Quante volte bisogna piegare un foglio prima che possa vincere la battaglia di Sekigahara?

Appassionati e coinvolti, cavalchiamo senza requie il grande flusso delle informazioni: Guerra, Morte, Carestia e Pestilenza non riescono più a spaventarci. Poiché ormai Conquista, in sella al suo cavallo bianco, ci ha condotto fino al centro ed oltre il nucleo della conoscenza, all’ombra degli alti alberi carichi di frutta. Immagini contorte, nodose, ombrose che hanno perso, per un semplice ma imprescindibile bisogno, le connotazioni maggiormente terrificanti di un tempo. Mantenendo invariato quel valore apotropaico che per tanti secoli, le aveva rese orribilmente interessanti. Così guerrieri armati fino ai denti, e qualche volta addirittura dotati di quel tipo di mostruose zanne che sorgono dal mondo delle immagini fantastiche, si affollano dentro lo spazio personale degli artisti. E in quello di coloro che si abbeverano, con enfasi selvaggia, nelle acque della stessa inesauribile fonte. Ma sarebbe assai difficile, per non dire contro la natura stessa delle cose, non tentare d’influenzare il corso degli eventi, prima o poi! Mediante l’uso delle proprie stesse mani, ovvero la tecnica frutto di un lungo studio, intesa come la capacità di coniugare l’antico cartaceo & il digital moderno.
Origami=Giappone: niente di nuovo sotto il sole. Origami+Finlandia: qui le cose iniziano davvero a farsi interessanti… Juho Könkkölä è l’artista poco più che ventitreenne della città di Jyväskylä, che nonostante i presupposti di un annus horribilis e lento come il 2020, ha preso il tempo libero dopo la laurea conseguita presso l’Istituto delle Scienze Applicate della Lapponia per trasformare una sua vecchia passione nelle prove tecniche di un vero e proprio mestiere: piegare un singolo foglio di carta (possibilmente, quadrato) fino alla creazione di quel tipo di personaggi, per lo più in armi, che tanto bene abbiamo imparato a conoscere attraverso il mondo dei fumetti, la letteratura immaginifica, i videogiochi. E tra essi alcuni esempi particolarmente pregevoli, dedicati proprio a quella classe di guerrieri colti ed eleganti che, presso le isole dell’arcipelago d’Oriente, venivano chiamati servitori o attendenti (侍 – samurai).
Naturalmente di origami frutto di oltre un migliaio, piuttosto che appena qualche dozzina di piegamenti il mondo di quest’arte ne aveva già conosciuti diversi: vengono in mente, ad esempio, alcune delle opere più famose di maestri contemporanei come Satoshi Kamiya e Kyohei Katsuta. Che tuttavia oltre ad essere, per l’appunto, giapponesi, possono trovarsi accorpati in quel tipo di mondo creativo che operava lungo le strade chiare della comunicazione tradizionale, come la stampa, i programmi televisivi, qualche libro per gli appassionati. Piuttosto che bersagliare i giusti lidi digitali con le proprie immagini e la storia che le ha poste in essere, più e più volte, nella certa consapevolezza di avere qualcosa di magnifico da offrire. E di un mondo senza più un volto che si possa descrivere in parole chiare, come la figura incappucciata di uno scaltro assassino alle crociate. Che fosse finalmente in grado, e motivato dalla consapevolezza reciproca, ad ammetterne i meriti più duraturi e profondi…

Assassin 2020: un titolo, un’idea. Nonché il principale responsabile per il successo avuto inizialmente dall’artista su Reddit, per la classica propensione di Internet a riconoscere e celebrare gli archetipi già largamente noti.

