Egitto: catturato il facsimile del volto umano

snapperstech

Il motion capture è un ambito dalle profonde implicazioni filosofiche che si pone al servizio dell’arte drammaturgica, modificando il ruolo dell’attore grazie all’impiego della tecnologia. Oltre il tramite dell’immaginazione, scavalcando i presupposti autorali di un testo recitativo, permette la traduzione di gesti analogici in sequenze ordinate, l’estrapolazione dei sentimenti attraverso lunghe tabelle di numeri e assiomi logaritmici. E poi, trasferiti questi valori all’interno di un contesto digitale, favorisce la simulazione realistica dei personaggi di una storia, non sempre umani. Anche per tale motivo le più recenti evoluzioni in questo campo, giorno dopo giorno, sembrano avvicinarci sempre di più a forme espressive relativamente nuove, quali l’animazione computerizzata e il videogame. Evoluzioni davvero significative, come il prototipo dimostrato in questo video dagli egiziani della Snappers Systems, ultima espressione di un’immagine web ancora non del tutto definita. Yasser El-Sherbiny, fondatore della compagnia, assume a comando una vasta gamma di espressioni; oltre l’invalicabile muro di uno schermo a cristalli liquidi, il suo doppelgänger, opera dell’artista Galal Mohey, le riproduce senza nessuna misura d’esitazione. E talmente fluida è la sequenza, così precisa e naturale, che dopo qualche minuto non si capisce più chi stia imitando l’altro.

Secondo una terminologia specifica, quel dubbio costituisce la chiave d’ingresso della uncanny valley, l’ideale regione psicologica per chi è istintivamente tentato di dare dignità umana ad una semplice macchina o creatura virtuale, fredda e impersonale. Il sistema consiste di una singola videocamera, montata sopra una sorta di caschetto metallico, che riprende da 30 cm il volto dell’utilizzatore, senza l’aggiunta di puntini luminosi, catarifrangenti o altri tipi di marker, generalmente usati per la digitalizzazione di questo tipo di performance facciali. Semplicemente si riprende il soggetto, con una risoluzione adeguata, mentre il software si occupa del resto, interpretando con procedimenti euristici ciascun movimento contenuto nella sua inquadratura.
E se questo non potrà fare una grande differenza nelle sessioni finalizzate alla realizzazione di un prodotto altamente commerciale, durante cui la preparazione per ciascuna singola scena è la parte minima di un budget significativo, immaginatevi l’effetto sui film e giochi di sviluppatori indipendenti. Anzi, questo dispositivo dovrebbe entrare in tutte le case. Trasformandoci (virtualmente) in cani, gatti, alieni e altre creature, per esplorare le regioni fantastiche di un qualche luogo d’incontro del futuro, vertiginosa basilica del secondo millennio.

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