La luce tenue delle candele allungava le ombre nella gelida stanza di un famoso stregone a Boston. L’anno è il 1884: la ricca vedova Winchester siede al tavolo di mogano di fronte a un individuo in paramenti surreali sperando, finalmente, di essere vicina alla risposta lungamente agognata. Interi mazzi di carte disposti in arzigogolati ventagli circondano l’alfabeto a caratteri gotici di una scatola Oujia, metodo innovativo e rinomato per contattare i defunti. Ad un certo momento il medium, dopo aver a lungo manovrato i suoi apparati arcani, improvvisamente alza lo sguardo, trasale, contorce l’espressione luciferina e aggrotta le folte sopracciglia: lo spirito guida ha parlato, le porte dell’aldilà si sono aperte per qualcuno…o qualcosa. “Recati ad Ovest” enuncia chiaramente l’interlocutore, con voce suadente e al tempo stesso cavernosa “una volta giunta lì inizia a costruire una grande dimora. In questo luogo trova rifugio, poichè le molte persone uccise dai fucili che sono la tua fortuna stanno per reclamare atroce vendetta”. La donna, 45enne ormai senza nessuno al mondo, si protende speranzosa, convinta di aver riconosciuto in quelle parole il suo compianto marito “Il giorno in cui la casa sarà ultimata, tu morirai“. E’ possibile che allora un tuono distante abbia sottolineato la drammaticità del momento ma in merito a questo, ahimè, non ci è dato sapere.
Sarah Winchester era la moglie di William Wirt Winchester, colui che costruiva nell’azienda paterna l’omonimo fucile semi-automatico, anche definito “l’arma che conquistò il West”. La vita di questa donna fu caratterizzata da due gravi tragedie: una figlia morta dopo poche settimane di vita e il prematuro decesso del marito, dovuto alla tubercolosi. La sua eredità più famosa è la grande casa di San Jose in California, che secondo la credenza popolare avrebbe fatto costruire per una profezia mistica, con il preciso scopo di accogliervi i fantasmi benevoli e scacciare quelli maligni. Si tratta, sotto diversi punti di vista, della perfetta casa stregata. Il progetto originale prevedeva sette piani, ma venne ridotto a quattro dopo un terremoto nel 1906. Una squadra di decine di carpentieri continuò a lavorarci per 38 anni, finendo per farne una meraviglia del nonsense architettonico: la casa ha 40 camere da letto. Scalinate che finiscono nel nulla, porte che danno su solide pareti o si aprono su alti precipizi. Alcune stanze possono intrappolare i visitatori con astuti meccanismi, le finestre danno sull’interno e i camini finiscono nel nulla – Sarah credeva forse che gli spiriti potessero usarli come vie di accesso. I bagni hanno porte trasparenti. Un’armadio si apre a sorpresa su un’intera ala nascosta della casa. Ma ci sono anche strane ed inquietanti meraviglie: le finestre a forma di ragnatela, progettate da Tiffany su precisa richiesta della vedova e un lucernario di cristallo in grado di produrre molteplici figure prismatiche colorate. Uno dei punti più interessanti è la ricorrenza del numero 13: tanti sono i bagni, le braccia dei candelabri, le tende dei salotti, gli scarichi del lavabo e i pannelli delle finestre. Ogni venerdì 13 una campana del luogo più alto della villa suona per 13 volte all’una di notte. Dopo la morte della donna, avvenuta per cause naturali nel 1922 (aveva 83 anni) la casa venne ereditata dal suo nipote e segretario personale. Oggi è un museo e sito turistico di una certa rilevanza.