Panhandlers è il termine inglese di uso comune, molto frequente negli Stati Uniti, con cui ci si riferisce a tutti coloro che avessero incontrato, per una qualsiasi ragione, la necessità di chiedere l’elemosina per strada. Letteralmente significa “[colui] che tiene un cesto” e si riferisce al classico recipiente, spesso sostituito da un cappello, messo dai bisognosi sul marciapiede come implicita richiesta di denaro, oppure da far passare tra la gente, cercando l’altruismo di un qualche sconosciuto in mezzo alla folla. Questa parola viene spesso tradotta, in Italia, con il termine mendicante. La maggiore concentrazione di panhandlers si trova, ovviamente, nelle grandi metropoli, in luoghi di alta visibilità come parchi, giardini, zone commerciali e nei treni della metropolitana. A New York City, in particolare, è statisticamente molto probabile incontrarne anche più d’uno nel corso di un singolo viaggio, specialmente se ci si muove nelle ore di punta; ma persino lì, una situazione come questa non l’aveva mai vista nessuno. Non è un caso: questo è l’ultimo scherzo di Gary Lee Mahmoud, un comico locale, messo in atto con lo scopo di far sorridere ma che riesce, se guardato con il giusto spirito, a dare anche un pò da pensare. Il titolo, già di per se un programma, è Panhandler Party.
Sullo strano vagone oggetto del video succede quanto segue: una donna senzatetto, con fare umile, chiede qualche moneta per comprarsi da mangiare. Poi un ragazzo di colore, armato di merendine da vendere a prezzo maggiorato, pretende qualche soldo per “stare fuori dalla strada” garantendo che non ruba, non si droga e non deve finanziarci la sua squadra di basket (?). Seguono una coppia interculturale, lui americano e lei orientale, che hanno bisogno di ripagare uno sconsiderato doppio mutuo sulla casa, prima di avventurarsi nel metter su famiglia. Una situazione, purtroppo, niente affatto infrequente in quel paese né, del resto, qui da noi. Poi arriva, strano a dirsi, un’arrogante manager che “paga le tasse per tutti i presenti!” e “non ha ricevuto il bonus!” ed ha quindi grossi problemi con la rata della Porsche. La gente scoppia spontaneamente a ridere. Dopodiché, visto che già c’era il caos, ci si mette anche una rumorosa banda di suonatori messicani in costume tipico e immancabile sombrero. L’intervento di quello che sembra essere un addetto delle linee metropolitane, voce della ragione, chiederà a tutti i disturbatori di lasciare il treno. Poi, neanche a dirlo, anche lui si metterà a chiedere del denaro, per finanziare un progetto caritatevole organizzato dal suo ufficio.
Lo sketch punta sul fascino dell’assurdo, eppure, in certi suoi passaggi, non è del tutto implausibile: nella moderna società in crisi chiedere soldi agli sconosciuti è diventata una professione seria. Viene da chiedersi quanto sia prossimo il momento in cui, tra i 50-60 passeggeri presenti in un vagone di NYC, quelli senza più casa o risorse risorse finiscano per essere la maggioranza. L’arma dell’ironia, in quest’ottica, è un buon mezzo per tirarsi un pò su di morale…