Faceva buio nel carrozzone, in mezzo ai terrari e le gabbie d’insetti e farfalle colorate. L’intera nuova generazione degli abitanti di un piccolo paese del Midwest, un gruppo di ragazzini fra i 10 e 15 anni, si assiepò insistentemente di fronte a un telo azzurro cielo, lo sguardo pieno d’entusiastica aspettativa. Il richiamo rivolto alla loro fantasia, pochi minuti prima, era stato semplicemente irresistibile “…Venghino, lorSignori, per poter assistere allo spettacolo indimenticabile di una creatura d’altri tempi…” Il vice-capo dei giostrai, con la sua giacca elegante e il cappello alto fabbricato a New York, sapeva bene come suscitare la curiosità del suo pubblico imbelle. Prelevato qualche dollaro a persona, trasportato il giovane gruppo di visitatori all’interno del Mistico Rettilario Viaggiante, stava già intavolando la seconda strofa del collaudato discorso. “…Anfesibena! Il mitico serpente staccatosi dalla chioma di Medusa, il cui sguardo pietrificava gli stolti, temuto dai greci e dai latini. Due menti che dormono, a turno, in un solo corpo condiviso, per questo perennemente pronto a ghermire la sua preda…” Jimmy, Terry e gli tutti altri sapevano che doveva esserci la fregatura. Non esistono bestie a due teste, giusto? L’uomo bizzarro continuò a parlare ancora e ancora, come se in effetti non avesse alcunché da mostrare. Poi, un lampo di luce: i riflettori focalizzati d’improvviso sopra il telo, immediatamente rimosso. “…Mirabile bestia! Davvero terribile!”. Il tempo pareva essersi fermato. Sibilante e infastidita, la serpe scrutava la piccola folla con due paia di occhi allo stesso tempo, facendo saettare a turno la coppia di rapide lingue rosso-fragola. Spostando gli occhi sbarrati dall’emozione verso l’altra estremità del suo corpo, la verità apparve chiara: spuntava una coda soltanto. Per fortuna, la parte sullo sguardo mortifero non trovò immediata riconferma, almeno quella singola volta.
Il concetto di un serpente policefalo, ovvero dotato di più teste indipendenti e perfettamente funzionali, ricompare attraverso i secoli in diverse mitologie; la ragione è presto detta: benché raro, esiste veramente. Si tratta in effetti di una sconveniente anomalia, che vede la nascita di due gemelli congiunti, con modalità non dissimili da quelle talvolta osservate nei mammiferi e negli esseri umani. Tali rettili, in natura, non sopravvivono molto a lungo. Le teste, ciascuna dotata di un suo cervello, hanno entrambe un qualche tipo di controllo sul corpo dell’animale, ma non possono comunicare tra loro e questo causa gravi problemi nella deambulazione e nel procacciamento del cibo. Ci sono anche casi, ampiamente documentati, di sfortunate serpi perennemente in competizione con la loro seconda testa, ignare del fatto di avere in effetti uno stomaco condiviso. Dal punto di vista evolutivo, la nascita della duplice serpe rappresenta una casualità biologica destinata a fallire nel trasmettere i suoi geni difettosi, tristemente inefficaci. In cattività, inutile dirlo, cambia tutto.
Medusa è questo grazioso esemplare di serpe del latte dell’Honduras (Lampropeltis triangulum) nata e cresciuta in un negozio di animali della Florida, il Ben Siegel Reptiles. La sua comoda vita, tutt’altro che drammatica, include gustosi abbeveramenti alla fonte di un giardino zen e luculliani pasti a base di topo, rigorosamente servito in porzioni da due, per non suscitare alcun tipo di invidia fra le sue due metà. Gode di ottima salute, benché abbia bisogno di essere nutrita più di frequente rispetto ai suoi simili, per il modo assolutamente unico in cui è conformata la sua gola ad ypsilon, che limita di un certo grado percentuale le dimensioni massime dei suoi singoli bocconi. La sua colorazione rosso-arancione a righe servirebbe a ricordare, agli occhi di un ipotetico predatore, l’aspetto del serpente corallo, uno fra i rettili più pericolosi del continente americano.
Il serpente del latte ha questo nome per l’abitudine, tipica della sua specie, di aggirarsi in cerca di piccoli roditori nei fienili e nelle fattorie, entrando abilmente all’interno delle aree in cui viene tenuto il bestiame. Secondo una leggenda, smentita da tempo, la sua specie avrebbe avuto l’abilità di succhiare il latte direttamente dalle mammelle della mucca, con modalità procedurali non meglio definite. L’immagine di questa creatura, saldamente attaccata sotto il povero bovino, che succhia avidamente tramite le sue due teste parallele, potrebbe definirsi agghiacciante. Jimmy, Terry e gli altri farebbero meglio a guardare oltre.
Il proprietario di Medusa vorrebbe venderla per 50.000 dollari, appena un quinto del prezzo di chiusura della storica asta, tenutasi nel 2000, per un altro serpente dotato della stessa particolarità. In quel caso lo strano animale fù adottato da una compagnia farmaceutica. Chissà come andrà a finire stavolta.
Via: wisegeek.com