Potrebbe dirsi la cosa più graziosa dell’anno, anzi perché no, di sempre. Questo brillante corto, disegnato attraverso l’uso di pochi e armoniosi colori, animato con uno stile semplice eppure estremamente personale, racconta la storia tenera di un cagnolino tondeggiante, probabilmente un bulldog francese, che aiuta il suo stanco padrone a prepararsi un’omelette. Si tratta della nuova creazione di Madeline Sharafian, studentessa del California Institute of Arts. La forza espressiva della scena, commovente nella sua spontaneità, nasce proprio dalle sue varie possibili interpretazioni: l’argomento principale sembrerebbe essere l’amore di un cane per il suo proprietario; ma potrebbe anche trattarsi di una metafora per il bisogno di assistenza che si ha in un momento difficile della propria vita; o ancora, semplicemente di un racconto pseudo-avventuroso su di un tema classico, quello dell’animale domestico che assume, di nascosto e per brevi periodi, caratteristiche che sarebbero prettamente umane. In molti conoscono la condizione che domina la prima parte del cartoon: ci sono volte in cui lo sfinimento, fisico e mentale, è talmente dominante che ci si ritrova a proseguire col pilota automatico. La solitudine, allora come mai, non fa certo piacere. Per superare quei momenti, nulla funziona meglio della compagnia del proprio cane. Anzi, qualcosa ci sarebbe: un amico tondo, bianco e peloso che ti aiuta con le faccende quotidiane.
Bastano le due prime inquadrature per chiarire il contesto: il bulldog sa che fra poco rientrerà il suo padrone e scodinzola felice, pieno di aspettativa. Si apre l’uscio di casa e parte la musica, piacevole, leggera. A guardarlo, lo stanco individuo che fa il suo ingresso sulla scena avrebbe un gran bisogno di una voce amica. Fuori piove, lui è appena tornato dal lavoro ed è molto, troppo stanco. Getta la 24 ore sulla porta e si trascina fino in cucina, con gli occhi semi-chiusi. Tempo, nonostante tutto, di preparare la cena. Il piccolo cane, vero eroe della storia, ha più di una freccia al suo arco. Sistema la borsa. Distrae l’uomo con un abbaio e regola rapidamente il fornello, da lui lasciato troppo alto. Rovescia di proposito il cestino della spazzatura per evitare che si faccia male, usando sbadatamente il coltello. Poi, capisce che la situazione è davvero problematica. Allora decide che è giunto il momento di darsi da fare. E l’omelette, come dicevamo, la prepara lui. Tanto, il padrone è talmente distratto che neanche se ne accorge. Nella sequenza finale, culmine sentimentale del breve racconto, i due sono in soggiorno e l’umano addenta il piatto preparato con amore dal suo surreale coabitante. Condito, ovviamente, secondo le precise modalità che risultano (in genere) più gradevoli a chi abbia almeno quattro zampe: ovvero con un biscotto ad osso dentro, sinonimo canino di felicità. Passata la sorpresa, l’uomo capisce tutto e manifesta spontaneamente il suo affetto. Riacquista, persino, il sorriso.
A giudicare da questo delizioso exploit, la giovane autrice troverà presto un impiego ai vertici del suo settore. E noi potremo conoscere, prima o poi, il seguito di questa adorabile storia. Chissà che non si riesca, in qualche modo, ad individuare un improbabile rapporto di parentela...