L’aereo che atterrava in retromarcia

Convair Pogo

Data: 19 aprile 1954, siamo in piena guerra fredda. Sulla pista militare dell’aeroporto di Brown Field, in California, stava per essere scritto un capitolo poco noto della storia dell’aviazione. Perché fu proprio in quel giorno che il prototipo del Convair XFY Pogo, strano velivolo simile a una freccetta gigante, fece il suo primo spettacolare atterraggio. A marcia indietro. Il tenente colonnello James F. “Skeets” Coleman, tra i più abili piloti della sua epoca, sapeva perfettamente cosa fare. Mesi di avveduti e difficili test di volo, effettuati all’interno di un grosso hangar, con l’assistenza di un cavo di recupero frequentemente utilizzato, l’avevano preparato ad ogni evenienza. Nei documentari dell’epoca si può rivivere la suspense del fatidico momento. Compiuto il breve giro di prova, il colonnello si appresta a rientrare alla base. Riducendo i giri del potente motore, che gli permetteva di raggiungere agevolmente una velocità intorno al Mach 1 (pari a quella del suono) inizia gradualmente a ridurre la quota. All’improvviso, al di sopra della pista, il muso del velivolo si alza verso l’alto, in verticale. Uno stallo, dovuto ad un fatale errore umano? Pare quasi l’inizio di un rischioso loop-de-loop a bassa quota, fermatosi all’esatta metà dal suo completamento. Uno spettatore accidentale, trovatosi in quel posto per una semplice coincidenza, avrebbe creduto nell’imminenza di un disastro. Il Pogo continua a rallentare, salendo a candela. Inevitabilmente, a un certo punto si ferma, come se stesse per precipitare senza più alcuna speranza. E…Resta così, sospeso. È diventato, a conti fatti, un elicottero. Lentamente atterra in un punto esatto, appoggiando infine tutto il suo peso sulle quattro pinne posteriori. Fosse stato prodotto in serie, questo aereo avrebbe rappresentato il primo VTOL con finalità belliche della storia, in grado di utilizzare come portaerei praticamente ogni tipo di nave. Un perfetto precursore del celebre Harrier Jump Jet. Peccato che in tutto il mondo ci fosse una sola persona in grado di pilotarlo.

Convair Pogo 0

Il decollo, ovviamente, avveniva con estrema semplicità. Usando modalità del tutto simili al missile cui tanto assomigliava, l’aereo della Convair partiva a 90 gradi, poi effettuava il trasferimento al volo livellato e puntava dritto verso il suo obiettivo. Essendo del tutto privo di spoiler o aerofreni di alcun tipo, presentava serie difficoltà a rallentare: la sua velocità minima era di 483 Km/h, tale da creare notevoli problemi all’aereo di scorta che dovette seguirlo durante il suo volo d’inaugurazione. Ancor più delicati erano i 5 minuti finali di ciascuna escursione.
La postazione di comando del Pogo non prevedeva specchietti retrovisori. In fase di atterraggio, Coleman doveva aprire la calotta e voltarsi indietro, neanche stesse parcheggiando un comune autocarro; inoltre, le turbolenze generate dalla forma del velivolo erano un fattore di estremo pericolo, che lui doveva continuamente contrastare agendo, con mano ferma, sui controlli delle poche superfici di volo a disposizione. L’appalto concesso alla Convair, in concorrenza con la Lockheed, prevedeva che fossero realizzati due modelli di aerei a decollo verticale da parte di ciascuna azienda, permettendo così alla marina degli Stati Uniti di scegliere fra le diverse proposte. Purtroppo soltanto due prototipi uscirono dalle rispettive fabbriche: questo Pogo e l’altrettanto bizzarro XFV, detto “il salmone”. In ultima analisi, ciò che causò il fallimento del progetto non fu soltanto la difficoltà di pilotaggio dei due velivoli, ma anche la progressiva diffusione dei caccia dotati di motore a reazione, vera grande innovazione di quegli anni. All’epoca non si trovò un modo adeguato di coniugare le due tecnologie e il progetto venne quindi accantonato.

Pogo 4

Nel passato di un qualche universo parallelo, affine ai canoni estetici del movimento diesel-punk, squadroni di Pogo partirono verso l’alto sfruttando i tubi verticali di speciali sommergibili o piccole portaerei, verso la spiagge della Corea, luogo in cui si combatté il principale conflitto tra le due superpotenze del secolo scorso. Nella nostra realtà, l’ultimo volo di questa curiosità dell’aviazione si è compiuto nel 1956. Dopo qualche anno di esposizione presso una base militare a Norfolk, il prototipo venne spostato presso il museo dell’aviazione di Suitland, in Maryland. Si trova ancora lì, nostalgicamente offeso.

Via: Thetartanterror, Wikipedia

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