C’è un ottimo motivo se nei film dell’orrore i dipinti posseduti dagli spiriti hanno soggetti sempre sconosciuti, come brughiere nebbiose, bisnonni accigliati e gatti neri. Perché non ci si può sentire in pericolo di fronte alla bellezza dell’arte, specie se familiare. Un ritratto di Van Gogh che ti segue con lo sguardo susciterebbe, al massimo, un senso di meraviglia. Persino nella profondità della notte, in un castello isolato e con l’accompagnamento sonoro del verso dei lupi in lontananza, ti fermeresti a guardarli. Parlarci, tanto per scoprire qualcosa in più su quel celebre e tormentato artista. Luca Anagni, grafico tridimensionale di Macerata, ci aiuta a fare tale esperienza, almeno nel mondo a parte della nostra fantasia. Realizzando 13 animazioni, basate su altrettanti capolavori del più importante e prolifico pittore olandese, in cui personaggi e scene prendono improvvisamente vita, nei modi più imprevedibili e affascinanti. Le barche da pesca di Saintes-Maries salpano verso il mare, mentre l’acqua ondeggia visibilmente. La figura femminile che si trovava di fronte a quella tipica casa bianca di campagna, ritratta in uno dei viaggi francesi dell’autore e illuminata dal bagliore degli astri notturni, cammina come se niente fosse per la strada. Altre volte, il movimento rappresentato è un qualcosa di più sottile, quasi impercettibile: la fiamma di una candela sullo sfondo, la luce dell’alba da una finestra… Tutto diventa mobile e incostante. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, osservando il mondo dagli occhi di colui che tanto abilmente l’aveva rappresentato.
La pennellata è cristallizzazione, così come i quadri d’artista non sono che fossili della percezione oculare. Rappresentando il mondo mentre lo vive, il pittore ne imprime uno scorcio su tela, immobile. La principale differenza tra l’arte in senso classico e l’animazione moderna è che la prima necessitava di un maggiore grado di fantasia. L’osservatore di un quadro deve decodificarlo, immaginandone le implicazioni più dinamiche, oltre la gabbia conoscitiva del momento. Trasferendo un dipinto classico nel mondo dei computer, gli si può dare una dimensione nuova, renderlo più attuale. E per questo esperimento non si poteva trovare un soggetto migliore di Van Gogh, con il suo metodo pittorico basato sull’immediatezza e sul sentimento, in grado di dare il via alla corrente espressionista e al fascino europeo per l’arte giapponese.
La ricerca di un senso di movimento così lieve, trovata più significativa di Anagni, ricorda l’ambito delle cinemagrafie, quelle immagini realizzate a partire da brevi video, in cui pochi ripetitivi fotogrammi si ripetono all’infinito, perfettamente ciclici e senza alcuna interruzione di continuità. Una classe di creazioni che ultimamente sta ritrovando ampia diffusione, soprattutto grazie alla popolarità del suo formato ideale, la gif animata per il web. Nessuno aveva però pensato, fino ad ora, di applicare tali artifici ad immagini così celebri, ormai parte della nostra coscienza visuale collettiva. Questo è l’aspetto più importante, nel mondo di oggi: essere originali. Resta soltanto un dubbio, che suscita inevitabilmente un potente interrogativo: dov’è la mia notte stellata in versione videogame, con le sue nubi vorticanti e migliaia di stelle luminose? Beh, il fatto è che qualcuno ci aveva gia pensato. Dannato post-modernismo!