Festina Lente, il ponte di Sarajevo con giro della morte

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Creare un ponte pedonale di 38 metri attraverso il fiume Miljacka nella città di Sarajevo sarebbe, in teoria, un’impresa semplice. Ma quando il progetto prevede di farlo in prossimità di un luogo estremamente colto, come l’Accademia di Belle Arti di Obala Maka Dizdara 3, sita all’interno di una storica chiesa evangelica risalente al 1889, limitarsi alla più classica striscia di cemento sarebbe per certi versi il più imperdonabile spreco di talento. Lo stesso deve aver pensato l’amministrazione cittadina, quando nel 2007 annunciò il concorso di progettazione del ponte, coinvolgendo tra gli altri i migliori studenti di design iscritti alla prestigiosa istituzione. A vincere l’opportunità di creare questo nuovo e caratteristico punto di riferimento, da aggiungersi ai già molti dell’antica e affascinante capitale della Bosnia-Erzegovina, sono stati Adnan Alagic, Amila Hrustic e Bojan Kanlic, grazie alla loro originale idea intitolata Festina Lente (affrettarsi lentamente). Si tratta di un aerodinamico e simbolico loop-de-loop, simile a un nastro che, suggerendo a livello teorico l’idea di tale movimento fisicamente irrealizzabile, invita coloro che lo attraversano a riflettere sul rapporto tra sacro e profano. Il ponte, trasformato dopo ben 5 anni in realtà fisica fatta di solido acciaio e splendente alluminio, è stato aperto al pubblico lo scorso 22 agosto, in un tripudio di LED notturni e vivaci proiezioni animate.

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Ma non fatevi strane idee: due panchine gemelle in legno, disposte ad arte in corrispondenza dello snodo centrale, agiranno come impenetrabili barriere per skateboarders, motociclisti e altri spericolati emuli di Bart Simpson, in cerca di rampe di lancio ed emozioni forti. Anche i lati del ponte sono stati protetti, saggiamente, con parapetti trasparenti in plexiglass. Alle estremità opposte sono invece presenti aree di sosta molto diverse tra loro, l’una ricoperta d’erba e l’altra in pietra, a simboleggiare ulteriormente il distacco, materiale ma anche simbolico, tra le due rive del fiume: da una parte sede di abitazioni comuni e un pò dismesse, dall’altra il tempio nìveo e aggraziato del sapere e dell’apprendimento. La forma simile a un cerchio del ponte, almeno quando viene osservato di lato, dovrebbe inoltre ricordare quella delle porte di antiche città murate, luogo di passaggio e trasfigurazione paesaggistica per eccellenza.
Il design industriale applicato all’architettura, come è noto, dovrebbe generalmente trovare la soluzione più efficiente e al tempo stesso ergonomica ai problemi urbanistici di un centro abitato. Ma talvolta, se c’è l’opportunità, è giusto ricordarsi di come ciò che è utile possa essere anche atipico, particolare e bello.

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