E’ tutta una questione di superfici. Puoi avere il motore più potente, il battistrada termico di gomme specializzate di ogni marca o le migliori catene d’importazione, ma se il bianco manto invernale è davvero profondo dovrai restare lo stesso a casa. La tecnologia motoristica che sfruttiamo per muoverci ha il suo inevitabile peso, mentre la neve è per sua natura friabile e traditrice. Quante buche si sono aperte a sorpresa sotto i capaci pneumatici di un automobilista determinato a raggiungere il posto di lavoro a gennaio? Quante motoslitte artiche, con tanto di cingoli, sono scivolate in invisibili crepacci ghiacciati, rivelati all’improvviso da un sottile e rassicurante manto nevoso? I veicoli di terra convenzionali non sono in grado, come le imbarcazioni o gli aerei, di sfruttare a loro vantaggio i complessi equilibri fisici delle sostanze che compongono il loro ambiente, galleggiando tranquillamente sopra i pericoli nascosti dalle strade ricoperte di neve profonda e ghiaccio. C’è stata però un’epoca in cui il problema era stato risolto, sembrava, per tutte le epoche a venire. Un anno lontano, a cavallo tra le due guerre, in cui i trattori americani viaggiavano non più su ruote ma impiegando l’energia dinamica di una coppia di viti di Archimede, simili a trivelle. Questo è il Fordson “Snow Devil” uno dei mezzi di trasporto più rivoluzionari del secolo scorso, un’invenzione geniale che, per un capriccio della storia, non diede inizio ad alcun tipo di rivoluzione.
I videogiocatori con una certa esperienza avranno senz’altro riconosciuto il singolare metodo propulsivo come quello impiegato da uno dei carri armati di fantasia più famosi al mondo, lo Shagohod di Metal Gear Solid 3: Snake Eater (2004) un mezzo bellico che, in ultima analisi, aveva ben più di qualche parentela con la realtà. Questo stesso video promozionale, realizzato nel 1926 dalla Fordson Tractor per il cinema muto, era infatti stato visto da un eclettico inventore americano, Geoffrey Pyke, incaricato durante la seconda guerra mondiale di progettare un mezzo adatto a liberare la Norvegia occupata dai tedeschi. Il trattore che catturò la sua fantasia, riconvertito mediante uno speciale kit detto Armstead Snow Motor, viene qui mostrato mentre trasporta senza problemi alcuni carichi piuttosto pesanti e viene pilotato agilmente, muovendosi alla velocità massima di circa 8 miglia orarie.
La rotazione alternata delle viti, controllate in modo indipendente dalla cabina, consentiva di ottenere un’alta guidabilità, girando anche a 360° sul posto. Nell’ultima parte del video una normale automobile Chevrolet impiega lo stesso espediente per spostarsi sulle strade ricoperte di neve. Ma il modo in cui i due veicoli si avventuravano senza problemi al di fuori di esse, scongiurando a pieno il rischio di sprofondare, fu il fattore determinante: Pyke era certo di aver trovato la soluzione al più grande problema della sua carriera. In una serie di conferenze egli si applicò a più riprese per convincere lo stato maggiore, ottenendo anche un certo numero di sostenitori.
Il progetto Plough consisteva essenzialmente nella creazione di piccoli reparti meccanizzati dotati di alta mobilità, composti da soldati americani e canadesi, che spostandosi rapidamente sul terreno innevato del Nord Europa avrebbero gettato lo scompiglio tra le fila dell’esercito nemico. Il loro nome designato era Brigata del Diavolo. Pyke, alla fine, non riuscì mai a far adottare la soluzione Fordson per i loro veicoli e forse questo cambiò in un certo senso la storia dei mezzi di trasporto. Non c’è infatti un motivo logico e oggettivo per cui i cingolati siano preferiti alla propulsione a vite, ormai appannaggio esclusivo di mezzi curiosi e insoliti, qualche imbarcazione e le pagine dei romanzi di fantascienza….Tuttavia, basta riguardare il video per capire che l’idea funzionava.