Guidando sulla seconda superstrada più famosa del Giappone, potrebbe capitare di scorgere all’orizzonte questo palazzo alto 16 piani, dalla forma particolare e interessante. Impegnati nel compito tutt’altro che intuitivo di guidare tenendo la sinistra, difficilmente gli presteremmo una particolare attenzione: la concezione urbanistica di Osaka ha del resto uno sviluppo particolarmente verticale, che non prevede l’uso di ampi spazi tra sopraelevate e le mura insonorizzate di uffici e appartamenti. A 500 metri di distanza penseremmo allora che, sicuramente, più avanti ci sarà una svolta per girarci attorno. A 250, poco prima di una curva a S intorno al suo fratello maggiore, saremo certi di stare per passarci talmente vicini da poter salutare i suoi occupanti. Poi, d’improvviso, l’allarmante realizzazione: per qualche inconcepibile motivo, la strada sta puntando dritta contro l’edificio. Dentro l’edificio. Il fatto è che, a partire dal 1992, tra il quarto e l’ottavo piano del palazzo c’è un buco, e le macchine ci passano attraverso. Questo è il Gate Tower Building, detto “l’alveare”, un grattacielo con il tunnel incorporato. Come le sequoie del parco nazionale di Yosemite.
La strana soluzione nasce da una disputa edilizia del 1983, quando le aziende proprietarie del lotto, operative nel settore delle risorse naturali fin dall’epoca Meiji, decisero finalmente di costruire il loro grattacielo, nonostante entrasse in conflitto con l’imminente Hanshin Expressway, la nuova superstrada cittadina progettata dall’omonima compagnia. Per creare un compromesso valido, lo stato cambiò allora le leggi municipali con il preciso scopo di prevedere il cosiddetto rittai dōro seido (立体道路制度) ovvero “sistema di strade multilivello”. Tale approccio creativo alla viabilità cittadina era stato reputato necessario anche per la celebre superstrada di Tokyo, che avrebbe in teoria dovuto attraversare uno o più palazzi siti nel quartiere di Minato. Un’idea giudicata, in seguito, poco pratica e risolutiva.
Il Gate Tower Building, dopo cinque anni di ristrutturazioni, diventò così il primo edificio del Giappone attraverso cui fosse possibile guidare un’automobile. Sulla sua sommità è presente un’eliporto. Le mura del palazzo, a pianta circolare, non entrano mai in contatto con la strada, che viene piuttosto sostenuta da una struttura indipendente, realizzata con accorgimenti antisismici. Questa particolare sezione della sopraelevata di Osaka, con il suo inconfondibile punto di riferimento, resta tutt’ora il simbolo di un’approccio architettonico organico e ingegnoso, particolarmente caratteristico delle grandi metropoli giapponesi.