Scolpito nel grano, forgiato nel burro, impreziosito da ricche effusioni di zucchero e sale, plasmato dai fuochi e dalle mani esperte di un solo, speciale artigiano, il cornetto rappresenta tutto ciò che può esserci di buono nelle prime ore di una giornata, per quanto lunga e faticosa. La sua tipica forma ritorta è come un Arc de Triomphe sotto cui sfilano le armate del gusto. Dolce boomerang scagliato oltre la siepe del sapore, visita 100 paesi diversi, guadagna altrettante squisite varianti e ritorna puntuale, ogni mattino, nella bocca dei principi e dei re. Nel nuovo video di Vincent Talleu, esperto praticante di ogni arte panificatoria europea, possiamo osservare il modo in cui, attraverso una lunga sessione lavorativa, prendono forma le diverse tipologie dolciarie offerte in un tipico bar del sud della Francia. Pain au chocolat e au raisins, i tortiglioni alla ricotta e i caratteristici oranais viennesi, con il ripieno di dorata e deliziosa crema. Infine, inevitabilmente, il basilare croissant, quello che noi italiani associamo, linguisticamente, alla versione ridotta di un prosaico corno(etto).
Questa continua rivalutazione del lavoro manuale, sia dal punto di vista concettuale che materiale, è una delle più inaspettate implicazioni del mondo del web, ambito comunicativo tutt’altro che slegato dal quotidiano. I giovani apprendono un mestiere, scoprono quanto sia affascinante e poi trovano, di loro spontanea iniziativa, il modo per trasformarsi in celebrità di YouTube. In questo particolare caso, con una certa furbizia, viene anche compiuto il passo ulteriore: visto che il protagonista attualmente lavora in Inghilterra, presso il fornaio The Artisan Bakery di Park Royal, a Londra, trasforma il suo exploit nel più riuscito degli spot virali. “Vi è piaciuto il video?” Scrive: “Allora venite qui da noi. Oggi, so fare persino di meglio”. Non sarà abbastanza per prenotare un viaggio fin lassù, però indubbiamente, anche da lontano, fa venire una certa fame.
Il canale di Vincent, che gode di quasi 5000 iscritti, aveva già fatto parlare di lui. Il suo precedente successo, risalente ad aprile, lo mostrava impegnato nella creazione di un gran quantità di semplice, magnifico pane. Tra i banner inseriti sul suo sito, non a caso, campeggia quello della Real Bread Campaign, un’associazione dedita alla promozione e il mantenimento del “vero pane”, ovvero quello creato a partire da ingredienti genuini e di origine esclusivamente naturale. “Se aggiungi qualcosa al latte, quello non è più latte. Allora perché accettiamo che lo facciano con il pane?” Recita lo slogan del sito linkato. Senza entrare nel merito dei singoli obiettivi, già questo messaggio risulta immediatamente d’impatto, condivisibile e attraente.
Del resto, nessuno meglio dei fornai sa comprendere e amplificare i desideri di un intero popolo, anche prima dell’avvento del digitale. Ciò apparve evidente fin dall’esito della battaglia di Vienna del 1683, quando il pascià dell’Impero Ottomano tentava di aprirsi la via verso i paesi del centro d’Europa. Vuole la leggenda che, durante il sanguinoso assedio, i soldati turchi avessero iniziato lo scavo di un tunnel sotterraneo, portato avanti soltanto di notte per non essere scoperti. Costoro, tuttavia, non avevano fatto i conti con i fornai che, lavorando fin dalle prime ore dell’alba, riuscirono a sentire il suono dei picconi e diedero l’allarme. Poco tempo dopo, l’intervento delle armate del re della Polonia bastò a salvare la città; per festeggiare, venne creato il kipferl, un dolce a forma di mezzaluna che potrebbe dirsi l’antenato dell’odierno cornetto. L’intento, vista la somiglianza con l’effige che campeggiava sulla bandiera ottomana, fu subito chiaro: ogni volta che addentiamo una di queste delizie, stiamo metaforicamente mangiando un soldato turco del 1600. Quindi, per controbilanciare, a pranzo dovremmo concederci un succulento kebab. Dura è la vita…