Scribblenauts, in uscita per Nintendo DS questo autunno ad opera dello sviluppatore americano 5th Cell, è un gioco di avventura con un buffo protagonista dai poteri molto speciali. Lo stile grafico già si dimostra più che simpatico e ben caratterizzato, mentre ogni azione viene condizionata da leggi fisiche piuttosto credibili, se non proprio realistiche. Lo scopo di ciascuno degli oltre 200 livelli sarà, molto semplicemente, il raggiungimento di un piccolo oggetto luminoso denominato Starite, attraverso la risoluzione di volta in volta di un problema di logica, o venendo in aiuto degli innumerevoli e coloratissimi personaggi. La risorsa per riuscirci sarà unica ed insostituibile: la propria fantasia. In senso assolutamente letterale.
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Durante ogni avventura ed esplorazione, infatti, lo schermo inferiore della console resterà occupato da un blocco per gli appunti (Scribble in inglese significa “scarabocchio”). Per ogni parola che vi verrà scritta, sia direttamente con il pennino che con una classica tastiera QWERTY a scomparsa, il giocatore vedrà apparire istantaneamente sullo schermo superiore l’oggetto corrispondente. Se il gioco fosse sviluppato secondo metodologie classiche, il risultato di questo concept già alquanto originale non sarebbe che una sorta di avventura grafico-testuale, in cui l’inserimento della parola corretta porterebbe meccanicamente al progredire nelle sfide o nei diversi livelli. Ma quello che rende Scribblenauts assolutamente unico è la singolare ambizione del giovane designer capo e fondatore della compagnia 5th Cell, Jeremiah Slaczka: vedere riprodotto come oggetto o strumento di gioco ogni singolo nome comune della lingua inglese, esclusi i termini volgari o inappropriati – si tratta pur sempre di un gioco commerciale per console. Come possa realizzarsi un simile obiettivo è stato rivelato da Marius Fahlbusch, la mente tecnica dell’azienda, in una recente intervista al colosso dell’entertainment IGN.com.
La chiave di volta del meccanismo è un tool di programmazione realizzato ad-hoc denominato Objectnaut, che permette di definire caratteristiche generiche e categorie per ciascun oggetto o creatura. Si tratta di un database che conterrà non solo dati come il peso, il materiale o le dimensioni, ma anche informazioni sul comportamento, gli effetti ed il modo in cui ciascuna “materializzazione” possa venire manipolata, danneggiata, lanciata…
La sovrapposizione dei dati viene gestita secondo insiemi di categorie simili a metatags, utilizzate ad esempio per definire la parola tigre semplicemente come animale, aggressivo, di un certo peso e di una certa dimensione. Non andrà quindi ad appesantire il database con dati quali “affamato” oppure “infiammabile”: tutte le creature aggressive saranno affamate, tutti gli animali infiammabili. L’aspetto grafico sarà poi realizzato con un versatile engine 3D, non del tutto dissimile da quanto visto in Little Big Planet, un altro gioco basato sulle tecnologie introdotte con il Web 2.0, ma che aveva compiuto la scelta forse ancora più coraggiosa di lasciare che fossero gli utenti stessi a creare la maggior parte dei contenuti di gioco. Questo nuovo Scribblenauts non sarà comunque privo di una sorta di community online per lo scambio dei livelli creati con l’editor incluso, benchè resterà purtroppo privo di multiplayer vero e proprio.
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I risultati ottenuti, vedere per credere, sono assurdi oltre il verosimile. Diversi critici e recensori, di ritorno dalla recente E3 di Los Angeles, sono rimasti assolutamente colpiti dalla quantità di parole riconosciute dal gioco: automobili, elefanti e scale a pioli andavano di pari passo con entità più esotiche quali occhiali per la visione notturna, vergini di norimberga, il famelico piccolo mammifero noto come wolverine, meme internettiane quali keyboard cat o long cat, robot da combattimento, squali armati di laser ed infinite altre follie. In un video piuttosto stupefacente, due inviati del portale internet Nintendorks hanno cercato di mettere il gioco in difficoltà per qualche minuto, ottenendo una rappresentazione su schermo di Dio che sconfigge un Kraken e mette in fuga Einstein (Dio non gioca a dadi con l’universo!) mentre grifoni ed altri esseri mitologici sfrecciano in giro per lo schermo.
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Qualcuno potrebbe chiedersi cosa fosse quella specie di buffo coniglio comparso a circa un minuto del video.
Si tratta niente meno che di un Jackalope, una creatura mezzo antilope e mezzo lepre originaria del folklore dello stato del Wyoming, il cui latte fà guarire da tutte le malattie, e che si dice corra di notte nei boschi parlando con voce umana. Naturalmente, tutta un’altra storia sarebbe stata se i due avessero voluto evocare birra, droga o sigarette. Come dicevamo, questo è un gioco per famiglie!