Tutto, in questa gara di ciclismo estremo downhill, risulta essere fuori dal comune. Tanto per cominciare, ci sono 139 concorrenti, lanciati a ben più di 100 Km/h dalla cima di un ghiacciaio in mezzo alle Alpi svizzere, senza particolari riguardi verso le più stringenti regole del senso comune. Perché si tratta di un percorso dominato dalle nevi e dal ghiaccio, che sarebbe decisamente più adatto all’impiego di un paio di sci o del sempre più amato snowboard. Per non parlare poi di come, tra curve mozzafiato, ripidi strapiombi e discese infinite, incombono i duri tronchi delle conifere sempreverdi, silenziosa minaccia verso chi dovesse malauguratamente sconfinare fuori pista. Soltanto un vero temerario potrebbe azzardarsi ad affrontare una tale sfida. Come Andreas Tschanz, colui che generosamente ci permette di osservare in prima persona la lunga sequenza di questa elettrizzante esperienza, con la registrazione effettuata durante la scorsa edizione del Glacierbike di Saas-Fee, sulle pendici del picco di Mittelallalin. La resa finale è davvero qualcosa di speciale: in parte grazie ad un qualche tipo di software di stabilizzazione, ma anche per via dell’assenza di un significativo numero di sobbalzi, pare di trovarsi all’interno di un fantascientifico simulatore virtuale. Basta poco per immaginarsi al suo posto, sentendo il vento del mondo che si ritrae ai lati degli spericolati cavalieri del manubrio e della sella imbottita. Anzi, vien quasi voglia di buttarsi giù dietro a lui…
Il downhill mountain biking, letteralmente “discesa con biciclette fuori strada” nasce come sport nel 1976, a seguito dell’invenzione californiana di un tipo speciale di veicolo a pedali. Queste biciclette alternative, dotate di un singolo freno che si attivava pedalando all’indietro, erano caratterizzate dalla necessità di frequenti messe a punto e pezzi di ricambio. Non a caso a quei tempi venivano affettuosamente chiamate klunkers o paperboy bikes, con un chiaro riferimento alla loro poca durevolezza. Soltanto successivamente, seguendo l’invenzione ed il perfezionamento delle moderne BMX con freno a disco e forcelle ammortizzate, i campioni di tutto il mondo iniziarono a concentrarsi su questa disciplina, portando alla sua inclusione negli UCI Mountain Bike & Trials World Championships del 1990, che si tennero a Durango, nel Colorado.
L’interpretazione originale della gara svizzera di Saas-Fee, nata nel 2001, colpisce per la sua difficile impostazione, lo scenario splendido e l’alto grado di spettacolarità. Con i suoi 1.700 metri di dislivello l’evento detiene anche il record di competizione ciclistica su neve più lunga del mondo. Andreas Tschanz, l’autore del video, in questo caso è arrivato decimo: niente affatto male, soprattutto visto l’elevato numero di partecipanti.
Pensando alle nevi perenni di un ghiacciaio siamo tentati di percepire un senso d’immobilità, mentre è ben noto che in natura un tale concetto non esiste. Trainate dagli effetti degli elementi e della forza di gravità, le colate dell’acqua solidificata dal gelo tendono a tornare a valle, spostandosi a velocità impercettibili, ma che in senso geologico potrebbero definirsi supersoniche. Usarle per farci a gara diventa, da questo punto di vista, un gesto stranamente significativo.