Questo palazzo di uffici della compagnia cinese Broad Group è comparso da un giorno all’altro di fronte al lago Dongting, nella regione dello Hunan. Emerso con la velocità di un vulcano. Una o due generazioni fa tale impresa sarebbe stata considerata impossibile, per non parlare di un tempo ancor più remoto. Opera del demonio! Si dice che molte volte, soprattutto in Italia, l’anima immortale di un muratore o capomastro venisse concessa in cambio di una qualche creazione architettonica, edificata dal maligno in persona nel corso di una sola notte, con i suoi poteri sovrannaturali. In Asia, che io sappia, non c’è un mito corrispondente; nel caso delle grandi opere apparentemente impossibili, secondo quanto delineato nei codici comportamentali del Confucianesimo e del Taoismo, ciò che si celebra è unicamente il laborioso industriarsi di tutti coloro che hanno compiuto l’impresa. Allo stesso modo degli appartenenti all’etnia del popolo dei Miao, coloro che nell’antichità seppero costruire le prime risaie di questi luoghi straordinariamente redditizi, graziati dal fango fertile del Fiume Giallo, o ancora come gli strateghi conoscitori delle teorie guerresche di Sun Tzu, che in tutto l’Oriente fecero edificare grandi castelli e fortificazioni nei tempi stringenti dettati dalla necessità, le maestranze del Broad Group saranno, per gli annali della storia, coloro che diedero forma alle chimere di una mentalità ambiziosa, futuribile. Con una sola, significativa differenza: questi moderni individui avevano la tecnologia dalla loro. E i pezzi arrivavano già pronti, neanche facessero parte di un colossale gioco di mattoncini colorati.
Erigere edifici, a volte, finisce per diventare una risposta stravagante al più razionale dei problemi: creare un ambiente a misura d’uomo, che offra sempre quelle precise funzionalità e confort. Non si capisce perché, allora, le espressioni più avveniristiche dei moderni spazi urbani debbano svilupparsi in centinaia di modi differenti, tanto stravaganti quanto dispendiosi dal punto di vista energetico e produttivo. Grattacieli alti diverse centinaia di metri, con guglie ritorte o svettanti gazebo sospesi nel vuoto, di forme astruse e inconsuete, rotanti, trasparenti o riflettenti sono meraviglie della tecnica che accendono l’entusiasmo dei popoli e dei capi d’azienda di ogni parte del mondo. L’architettura, del resto, è una vera forma d’arte, che impegna le menti creative di alcuni dei più abili ingegneri del pianeta e il bello piace, permettendo così di guadagnare con gli affitti e in termini di prestigio. Talvolta però, nel mondo di oggi, vanno anche considerati il costo in termini di risorse e l’impatto ambientale di ciò che si sta edificando, se non altro come forma di rispetto per le generazioni future. Il merito dei grattacieli prefabbricati é anteporre la funzionalitá all’apparenza. E anche quest’ultima, se si lavora nel modo giusto, non sarà poi così male.
Il Broad Group è un’azienda che di tale visione anti-sprechi ha fatto il suo marchio di fabbrica. Nata nel 1988 operando nel campo dei sistemi di raffreddamento industriali alimentati dai gas naturali, afferma di voler contrastare il più possibile il surriscaldamento e il degrado degli equilibri metereologici globali. Nel 2000, con una svolta storica per l’azienda, il suo fondatore Zhang Yue dichiarò esplicitamente di non voler investire nel campo dei condizionatori ad uso privato, proprio allo scopo di non incoraggiarne l’uso indiscriminato, fonte notevole d’inquinamento. La sua nuova impresa sussidiaria, la Broad Sustainable Building, vorrebbe realizzare tale nobile visione anche nel campo dell’edilizia, tramite metodologie e approcci nuovi, che possano ridurre la durata e il costo dei lavori di cantiere. I loro video promozionali in time-lapse, diffusi a livello internazionale, riescono spesso ad ottenere degli ottimi risultati di visibilità e pubblico.
In epoche passate, il primo visitatore di questo palazzo sarebbe stato un povero cane, sospinto a forza dal popolo superstizioso. Così fecero, secondo la leggenda, gli antichi utilizzatori del Ponte della Maddalena, costruito in una sola notte sul fiume Serchio nei pressi del borgo di Rozzano, temendo che il diavolo-operaio fosse in attesa del suo pagamento. Volevano ingannarlo, facendogli ghermire l’anima sbagliata. Speriamo che per celebrare, stavolta, Fido non finisca invece nei piatti del pranzo d’inaugurazione.
Via: Wired