al primo comandamento di tale branca della tecnica, ovvero “costruisci qualcosa di utile”, sembrano quasi provenire da una dimensione parallela, in cui lo svolgimento di un gesto ripetitivo, come il remare o battere le ali, costituisse di per se il più fondamentale merito di tutto ciò che possa dirsi vivido e significativo. Ed è proprio questa la forza di tali entità: qui non c’è sfoggio di complessità bizantina puramente finalizzata a stupire, come nelle illustrazioni del fantasy post-moderno, ma un’essenziale immediatezza realizzativa che si richiama alle dinamiche dell’evoluzione naturale. Sembra quasi di osservare degli animali, ma guarda caso fatti d’acciaio, legno intagliato e lame d’alluminio. Perfettamente coerenti, proprio nell’assenza logica di un’obiettivo; almeno uno che non sia, semplicemente, esistere.

Leggi tutto

Le larve di mosca imbozzolate in oro e pietre rare

Hubert Duprat

I tricotteri sono degli insetti appartenenti al gruppo degli anfibiotici, che nascono e si sviluppano nell’ambiente subacqueo, per poi spiccare il volo e non farvi più ritorno. La loro natura effimera e operosa, per certi versi non dissimile da quella umana, le ha rese particolarmente interessanti agli occhi di Hubert Duprat, celebre gioielliere e scultore francese. Finendo per trasformarle nelle protagoniste del suo più singolare e irripetibile gesto d’artista: l’invenzione di un sistema per costringerle, senza danno, a lavorare con oro, argento, perle e pietre rare. Le sue larve domestiche, spuntando come goffi paguri da un elaborato uovo di Fabergé, hanno avuto il merito di ricordarci, fin dalla metà degli anni ’80, l’intrinseca bellezza presente in ogni manierismo del mondo naturale, sia questo espresso attraverso il lavoro di abili artigiani che nel complesso ciclo vitale di alcuni dei più umili, e facilmente sottovalutati, tra tutti gli animali terrestri.

Leggi tutto

Il bonsai subacqueo di Makoto Azuma, artista della botanica

azumamakoto

Nella filosofia tradizionale del Taoismo non esistono i concetti di aldilà o reincarnazione, perché niente ha mai fine. Al momento della morte ciò che era stabile diviene fluido, trasformandosi materialmente e spiritualmente per dare origine a esseri nuovi e differenti. L’anima e il sangue degli uomini generano piante, animali e creature fantastiche in base alle condizioni del cielo e della terra, in un ciclo infinito di partenogenesi e trasformazioni. Come raccontato dal maestro Chuang-tzu “Dai vecchi bambù esce l’insetto z’ing-ning, che diventa leopardo, poi cavallo, poi uomo. L’uomo torna nel telaio cosmico, per tessere”. Ma esistono fenomeni prodotti dalla nostra mano, come l’ikebana e la coltivazione dei bonsai, che nella ricerca del bello impiegano ciò che è naturale secondo gli schemi personali e soggettivi degli artisti. Nell’ultimo lavoro di Makoto Azuma, scultore di piante proprietario di un haute coutoure floreale nel quartiere di Moto-Azabu a Tokyo, il legno morto di un piccolo albero di ginepro, appartenente alla specie Sabina chinesis, è stato immerso in un acquario, dove ricoperto da muschio e alghe sembra ritrovare il fogliame della sua precedente esistenza. La pianta terrestre si è dunque trasformata in creatura acquatica, dimostrando in tale perfezione artificiale l’immortalità della sua essenza.

Leggi tutto

Da robot leggendari a eroi di cartone, i pepakura di Wakabua

wakabua_int

I mecha giapponesi e i guerrieri sentai non sono semplici supereroi tecnologici. Sarebbe facile guardare i cartoni animati di quel paese o i colorati, buffi e un pò kitsch telefilm d’azione del genere tokusatsu (Power Rangers…) ritrovando in essi un’espressione creativa equivalente ai più stereotipati tra i fumetti americani, in cui un giustiziere mascherato dai poteri soprannaturali agisce seguendo un proprio codice a vantaggio del bene comune. In realtà i combattenti fantastici del Giappone moderno sono qualcosa di molto più simile ai samurai delle loro leggende guerresche: personaggi con tecniche, armi o veicoli particolari, generalmente ereditati da parenti o appresi come mistiche cognizioni da un qualche tipo di saggio maestro, intenzionati ad elevarsi al di sopra dei propri umani, comprensibili difetti. E tra le più diffuse culture giovanili della corrente così detta degli otaku, spicca in modo particolare il collezionismo dei loro modellini, talvolta in scatola di montaggio, altre da dipingere o semplicemente da acquistare a caro prezzo e esporre su qualche mensola insieme alle immancabili collezioni di manga e videogiochi. Il designer Wakabua, grazie a un suo particolare talento, ha però deciso di fare tutto da solo: nel suo laboratorio di Warabi, prefettura di Saitama, realizza infatti modellini di cartone piegato e dipinto, in base alle procedure artistiche del pepakurao paper-crafting. Alcuni sono persino trasformabili.

Leggi tutto