Camminando fra la natura o in luoghi isolati può capitare di percepire brevemente il respiro ineffabile dell’arte. Montagne distanti si trasformano allora nei picchi ancestrali dell’epica antica; alberi e foglie, mossi dal vento, ispirano un sentimento di musicalità e poesia. Non è difficile, in quei momenti, sentirsi subito parte di un raffinato dipinto, creato dall’abile mano di un qualche antico maestro: il turchese del cielo sembra attraversato da lievi pennellate azzurre e biancastre, usate per indicare la presenza di impercettibili formazioni nuvolose. Il chiaroscuro delle ombre assume, nell’immaginazione, l’aspetto e la pastosità dell’inchiostro di china. Questo, ovviamente, purché si viva in mezzo alla campagna. Come si potrebbe mai immaginare un qualcosa di paragonabile a questa linea di fantasticherie, ma che ci colpisca, piuttosto, in mezzo al traffico e al caos della vita urbana? Eppure a qualcuno potrebbe essere successo, pensate un pò, dentro al più classico centro commerciale. Tempio del moderno consumismo, si, ma anche il luogo in cui un ladro d’altri tempi, in braghe, camicia e cappello piumato, può far scattare accidentalmente l’allarme di un negozio. Per farci assistere all’intervento rocambolesco non della semplice sicurezza, ma di una particolarissima ronda notturna, quella degli archibugieri del capitano Banning Cocq, borgomastro della città di Amsterdam di appena 4 secoli fà. Ci sono (quasi) tutti: il fedele luogotenente Wilhelm van Ruytenburgh. L’astuto portabandiera Jan Cornelisz Visscher. C’è anche la bambina con il pollo appeso alla cinta, simbolo dei nemici sconfitti. Manca solo l’autore del quadro: Harmenszoon Van Rijn, Rembrandt.
Il 13 aprile riaprirà, finalmente, l’edificio principale del museo statale di Amsterdam, il celebre Rijksmuseum di via Stadhouderskade, 42. Questo antico luogo di arte e cultura, trasferito ad Amsterdam nel 1808 per volere di Napoleone e poi soggetto, attraverso i secoli, a numerosi rinnovamenti, in tempi recenti era infatti stato grandemente ridotto, a causa di un complesso progetto di ristrutturazioni. L’unica parte visitabile, a partire dall’ormai distante 2003 e con estremo dispiacere di tutti gli appassionati d’arte, è stata la Phillips Wing, una fra le molte gallerie che facevano parte del complesso originario. La direzione aveva quindi deciso d’istituire una mostra semi-permanente intitolata I Capolavori, la quale, a seguito di alcune complicazioni nei lavori, era stata gradualmente prolungata per oltre 10 anni. In queste sale l’intera epoca d’oro della pittura fiamminga è stata quindi doverosamente riassunta, non senza una certa abilità dei curatori, attraverso alcuni tra i più importanti dipinti di Rembrandt e Vermeer, diventati, anno dopo anno, vere e proprie antonomasie dell’arte europea tra i secoli XVI e XVII. Il più impressionante fra questi potrebbe dirsi la Ronda di Notte, l‘olio su tela del 1642 di Rembrandt.
A vedere la buffa ricostruzione fatta dalla flash mob organizzata per l’evento di apertura, una trovata pubblicitaria organizzata del gruppo bancario ING, si potrebbe pensare di stare assistere all’ingrandimento, vivente, di un’immagine originale sostanzialmente più piccola. Niente di più sbagliato: il quadro misura ben 363 x 437 cm. Il grande pittore si era anche autoritratto sullo sfondo, alla sinistra del portabandiera, parzialmente nascosto per via della sua bassa statura, ma di questo nella scenetta non v’è traccia: forse, visto il suo prestigio, nessuno se l’era sentita d’interpretarlo.
Chi volesse vedere il quadro dal vero, nel mezzo degli altri numerosi capolavori coévi, farebbe bene a prenotare subito il viaggio. Non si sa mai che il museo chiuda nuovamente, giusto per sistemare una stanzetta o due…