Se mai dovesse realizzarsi il progetto di un film tratto dal franchise di Warhammer 40k, nato ben 26 anni fa grazie alle iconiche miniature militari della Games Workshop, finirà probabilmente per essere un tripudio di effetti speciali digitalizzati. Sarà magnifico, coloratissimo, talmente realistico da potersi quasi definire vita vera. E completamente prodotto al computer; il che, da un certo punto di vista, potrebbe dirsi un gran peccato. Perché se c’è un monaco che può farsi attraverso l’abito, nonostante il detto popolare, questo è certamente l’Adeptus Astartes, il famoso Space Marine. Dal risultato delle centinaia di ore di lavoro di Henrik Pilerud, geniale cosplayer svedese, traspaiono un’abilità artigianale e una passione che il cinema di oggi, in un certo senso, sta perdendo. Soprattutto per il modo in cui, lungi dall’essere una statua indossabile, la sua armatura permette anche di muoversi e camminare agevolmente tra i propri fan, recitando la gustosa parte del turista interstellare, capitato per caso sul pianeta Terra e in cerca di un pò di meritata fama. Operazione indubbiamente riuscita: l’entusiasmo dei presenti all’ultima convention del settore a Linköping, la città sita tra Stoccolma e Copenaghen in cui è stato girato questo video, era misurabile dalle spontanee risate, i sinceri complimenti e le dozzine di cellulari subito estratti per fotografare l’improbabile comparsa di questo mega-soldatino vivente, magicamente ingrandito 100 volte. Tra una foto e l’altra, il nostro eroe ha trovato pure il tempo di assegnare il premio al vincitore del torneo. Un compito di somma imparzialità, forse inadatto a chi tali battaglie sembra quasi averle combattute…In prima persona!
L’armata dei colossali Space Marine, creata dal designer inglese Rick Priestley, è la possente istituzione con il compito di difendere l’umanità dai molti orrori di una delle più ostili galassie dell’immaginario ludico moderno. Si tratta di un’esercito diviso in grandi legioni dette capitoli, eternamente (più o meno) fedeli all’imperatore della Terra, ciascuno composto di superuomini biologicamente immortali, ideologicamente inflessibili, che spiccano dal punto di vista estetico per le tenute formidabili e le spaventose armi.
Nei 25 Kg di peso del costume di Pilerud, realizzato in cartapesta modellata come gli ornamenti pepakura degli elmi giapponesi, c’è un pò di tutto: tubi di alluminio e parti elettroniche. Occhiali da sole illuminati al LED, per dare l’idea di uno sguardo davvero penetrante. Un gadget sonoro in grado di produrre il caratteristico suono dei servomeccanismi robotizzati, che nella finzione scenica dovrebbero potenziare la già notevole muscolatura dei soldati spaziali di quel remoto, guerresco futuro. E poi va citato il pezzo forte, ovvero il guanto da combattimento ad energia, o Power Fist, diffusa arma da mischia del 40esimo millennio, un vero toccasana contro gli orchi, le bestie mostruose e i demoni spaziali del Chaos. Il soggetto del costume è un sergente tattico del capitolo dei Blood Angels, da cui provengono alcuni dei guerrieri più rinomati dell’Imperium.
Di Warhammer 40k abbiamo avuto innumerevoli romanzi, fumetti e videogiochi. Sarebbe bello veder portare questo straordinario, complesso brand sui grandi schermi di tutto il mondo. O anche in televisione, tentando di replicare il grande successo di Game of Thrones della HBO. Per vestire gli attori in carne ed ossa, tra una battaglia digitale e l’altra, non si dovrà cercare troppo a lungo: basterebbe una semplice telefonata in Svezia.