La storia della carriera artistica di Könkkölä, ancora agli inizi, segue in effetti una strada che potremmo definire prototipica, ed al tempo stesso altamente desiderabile, per tutti coloro che vorrebbero oggigiorno accedere ai più alti fasti celebrativi del Web. Con un profilo di Instagram aperto a gennaio dell’anno scorso, per accompagnare la sua partecipazione alla mostra collettiva presso il museo Amos Rex di Helsinki, Generation 2020, dedicata alle giovani promesse del mondo creativo finlandese. Spazio presto popolato, in rapida sequenza, da una serie di affascinanti fotografie su fondo nero di alcuni dei suoi progetti maggiormente riusciti e memorabili, almeno fino a quel momento: immagini di contadini, abitanti del villaggio, uno spirito delle acque e uno stregone, secondo la didascalia prelevati direttamente dal repertorio delle leggende folkloristiche del suo paese. Ed è soltanto sul finire di questa prima serie, che i progetti sembrano aumentare in modo esponenziale di complessità: vedi la figura di un cavaliere in armatura, potenzialmente ispirato all’estetica della serie di videogiochi Dark Souls, con la sua controparte alata dalle lunghe corna ritorte, ed un favoloso cavalca-draghi in armatura, in cui entrambe le figure sono il frutto di sezioni diverse dello stesso foglio di carta. É soltanto verso il mese di marzo, quindi, che l’artista sarebbe giunto alla destinazione sperata sul sentiero che più di ogni altro, sarebbe servita a fornirgli un alto grado di fama internazionale; grazie al successo di pubblico più volte perseguito ed infine ottenuto del suo profilo sul portale statunitense Reddit, presso cui un vasto pubblico vota democraticamente i contenuti ritenuti maggiormente degni di essere visualizzati dai suoi oltre 500 milioni di utenti al mese. Dove non soltanto pubblica, con insistenza reiterata, le sue ultime creazioni di un guerriero samurai con maschera da demone ed un pericoloso personaggio almeno in apparenza adattato dal franchise multimediale di Assassin’s Creed, ma risponde in modo approfondito ad ogni possibile domanda rivolta da un pubblico poliedrico ed affascinato. Ed è proprio in questa sede, assieme a quella del video esplicativo pubblicato solo successivamente nei mesi estivi sulla creazione del primo dei due soggetti, che apprendiamo le tecniche e modalità specifiche della sua arte (spiegate anche sul sito dell’artista). Un singolo foglio quadrato di dimensione variabile ma in genere tra i 50 e i 70 cm, ben pochi strumenti oltre alle sue semplici mani: qualche pinza fermacarte per mantenere in posizione le piegature, uno stuzzicadenti per aiutarsi a definire i punti più piccoli e dettagliati, un pennello inumidito per piegare accuratamente la carta (e l’imprescindibile phon, per asciugarla). Mentre alcuni dei soggetti più complessi, spiega spassionatamente, giungono a richiedere svariati mesi di progettazione ed oltre 50 ore di accurata piegatura, permettendogli di guadagnare nella migliore delle ipotesi l’equivalente di circa un migliaio di euro – E viene da chiedersi quanto spesso ciò sia capitato, fino ad ora.
Ma l’arte non è soltanto, né principalmente un guadagno, soprattutto finché si sta tentando di farsi un nome, e le cose avrebbero continuato a migliorare per il giovane genio della carta. Con il successo di alcuni modelli realizzati dal vivo durante la Origami World Marathon di agosto 2020 e la successiva partecipazione il mese seguente alla mostra Lapin kullanmurut (Tesori della Lapponia) come coronamento di un periodo di residenza artistica finanziata dal Museo di Arte Moderna della città di Tornio. Un sentiero più alto e tradizionalista, se vogliamo, che potrà aprire la strada alle prossime esposizioni fisicamente visitabili, previste nei mesi a venire dell’anno 2021 a Korpilahti, Orivesi e Tornio. Purché la pandemia s’intende, come in innumerevoli altri campi, non finisca per avere l’ultima parola.

L’ultima creazione di Könkkölä, pubblicata su Instagram appena 4 giorni fa, è un samurai del XVI secolo con l’armatura straordinariamente complessa e corretta dal punto di vista storica, fino al più minimo dettaglio. Non possiamo che sperare, quindi, nella pubblicazione di un ulteriore video relativo alla sua incredibile fabbricazione.

“Creatore di origami” non è quindi il tipico mestiere che viene in mente, quando si pensa al mondo dell’arte recuperato e profondamente trasformato grazie alla pervasiva natura dei mezzi comunicativi digitalizzati. Non è tuttavia impossibile, come dimostrato in precedenza da certi nomi di questo ambito primariamente estremo orientale, acquisire una larga fama grazie alla propria affinità con la creazione di sofisticati modelli da un singolo e indiviso foglio di carta. Uno dei principali approcci, ad esempio, racconta lo stesso Könkkölä su Reddit, può essere la pubblicazione di libri con le istruzioni per la creazione dei propri modelli più affascinanti. Sebbene venga inevitabilmente da chiedersi quante dozzine (se pure ne esista una soltanto) di persone al mondo possano essere in grado di riprodurre personaggi cartacei di un simile grado di raffinatezza e complessità evidente. In cui ogni singolo aspetto della figura deve essere attentamente progettato, ricavando gli arti e le armi dagli angoli della carta, la testa dalla sommità e ad al centro, il complicatissimo corpo che ogni cosa raccorda e mantiene saldamente unita. A patto che un passo falso, strappo sempre possibile in un attimo di distrazione, non porti a dover cominciare tutto da capo. Un’arte per persone coraggiose, questa tecnica giapponese di piegare la carta. Non tutti possono dirsi realmente degni, in fin dei conti, dell’onore e la gloria di un vero samurai.

In alcuni dei personaggi creati dall’autore, come questo arciere con elmo cornuto vagamente celtico, le proporzioni sembrano quelle di una miniatura del gioco da tavolo Warhammer o la relativa controparte digitale, i protagonisti della serie di videogame Warcraft. Una scelta probabilmente motivata dal bisogno, sempre presente, di colpire l’immaginazione di un pubblico post-moderno.
Consigliato: una visita all’incredibile profilo Instagram jkonkkola_origami, letterale scrigno delle meraviglie cartacee pronte a cavalcare l’onda di una guerra immaginifica e continuativa nel tempo… Quella di far parlare il maggior numero di persone di chi senz’altro merita l’attenzione del mondo. Riusciranno, i nostri eroi?

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