Il metabolismo di ciascun essere vivente assorbe e reinterpreta l’atmosfera che lo circonda. Prenderlo e spostarlo da un lato all’altro del globo può dare risultati inaspettati, ricombinare i presupposti e cambiare tutte le carte in tavola, le ambizioni e le più comuni aspettative. A Changchun, nel nord-est della Cina, c’è una tartaruga azzannatrice comune (chelydra serpentina – specie originaria del nordamerica) che si fuma dieci sigarette al giorno. E le strane circostanze attraverso cui si è giunti a questa fuorviante situazione, in grado di ricevere ampi spazi nei TG locali e online, meriterebbe l’attenzione di un menestrello viaggiatore, per trarne una fiaba precauzionale contro il pericolo delle sostanze assuefacenti e le pungenti ossa di pollo. Tutto inizia con Tang, il padrone della tartaruga, che stava svolgendo serenamente il suo lavoro di chef, in un ristorante appena fuori città. La regione di Jilin, come del resto ogni altra parte della Cina, è famosa per alcune notevoli specialità culinarie. Fra queste ne spiccano in particolare due: il pollo al ginseng e quello insaporito con il liquore maotai, un sublime nettare, così costoso da far nascere il detto “chi lo beve, non lo compra; chi lo compra, non lo beve”. Dall’ingrediente di base, però, ha origine il problema, perché se l’adorabile mangiatrice di pesci e ranocchie sul di sopra è durissima, il suo ventre è morbido e vulnerabile; così, un giorno sfortunato, mentre camminava in giardino resta infilzata dai resti di un pennuto recentemente cucinato, in una sorta di vendetta postuma contro un rivale sopravvissuto, ingiustamente amato e riverito dagli umani. Il padrone, mentre è fuori in pausa fumatori, nota il comportamento della tartaruga indolenzita, capisce il problema e tenta immediatamente di aiutarla, girandola sul dorso. Se questa fosse una favola di Esopo, estratta la spina dall’inconsueto leone, sarebbe nata un’amicizia destinata ad entrare nella leggenda; ma il cervello dei rettili, come è noto, non è grandissimo, e tende ad affrontare i problemi uno per volta, senza elaborare connessioni a lungo termine. Così l’incosciente essere bitorzoluto, accecato da un piccolo dolore, decise che era ora di staccare qualche dito.
Snapping, come molti altri verbi della lingua inglese, è un termine dalla forte componente onomatopeica. Ovvero, pronunciandolo si sperimenta il suono che dovrebbe rappresentare, quello di una chiusura svelta e improvvisa di ganasce mascellari. In natura, anche fatte le dovute proporzioni, sono poche le specie animali in grado di rivaleggiare la forza del morso umano, che può raggiungere la terribile potenza di 159 Kg di pressione; una di queste, ovviamente, è la tartaruga azzannatrice. Come se questo non bastasse, il suo collo lungo e flessibile è in grado di colpire quasi a 360 gradi. Tanto che in genere si usa mettere un bastone in bocca all’animale prima di maneggiarlo, onde evitare nefaste conseguenze. Ben pochi osano adottare uno di questi rettili, tranne che in Cina, dove esistono diversi allevamenti creati proprio a tale scopo.
Tang, che era accorso, fumando, in aiuto della sua recalcitrante amica, non aveva pensato al pericolo, forse anche per l’abituale mansuetudine della stessa…Ora, la situazione rischiava di degenerare! Così, l’uomo fece l’unica cosa possibile: si tolse dalla bocca la sigaretta e l’offrì alla tartaruga. Calò il silenzio, uscì la spina. In uno stato di assoluta tranquillità, l’animale si lasciò aiutare, guarendo presto per tornare quello di ogni giorno. Con una significativa differenza: l’aver appreso il gusto, ricco e soddisfacente, del tabacco. Da allora, secondo quanto raccontato agli increduli visitatori, Tang è continuamente assillato dalla tartaruga, che lo segue ovunque, si arrampica sulle sue gambe e soffia insistente, finché non riceve la sua dose d’inebriante nicotina. “Non so più cosa fare, questa storia mi sta costando uno sproposito, in soldi e per il danno d’immagine al mio ristorante” A quanto pare, gli animalisti non apprezzano affatto lo svilimento di una così nobile creatura, simbolo di forza, tenacia e saggezza senza fine. Secondo le antiche credenze filosofiche cinesi, in effetti, la volta notturna sarebbe il guscio della tartaruga-drago, sollevato 9000 anni fa per un vezzo della dea Nuwa, creatrice dell’umanità. Altre tartarughe immortali reggerebbero le colonne lignee del Tempio del Cielo a Pechino, impedendogli di rovinarsi e marcire, anche a millenni di distanza.
Il cuoco Tang, che ha imprudentemente iniziato questa loro cugina ai vizi degli umani, farebbe meglio a mettere da parte molti, moltissimi spicci e farsi amico un tabaccaio. O due.
Via: Odditycentral