Luoghi solenni, cuori profani. Nel santuario del consumismo, le folle percorrono ieratiche i corridoi monumentali, le sale maestose e i supermarket grondanti articoli colorati. L’ominide urbano, naturalmente affamato di averi materiali e cose nuove, conosce (o così pensa) ogni segreto della sua basilica prediletta, quel fulcro dell’acquisto che il più delle volte viene chiamato centro commerciale. Nell’oscurità della notte, tuttavia, la logica e le umane cognizioni trovano indegno sostituto nell’astruso sogno della ragione. Quali misteri si rendono manifesti dopo la calata delle opache ed acciaiose serrande? Oscuri e strani rituali, ben oltre il mondo diurno dei pensieri sensibili e razionali… Come ampiamente dimostrato, questa è la logica del marketing: alimentare, a suo vantaggio, ogni tipo di fantasia. Cora è la catena di ipermarket di origine francese, fondata nel 1974, che può vantare oltre 100 location sparse in giro per l’Europa. Questo video virale di qualche anno fa, creato sotto pseudonimo da alcuni impiegati del loro grande centro nella città di Rennes, ci offre uno scorcio singolare in merito a ciò che, dietro le porte chiuse di uno di tali luoghi, potrebbe anche svolgersi ogni giorno a nostra totale insaputa. Comincia in prossimità dell’ingresso principale, con una fila di bancali di legno disposti accuratamente in verticale, e procede a mò di onda inarrestabile lungo varie corsie e reparti del negozio. Un gioco del domino, ma diverso per finalità e stile.
L’energia cinetica si trasferisce da un reparto all’altro, alternando il suo effetto tra oggetti grandi e piccoli, di plastica o carta, alimenti o detersivi e così via. L’atmosfera è davvero strana, per un motivo che appare chiaro ad un’analisi più approfondita. Perché quello che vorrebbe essere uno scherzo spontaneo e spensierato, in realtà, sembra un pò troppo efficiente e funzionale. Telecamere disposte dietro ogni svolta riprendono l’azione. Cartelli con il nome della catena compaiono “casualmente” a scansione regolare e progressiva. Il silenzio un pò teso degli addetti ricorda quello di una squadra di soldati delle forze speciali. E infine la giovane cassiera, cartello alla mano e splendido sorriso in volto, ci ringrazia pure per il poco tempo speso a svagarci insieme a loro: Merci de votre visit. Fosse stata una complice “sovversiva” non si sarebbe mai fatta riconoscere. Comunque, una scena simile non si vede tutti i giorni! Peccato solo che, a causa dell’accurata organizzazione del management, l’intera pratica abbia finito per ricordare un cerimoniale mistico e compunto. Del resto, sarebbe stato difficile orchestrare artificialmente un tale gesto di velata ribellione. E meno male che la catena del domino non si è interrotta, come sembrava stesse per succedere, all’altezza dei succhi di frutta. Forse qualcuno ci avrebbe anche rimesso il posto di lavoro.