Il drone giallo che consegna pollo fritto sui bastioni della Grande Muraglia cinese

Per oltre ventidue secoli, è stata lì: la cognizione che per poter individuare le caratteristiche di un grande Impero, il principale canone di riferimento fosse la qualità dei suoi sistemi di collegamento. E la portata del potere pubblico capace di costringere multiple generazioni, mediante un’uso in alternanza del bastone (di giada) e la carota (dell’immortalità) a dare il proprio contributo nella costruzione d’imponenti ed utili costrutti pubblici. Massicci contributi, largamente meritati, al nome sempiterno di colui o coloro che le avevano sapute concepire. Non c’è dunque al mondo un più efficace esempio, di una simile concentrazione di fattori, che il principale contributo al paesaggio del supremo governante Qín Shǐ Huáng, primo ed unico possente unificatore del concetto sovranazionale di “Cina”. Altresì detta “Il paese che sorge a meridione della Grande Muraglia” il che risulta formalmente parte di un proverbio folkloristico, accompagnato dalla tesi di supporto “Nessuno può essere un grande uomo, se non è salito almeno una volta sulla G.M.C.” Un credo le cui inerenti implicazioni si dimostrano più problematiche, di quanto si potrebbe tendere a pensare; giacché nella percezione asiatica del concetto di turismo, tutti, inclusi bambini, anziani, persone con disabilità motorie, dovrebbero poter accedere a un luogo relativamente remoto come l’estensione meridionale di Badaling, un tratto dell’antica fortificazione noto per le sue spettacolari torre di guardia e la relativa integrità dell’imponente fortificazione contro le scorribande dei temuti Xiongnu del Nord. Il che prevede significativi accorgimenti in termini di viabilità e modalità di accesso, ma anche concessioni alle utili praticità e convenienze del mondo contemporaneo. Il che vuol dire, cibo. Prodotto localmente e in vendita presso i banchi della zona di accoglienza, trasportato fin sul posto da ambulanti dei villaggi vicini o addirittura trasferito tramite l’antica e nobile professione del takeaway, partendo da popolari catene di fast food e ristoranti dei distretti urbani, affinché non si possa affermare che in un’ipotetica oriunda campagna di difesa dalla discesa dei barbari predatori, i coraggiosi soldati in armatura mancherebbero di hamburger, pizza o l’essenziale piatto a base dell’uccello amico dell’umanità per eccellenza, il crestato Gallus gallus che Charles Darwin prima di chiunque altro, seppe far risalire fino agli albori dell’addomesticazione nei remoti territori del subcontinente indiano.
Pollo amato dalle compagnie come la KFC statunitense, associata in questa Cina dei tempi moderni allo specialista tecnologico Meituan di Pechino, un colosso contemporaneo da oltre 100.000 dipendenti che ha fatto della logistica il proprio principale modello di business. Fondato sull’impiego di mezzi elettrici, talvolta autonomi, dotati con eguale probabilità di ruote o… Eliche rotanti per attraversare l’azzurro cielo. È l’economia “del volo a bassa quota” come la chiamano i moderni piani di fattibilità, ultima frontiera delle consegne rapide a partire da un punto d’interesse gastronomico, ad uno di riferimento culturale. Non importa quanto esteso in senso longitudinale, o se possa effettivamente risultare visibile dalle finestre panoramiche dell’ultra-rapida Stazione Spaziale Internazionale!

