La soluzione digitale ad un inconveniente meccanico: questo è il MōVI, un sistema di stabilizzazione a tre assi recentemente immesso sul mercato dalla Freefly Systems di Los Angeles, azienda tecnologica che si rivolge agli operatori e registi di ogni livello, dagli amatori ai professionisti. Il concetto di questo prodotto non è nuovo: si tratta di un dispositivo di bilanciamento, come una sorta di cavalletto ma da tenere in mano, in grado di facilitare la complessa operazione della steadycam, ovvero la ripresa di scene con inquadrature in movimento. Parafrasando il commento esplicativo della presentazione su Vimeo, chiunque abbia mai utilizzato una macchina da presa ha una chiara idea delle difficoltà che si hanno nell’ottenere un’immagine priva di vibrazioni. Per non parlare, poi, degli innumerevoli video, generalmente diffusi su YouTube ed altre piattaforme, realizzati con l’ausilio di semplici cellulari, precariamente stretti fra le mani di chiunque assista a una scena fuori dal comune: senza scendere nei particolari, diciamo che il mal di mare è sempre in agguato. L’aspetto interessante di questo meccanismo, pensato per risolvere l’equivalente professionale di tale problema, è l’alto contenuto tecnologico: piuttosto che sfruttare la semplice forza di gravità, MōVI si avvale delle misurazioni esatte di un avanzato giroscopio a tre assi, due accelerometri e di un aggancio motorizzato per la videocamera, che può essere comandato a distanza. Per lasciare l’operatore libero di muoversi e prestare attenzione all’ambiente circostante, mentre il suo “co-pilota” inquadra la scena mediante l’impiego di un joystick. Niente più inciampi, quindi. Il limite, per una volta, sarà solo la fantasia del regista.
La futura diffusione di questo prodotto, così come è stato per quella dei girocotteri radiocomandati con obiettivi digitali, potrebbe cambiare ciò che ci si aspetta da una produzione a basso budget: riprese perfette in ogni situazione, non dissimili da quelle realizzate con i mezzi (fuori parametro) delle grandi major hollywoodiane. Il prezzo di acquisto, in questo caso, non è comunque trascurabile: il modello usato nel video si aggira intorno ai 15.000 dollari. Va tuttavia considerato che, anche in ambiti altamente professionali, il più delle volte queste apparecchiature vengono prese a noleggio, solo per il tempo necessario a girare i passaggi più complessi e movimentati. Ad esempio, come mostrato nel video, sarà possibile mantenere un primo piano impeccabile mentre si segue il/la protagonista su di una stretta scala a chiocciola. Per poi effettuare le riprese dell’interno di un’automobile in movimento, semplicemente restandogli vicino con un paio di pattini mentre il MōVI si occupa del resto. O ancora, inquadrare la città dall’interno di una cabina di elicottero, con l’impressione convincente di stare guardando una cartolina in movimento.
C’è una fondamentale disparità concettuale tra ciò che si può mostrare in un film, con attori in carne ed ossa, e negli ambiti virtuali dell’intrattenimento, quali l’animazione o la computer graphic. Uno dei problemi più grandi è sempre stato il tradurre un movimento naturalmente irregolare, come la camminata, la guida o il volo, nel moto perfettamente fluido di un’inquadratura degna di questo nome. Sono stati impiegati, negli anni, approcci di ogni tipo: bracci meccanici, carrelli su ruote, sistemi a contrappeso e costosi servomeccanismi… D’ora in poi, finalmente, basteranno due-tre persone e un singolo, rivoluzionario, dispositivo.