Nove cozze nel torrione che convoglia l’acqua della Vistola fino a Varsavia

Nel film commedia polacco del 1966, Pieczone gołąbki (Involtini di cavolo) il protagonista con aspirazione canore Leopold Górski vive in un appartamento vicino ai binari del treno e sogna di conquistare l’amore dell’affascinante Kasia. Sul piano professionale, le sue giornate trascorrono come impiegato della società idrica, presso la recentemente costruita Gruba Kaśka (La “Grassa” K.) torre fluviale modernista dell’Ing. Vladimir Skorashevsky, parte visibile di un sistema per la captazione delle acque a beneficio dell’interconnesso acquedotto cittadino. Un lavoro monotono ma rilevante, e non privo di un certo prestigio, ove gli riuscirà di contrastare la negligenza dei colleghi trasformandoli in un equipaggio modello. La Polonia costituisce d’altra parte, nel panorama europeo, una delle nazioni con la singola dotazione di riserve idriche minore in proporzione alla popolazione complessiva. Il che ha sempre reso le peripezie di chi svolge simili compiti inerentemente interessanti, particolarmente a partire da quando nel 1851 per ordine dello Zar Nicola I di tutte le Russie venne posto in essere il primo sistema di approvvigionamento moderno per la capitale, Varsavia. Problemi destinati a includere il modo in cui, durante l’occupazione tedesca della seconda guerra mondiale, molte stazioni di pompaggio sarebbero state danneggiate e saccheggiate dai soldati, proprio con finalità di sabotaggio e pressione psicologica nei confronti della popolazione. Ma la storia dell’ingegneria polacca, ricca di personalità dotate di una mente elastica e tendenza a contrastare le convenzioni, avrebbe nel corso delle decadi individuato plurime maniere per riuscire a contrastare tale vulnerabilità inerente, di cui la seguente rappresenta forse il più innovativo cambio di paradigma per questo settore dai limitati mutamenti generazionali: molluschi sottovetro con sensori a molla. Conchiglie dei bivalvi custoditi nella stessa torre verde di quella pellicola nostalgica, destinate a chiudersi seguendo norme comportamentali frutto dell’istinto. Trasformate, in questo modo, nell’impulso in grado di cambiare totalmente la portata dei rischi contestuali rilevanti.
Il progetto gestito dalla MPWiK Warsaw (Società Municipale di Acqua e Fognature) prende il nome di SYMBIO e vede la partecipazione a partire dalla seconda metà degli anni 2000 della compagnia di profilazione dei rischi ambientali PROTE, che l’ha inserito in un ricco contesto di approcci al biomonitoraggio per la quantità d’inquinamento presente nei flussi idrici veicolati a beneficio dei polacchi nelle loro zone urbane più densamente abitate. Un sistema ingegnoso e destinato, a suo modo, a far da esempio nel panorama tecnologico internazionale…

Il concetto del biomonitoraggio trova larghe applicazioni in una società industrializzata come quella contemporanea, in una più stratificata applicazione del vecchio approccio del canarino da miniera, il cui destino crudele era perire per l’accumulo di anidride carbonica prima che i suoi proprietari umani potessero iniziare a perdere gradualmente i sensi. Tramite l’osservazione attenta di animali o piante, al fine di scongiurare il palesarsi di una situazione irrimediabile con conseguenze gravi per la salute di una quantità variabile di persone. Un’applicazione su scala maggiore dello stesso principio potrebbe essere individuata, ad esempio, negli studi sulle api condotti nel 1935 presso l’Istituto di Ricerca di Apicoltura di Praga, finalizzate a dimostrare come la presenza di una maggiore quantità di fluoro nel loro organismo fosse proporzionale alla contaminazione da stronzio radioattivo nelle piante delle zone industrializzate in Cecoslovacchia. Il passo ulteriore compiuto nella torre sul fiume di Varsavia, tuttavia, è la connessione totalmente automatica del comportamento degli animali fatti oggetto dell’osservazione con l’effetto finale desiderato, ovvero la chiusura temporanea del fluido inviato verso gli impianti di filtraggio a Koszykowa, Krzywickiego ed altre zone periferiche della città. Come probabilmente già saprete, infatti, le cozze ed altre forme di vongole o mitili inclusa la specie locale Unio tumidus (C. seghettata) usata nel presente caso, hanno in comune l’abitudine a nutrirsi tramite il flusso d’acqua fatto passare attraverso i loro sifoni, da cui prelevano i microrganismi usati come carburante per il loro organismo. Una prassi che le rende vulnerabili a sostanze inquinanti non soltanto antropogeniche, ragion per cui l’evoluzione le ha dotate della capacità di percepire irregolarità e reagire di conseguenza. Chiudendo, per l’appunto, il proprio guscio per il tempo necessario affinché le cose facciano ritorno alla normalità. L’idea implementata presso la torre Gruba Kaśka, ma anche in oltre un centinaio di ulteriori punti di approvvigionamento idrico del paese, prevede dunque una quantità sufficiente di molluschi (nove nel caso maggiormente celebre) immessi in una vasca riempita con la stessa acqua prelevata dal fiume e collegati a dei sensori di movimento. In parole povere, nient’altro che molle incollate al loro guscio, in grado di far scattare l’allarme nel momento esatto in cui una quantità pari a due terzi degli animali si ritira all’interno del guscio. Con il risultato di poter implementare immediatamente le contromisure adeguate a livello sistematico, che dovrebbero idealmente includere la chiusura temporanea della stazione di pompaggio. Uso il condizionale perché fino ad ora, fortunatamente, la condizione non si è mai verificata benché i protocolli stati testati per reagire ad eventuali incidenti industriali, conflitti bellici, attacchi terroristici su larga scala. Cruciale, a tal fine, il ricambio completo degli animali ogni periodo di tre mesi, affinché non possa abituarsi a fattori inquinanti latenti, garantendo l’efficacia e reattività del metodo di rilevamento.

Come ogni sistema di assicurazione posto in essere mai non ancora usato attivamente, il biomonitoraggio della Vistola ha attirato l’attenzione di molti, ma ha trovato pochi imitatori sparsi nel mondo. Più volte citato, a tal proposito, un impianto funzionante tramite crismi paragonabili a Minneapolis, nel Minnesota statunitense, grazie all’aiuto di vongole d’acqua dolce tassonomicamente vicine alla specie europea. Creature come queste, in fondo, possono facilmente raggiungere i 60-70 anni di età e non è irragionevole pensare che risultino capaci di accumulare in simili tempistiche una conoscenza straordinariamente approfondita dei pericolosi contaminanti prodotti dall’uomo e le sue industrie dedicate al guadagno a breve termine, secondo i crismi irriducibili delle leggi del mercato globale. Ma il pianeta può tentare di proteggere se stesso. Se soltanto ci fermiamo un attimo, tentando d’individuare nuove prospettive di collaborazione tra genìe distinte. Siamo tutti passeggeri della stessa imbarcazione, dentro il fiume cosmico degli eventi.

Lascia un commento