Idea, quest’ultima, in realtà già messa alla prova in diversi punti nodali della Cina continentale, oltre alle regioni “d’oltremare” del grande ed altrettanto antico Regno di Mezzo. Con installazioni permanenti del partner distributivo Keeta Drone costruite a partire dall’anno scorso, almeno a giudicare dalla quantità di video estatici ed entusiastici rintracciabili nel grande archivio di YouTube, in luoghi come Shenzen, Singapore, Pechino ed Hong Kong. Oltre ad un accordo ormai concluso da tempo e prossimo al coronamento presso il grande centro/Luna Park turistico di Dubai. Per luoghi d’interesse pubblici effettivamente definibili come cabine per piazzare l’ordine, con conseguente ricezione dopo un tempo ragionevole mai superiore al quarto d’ora di tempo, di qualunque sia stato il cibo selezionato presso il pratico touch screen incorporato, con apparente e vasta preferenza nei confronti del volatile sopracitato, in base ai crismi preferiti dall’internazionale preparazione con panatura e burro, entro la padella ricoperta da uno strato d’olio scintillante che ne impreziosisca il sapore. In uno scenario largamente reiterato che non cessa in alcun modo di affascinare i turisti (o chiunque non possieda, ancora, familiarità con esso) del momento topico in cui il veicolo semi-automatico a controllo remoto atterra lieve sopra il chiosco simile ad una cabina telefonica, appoggiandosi all’aiuto visuale di un QR Code sovradimensionato. Lo stesso schema d’arrivo, per inciso, adagiato nello stunt virale d’apertura sulle antiche, ponderose e sacre pietre della G.M.C. Per procedere allorché a depositare la solida scatola di cartone, ricolma del prezioso carico auspicabilmente tiepido nonostante la rapida trasferta verso la sovrastante cima dei grattacieli. Cui fa seguito la rapida presa di coscienza, indubitabilmente pregna, che nell’elegante piazzola centrale dello HBC Huilong, centro finanziario ed urbanistico di Shenzen, non c’è un tavolo e neppure una panchina. Forse perché è ragionevole presumere che l’impiegato di turno, doverosamente, torni a consumare il proprio pollo innanzi alla postazione informatica senza smettere di dare un contributo all’edificazione di più moderne e metaforiche muraglie imperiale? Poco importa, d’altro canto, ai turisti con la videocamera connessa al grande flusso delle informazioni internettiane. Che rapidamente passano a fagocitare il contenuto dell’iconico pacchetto, in piedi o sui gradoni del giardino, rischiando almeno in via teorica macchie d’ogni in prossimità delle verdeggianti aiuole antistanti. Una visione che non può mancare di evocare il più importante aspetto collaterale di questa rivoluzione in fieri, mirata a trasformare il cibo-di-strada in cibo-volante, restituendo in modo postumo l’esperienza del decollo al pennuto domestico protagonista di tanti pranzi memorabili fin dal tempo dei nostri remoti antenati.

Col che intendo, chiaramente, la cultura. Chi non ha scherzato di suo conto nel corso degli ultimi anni, sulla teoria ipotetica di uno strato di traffico interlacciato d’innumerevoli droni ricchi di pietanze nei cieli cittadini d’Occidente, con cani, gatti ed ambiziosi cacciatori armati di fionda, pronti ad abbatterli nel momento di maggiore vulnerabilità, già pregustando il gusto del cibo sottratto al suo legittimo compratore in doverosa attesa. Ipotesi tutt’altro che irrealizzabile, dopo un primo periodo di acclimatamento in determinati luoghi meno facoltosi del mondo. Mentre un altro aspetto va altrettanto considerato: l’efficienza economica e sostenibilità ecologica del takeaway aerotrasportato dipende in larga parte dalla possibilità di riutilizzo del packaging, costituito da scatole particolarmente solide che possano resistere alle raffiche di vento, e che il cliente dovrà necessariamente inserire ogni volta nelle postazioni di recupero della Keeta/Meituan. Gesto alla mancanza del quale, il costoso e continuativo rimpiazzo delle suddette porterà ad aumento dei costi difficile da prospettare preventivamente.
Ovvero in altri termini, senza coscienza civica non può esserci il trasporto del pollo fritto volante, men che meno fino ai recessi più remoti e meno forniti di telecamere della Grande Muraglia tra remote colline. Un’affermazione d’altra parte applicabile ad ogni potenziale margine d’avanzamento per la comodità della vita moderna, quando necessariamente connotata da fattori sociali di contesto. Vedi il motivo per si trovò ad essere effettivamente costruita, nel terzo sec. a.C, la più vasta opera architettonica nazionale… Dividere gli Eletti dai cosiddetti Indesiderati. Coloro i quali ancora non capivano e non avrebbero mai potuto capire. La sacralità innegabile degli ordini dettati da colui che, unico tra tutti i signori dei continenti, poteva indossare il copricapo e le vesti del superlativo Mandato dei Cieli.

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