L’approccio logico a fare di tutta l’erba un fascio, tipico eufemismo per semplificare i discorsi, porta a immaginare che possa esistere una singola “versione” di ogni essere, cosa o concetto. Così che specie tipiche, singole classi di creature, diventano rappresentanti di un’intera categoria, annullando differenze spesso significative al mero servizio di un’astrazione. Cos’è una “lucciola”, d’altronde, se non un fuoco fatuo che si aggira fluttuando tra gli oscuri alberi della foresta? Sebbene simili scintille lampeggianti, abbiano un colore diverso, un’agilità maggiore, una frequenza, che in alcun modo corrispondono al comportamento degli accumuli di gas metano che ardono sopra il terreno umido di torbiere o paludi. In ogni caso tranne questo. Altrove, ma non qui: nella zona di Asheville o nella foresta di DuPont, in North Carolina; presso il parco di Rocky Fork State, in Ohio; e innumerevoli altri luoghi citati meno spesso nell’ampia fetta di territorio corrispondente alla definizione generica di Appalachia. Luoghi sufficientemente incontaminati e per questo in grado di mantenere un’appropriata biodiversità animale, che è poi la principale risorsa necessaria perché simili entità possano trovare la ragion d’essere dei loro agili volteggi notturni. Stesso modo in cui gli uccelli risultano maggiormente colorati ove ce ne sono in quantità maggiori, o i fiori diventano più colorati nei paesi principalmente coperti di vegetazione, poiché l’evoluzione tende ad individuare un beneficio nel possesso di un metodo per evitare i fraintendimenti dell’identità di una tipologia tra le presenze adiacenti. Da cui l’impegno singolare della Phausis reticulata, specie di coleottero appartenente alla famiglia delle Lampyridae, anche noto localmente come fantasma azzurro. Per la sua distintiva bioluminescenza, frutto del solito enzima luciferase contenuto nell’addome, ma qui capace di emettere una luce fissa che ricorda quella di un fornello impossibilmente sospeso. tra i segnali delle altre lucciole dal metodo più stereotipico ed intermittente per individuare i propri partner riproduttivi. Affinché gli errori tra i dissimili possano essere evitati. E le generazioni dei fantasmi cerulei, finché possibile, perpetrare il proprio teatrale stile di vita…
Leggende chiaramente abbondano, sulla natura e singolarità di questa specie di scarabeo, che si dice possa essere la svolazzante reincarnazione dei soldati dell’Unione o degli Stati Confederati, periti nel corso di questa o quella battaglia della guerra civile americana. Il che riesce a descrivere efficientemente l’impressione soggettiva dell’intera faccenda, ma non contribuisce in alcun modo a comprendere la realtà scientifica di tali creature. Che una volta fotografate, tra l’altro, non appaiono più azzurre ma del tipico colore verde chiaro, comunemente associato all’insetto cosmopolita che illumina i recessi del sottobosco. Ecco, dunque, un’importante presa di coscienza: il “fantasma azzurro” non soltanto viene dal comune mondo materiale, ma non tende neppure in alcun modo alla cerulea sussistenza di quella sezione della luce osservabile dall’occhio umano. Ove trova collocazione popolare soltanto in funzione del fraintendimento ottico chiamato effetto Purkinje, dal nome dell’anatomista della Repubblica Ceca che fu il primo a documentarlo scientificamente. Consistente, in poche parole, nella tendenza dell’occhio umano a individuare preferibilmente le tonalità bluastre in assenza di luce ambientale, piuttosto che quelle vermiglie negli ambienti ove i fotoni si concentrano durante il trascorrere delle ore diurne. Una propensione che, per quanto ne sappiamo, potrebbe appartenere anche agli occhi delle lucciole degli Appalachi, mai sottoposte a studi specifici sull’argomento della percezione sensoriale. Ancorché sappiamo, o quanto meno possiamo desumere per inferenza. che la fissità di tali emissioni può avere anche una funzione pratica ulteriore. Il particolare ciclo vitale di questi coleotteri, infatti, è caratterizzato da una progressione in cui soltanto il maschio matura e mette le ali mentre la femmina, pedomorfa, mantiene un aspetto larvale per l’intero estendersi della propria esistenza. Il che la posiziona, poco visibile, in mezzo a foglie o radici sul terreno ineguale, rendendola tutt’altro che facile da individuare per quanto concerne la controparte. Ecco perché, come avviene in alcune ma non tutte le tipologie di lucciole, in questo caso ambo i sessi emettono il proprio segnale scintillante, tanto più continuativo e intenso delle altre categorie a noi note. Capace tra l’altro, come osservato empiricamente dai visitatori di simili luoghi, di costituire una sorta di riflettore che schiarisce in modo molto pratico il terreno sottostante il volo degli aspiranti maschi riproduttori. Evocando immagini di elicotteri impegnati in missioni di ricerca e salvataggio, mantenuti in volo dalla mano di abili piloti.
Nell’ultima decade, principalmente grazie ad Internet e immagini con i colori falsati al fine di restituire l’impressione corretta, l’idea di poter scrutare con i propri occhi simili presenze aliene ha dunque catturato l’attenzione di molti. Motivando l’implementazione, tra i confini del vasto areale dei nostri amici abitatori tra le fronde, di speciali tour notturni per l’osservazione collettiva di una tale “meraviglia” della natura.
In realtà semplice conseguenza di un fattore pratico, per una mera coincidenza indistinguibile dalla saliente descrizione di apparizioni fantasmagoriche o soggetti di racconti o dipinti del realismo magico del mondo post-moderno. Il che ha d’altronde, anche una funzione utile, potendo favorire una presa di coscienza della riduzione nelle ultime decadi della popolazione degli insetti globali. Ivi inclusa, statisticamente, quella degli scarabei volanti che sin dai tempi antichi avevano costituito il soggetto d’innumerevoli poesie o descrizioni letterarie in prosa.
Prima che il culto delle immagini prendesse il controllo delle attuali elucubrazioni sul nostro presunto destino manifesto all’interno del complicato meccanismo della natura. Tra i lampi di luce dell’ingegno, del tutto arbitrari nello schema, unicamente frutto di una fantasia comunitaria latente.